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giovedì 16 luglio 2015

La vita è il tuo treno. Fai salire chi vuoi.

Icaro, il personaggio della mitologia greca che volò troppo vicino al sole, tanto che le sue ali si sciolsero, condensa in sé la tragedia dell'uomo moderno. Ignora ogni avvertimento finché non è troppo tardi, e di conseguenza precipita verso il mare e la morte. Per usare le parole di Christopher Booker, autore di The Seven Basic Plots, "Gonfio d'orgoglio per la sua capacità di volare, Icaro scivola nel sentimento della hubris, la tracotanza cosmica che costituisce l'essenza dell'egocentrismo. La hubris sfida la suprema legge dell'equilibrio e delle proporzioni che nell'universo governo ogni cosa, nonché il carattere interconnesso delle parti che lo compongono". Icaro sfida le leggi fisiche, e per questo la cera delle sue ali prende fuoco. Noi, allo stesso modo, sfidando la nostra vera natura finiamo col bruciarci.
Quando riflettiamo sui nostri desideri autentici, ci rendiamo conto che tutto ciò che accade nelle nostre vite - ogni sfortuna, ogni offesa, ogni perdita, ma anche ogni gioia, ogni sorpresa, ogni felice casualità - ci insegna qualcosa, e che la vita non è altro che un'immensa aula scolastica. È questo il fondamento della saggezza cui dall'alba dei tempi danno espressione insegnanti di discipline spirituali, poeti e filosofi. Dalla "Non un solo passero può cadere in terra senza il volere del padre vostro" della Bibbia, fino alla "Forse tutti draghi della nostra vita sono principesse che attendono solo di vederci belli e coraggiosi" di Rilke.
Le parole di saggezza che preferisco, quelle che conservo nel portafoglio stampate su un biglietto plastificato, appartengono a Marco Aurelio. Vera saggezza e considerare ogni fatto della vita in questo modo: "Tu esisti a mio beneficio, anche se le dicerie vorrebbero altrimenti". Ogni cosa volge a proprio vantaggio, quando le situazioni vengono accolte così : "Sei esattamente ciò che andavo cercando".
In verità, tutto quel che accade nella vita materiale è valido per provocare la propria crescita e quella delle persone intorno a sé. Questa, per riassumerla in una parola, è arte, e l'arte chiamata "vita" è una pratica adatta tanto gli uomini quanto agli dei. Ogni cosa contiene in sé uno scopo preciso e un beneficio nascosto. Cosa dunque può esservi di insolito o di arduo, se nella vita tutto esiste per accoglierti come un amico vecchio e fidato?
Molti anni fa feci un sogno che riassumeva lo stesso pensiero in modo diverso, traducendolo in immagini che con il tempo sono diventate per me una metafora rigenerante. Mi trovavo su un treno e stavo tornando alla casa del Signore (seguitemi fino in fondo!). Era un viaggio molto lungo, e il paesaggio che mi scorreva accanto era composto da tutto ciò che accadeva nella mia vita. Alcune cose erano bellissime e mi veniva voglia di soffermarmici, di rimanere lì aggrappata o addirittura di portarle via con me.
Altre parti del viaggio trascorrevano lentamente, in una campagna arida e desolata. In entrambi i casi, il treno proseguiva la sua corsa. E ogni volta che io indugiavo troppo su qualche dettaglio del paesaggio, bello o brutto che fosse, anziché accettare il fatto che ogni sua parte avesse la stessa importanza e contenesse come ci ha spiegato Marco Aurelio, uno scopo nascosto e un altrettanto nascosto beneficio, provavo dolore.
La mia figlia, naturalmente, si trovava a bordo con me. Al di là dei nostri familiari, eravamo noi a scegliere chi far salire sul treno, le persone con cui volevamo condividere il viaggio. Quelle che invitavamo sul treno erano le persone davanti alle quali eravamo disposti a mostrarci vulnerabili e vere, e con le quali non c'era spazio per le maschere o i trucchetti. Queste persone riuscivano a darci forza quando vacillavamo, e a ricordarci il vero scopo del viaggio quando ci lasciavamo distrarre dal panorama. E noi facevamo lo stesso per loro.
Non bisogna mai permettere agli Iago di cui è pieno il mondo - gli adulatori, gli insinceri - di salire sul nostro treno. Quando si stagliano all'orizzonte, il cuore e l'intuito non mancano mai di avvertirci, ma spesso siamo troppo indaffarati per rendercene conto. E quando ci accorgiamo che ormai sono a bordo, dobbiamo farli scendere al più presto, e non appena possibile perdonarli e dimenticarli.
Nulla inaridisce, inasprisce lo spirito come il risentimento.


Arianna Huffington

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