Icaro,
il personaggio della mitologia greca che volò troppo vicino al sole,
tanto che le sue ali si sciolsero, condensa in sé la tragedia
dell'uomo moderno. Ignora ogni avvertimento finché non è troppo
tardi, e di conseguenza precipita verso il mare e la morte. Per usare
le parole di Christopher Booker, autore di The Seven Basic Plots,
"Gonfio d'orgoglio per la sua capacità di volare, Icaro scivola
nel sentimento della hubris,
la tracotanza cosmica che costituisce l'essenza dell'egocentrismo. La
hubris
sfida la suprema legge dell'equilibrio e delle proporzioni che
nell'universo governo ogni cosa, nonché il carattere interconnesso
delle parti che lo compongono". Icaro sfida le leggi fisiche, e
per questo la cera delle sue ali prende fuoco. Noi, allo stesso modo,
sfidando la nostra vera natura finiamo col bruciarci.
Quando
riflettiamo sui nostri desideri autentici, ci rendiamo conto che
tutto ciò che accade nelle nostre vite - ogni sfortuna, ogni offesa,
ogni perdita, ma anche ogni gioia, ogni sorpresa, ogni felice
casualità - ci insegna qualcosa, e che la vita non è altro che
un'immensa aula scolastica. È questo il fondamento della saggezza
cui dall'alba dei tempi danno espressione insegnanti di discipline
spirituali, poeti e filosofi. Dalla "Non un solo passero può
cadere in terra senza il volere del padre vostro" della Bibbia,
fino alla "Forse tutti draghi della nostra vita sono principesse
che attendono solo di vederci belli e coraggiosi" di Rilke.
Le
parole di saggezza che preferisco, quelle che conservo nel
portafoglio stampate su un biglietto plastificato, appartengono a Marco Aurelio. Vera saggezza e considerare ogni fatto della vita in
questo modo: "Tu esisti a mio beneficio, anche se le dicerie
vorrebbero altrimenti". Ogni cosa volge a proprio vantaggio,
quando le situazioni vengono accolte così : "Sei esattamente
ciò che andavo cercando".
In
verità, tutto quel che accade nella vita materiale è valido per
provocare la propria crescita e quella delle persone intorno a sé.
Questa, per riassumerla in una parola, è arte, e l'arte chiamata
"vita" è una pratica adatta tanto gli uomini quanto agli
dei. Ogni cosa contiene in sé uno scopo preciso e un beneficio
nascosto. Cosa dunque può esservi di insolito o di arduo, se nella
vita tutto esiste per accoglierti come un amico vecchio e fidato?
Molti
anni fa feci un sogno che riassumeva lo stesso pensiero in modo
diverso, traducendolo in immagini che con il tempo sono diventate per
me una metafora rigenerante. Mi trovavo su un treno e stavo tornando
alla casa del Signore (seguitemi fino in fondo!). Era un viaggio
molto lungo, e il paesaggio che mi scorreva accanto era composto da
tutto ciò che accadeva nella mia vita. Alcune cose erano bellissime
e mi veniva voglia di soffermarmici, di rimanere lì aggrappata o
addirittura di portarle via con me.
Altre
parti del viaggio trascorrevano lentamente, in una campagna arida e
desolata. In entrambi i casi, il treno proseguiva la sua corsa. E
ogni volta che io indugiavo troppo su qualche dettaglio del
paesaggio, bello o brutto che fosse, anziché accettare il fatto che
ogni sua parte avesse la stessa importanza e contenesse come ci ha
spiegato Marco Aurelio, uno scopo nascosto e un altrettanto nascosto
beneficio, provavo dolore.
La
mia figlia, naturalmente, si trovava a bordo con me. Al di là dei
nostri familiari, eravamo noi a scegliere chi far salire sul treno,
le persone con cui volevamo condividere il viaggio. Quelle che
invitavamo sul treno erano le persone davanti alle quali eravamo
disposti a mostrarci vulnerabili e vere, e con le quali non c'era
spazio per le maschere o i trucchetti. Queste persone riuscivano a
darci forza quando vacillavamo, e a ricordarci il vero scopo del
viaggio quando ci lasciavamo distrarre dal panorama. E noi facevamo
lo stesso per loro.
Non
bisogna mai permettere agli Iago di cui è pieno il mondo - gli
adulatori, gli insinceri - di salire sul nostro treno. Quando si
stagliano all'orizzonte, il cuore e l'intuito non mancano mai di
avvertirci, ma spesso siamo troppo indaffarati per rendercene conto.
E quando ci accorgiamo che ormai sono a bordo, dobbiamo farli
scendere al più presto, e non appena possibile perdonarli e
dimenticarli.
Nulla
inaridisce, inasprisce lo spirito come il risentimento.
Arianna
Huffington
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