Accertato
ormai da decenni di esperienza e di importanti ricerche
socio-demo-psico-pettegole, che maschi e femmine tendono a tradire
l'amante o il coniuge con una frequenza molto simile, spunta ora,
come tributo al doloroso momento economico, una nuova questione
legata al dominatore dei nostri pensieri : il portafoglio.
Tradiscono
di più i ricchi o i poveri ? Esiste una relazione fra il reddito,
(quello vero, non quello dichiarato), e la fedeltà ?
Il
più recente lavoro di ricerca condotto per conto della Nbc
su ben 140mila coppie americane sposate o in relazioni stabili, ha
prodotto una serie di risultati molto curiosi e meno banali delle
“pari opportunità” di corna, puntando al rapporto fra censo e
corna e alle variazioni sull'antico tema proposte dalle nuove
tecnologie.
Il
criterio dell'”andare a letto” come forma decisiva e
incontrovertibile di infedeltà si è esteso : la grande maggioranza
degli interrogati, il 70%, considera anche il “websexing”,
l'intrattenere un rapporto via web anche senza mai vedersi di
persona, come infedeltà.
Sono
centinaia i casi documentati di rapporti virtuali intrattenuti
picchiettando sulla tastiera di un computer che sfociano a letto,
anche dopo mesi o anni. Sorprende la durata della relazione
proibita. Il tipico affair,
l'avventura, la scappatella, non supera quasi mai la settimana, poco
più di una sveltina con tempi supplementari, e sono quasi sempre le
donne a chiudere in fretta la parentesi. E a dispetto della
classica gag da commedia, il “cielo ! Mio marito !” con l'amante
frettolosamente rinchiuso nel guardaroba, soltanto il 2% dei
fedifraghi è stato sorpreso dal partner in flagrante delicto.
Non
è neppure vero che “lo facciano tutti” o “tutte”. Se i
traditori sono abbastanza numerosi, soprattutto dopo i primi cinque
anni di matrimonio o di fidanzamento, (un tempo il prurito arrivava
il settimo anno, oggi si fa tutto più in fretta), è ammirevole
notare che mogli, mariti, fidanzati sono molto più fiduciosi e meno
sospettosi di quanto dovrebbero essere. Soltanto una persona su tre
dubita della fedeltà altrui, ma una su due è tradita.
Ma
ecco nascosto nella montagne di cifre e percentuali, il piccolo dato
che potrebbe, malinconicamente, consolare gli italiani che vedono la
propria situazione economica scivolare verso il leggendario baratro.
L'infedeltà è direttamente proporzionale al reddito. Chi più
guadagna più cornifica.
Qui,
la divergenza fra maschi e femmine appare netta. Per le donne, la
situazione sociale o finanziaria non induce in tentazione e le
signore ricche non sono più infedeli delle loro sorelle meno
fortunate, forse perchè – insinua la ricerca senza dirlo
esplicitamente per non apparire politicamente scorretta – le donne
tendono ad acquisire successo e quattrini più avanti negli anni,
quando il loro look, nonostante investimenti in bisturi e sostanze
tossiche, si affievolisce.
Oltre
i 300mila dollari di reddito annuo – 240mila euro – le infedeltà
maschili cominciano invece ad assumere dimensioni epidemiche : oltre
il 60%. Di nuovo, l'età ha una parte importante. L'uomo di
successo che raggiunge i piani alti nella propria professione o nel
conto corrente, conserva più attrattiva sull'altro sesso, anche
senza metterci il “fattore potere”, e ci arriva proprio quando la
sacra fiamma della passione coniugale si è un po' spenta.
L'offerta
di tentazioni cresce insieme con il guadagno, il rango, il successo,
proprio mentre si indebolisce il legame fisico con la propria
compagna o moglie. Nell'affair,
sia pure rapido, i maschi brizzolati cercano la riaffermazione della
propria potenza e i benefici secondari del proprio potere. Le donne
attempate, ma importanti, domandano, più che il sesso e l'estasi, la
conferma della propria superstite capacità di attrazione e
seduzione.
Sul
versante opposto della scala sociale, soltanto il 20% degli uomini e
delle donne con redditi inferiori ai 50mila dollari, attorno ai
38mila euro, confessano di avere tempo, la voglia, la possibilità di
lanciarsi in avventure amorose o acrobazie fuori dal nido. Il che,
se proprio vogliamo essere positivi od ottimisti, è una specie di
buona notizia. Forse.
Se
i salari diminuiscono, se la promozione non arriva, se il precariato
continua, se il negozietto boccheggia, se vi licenziano, se l'azienda
chiude, rallegratevi, signore e signori. Avrete il vostro partner
tutto per voi.
La
fedeltà come forma di cassa integrazione ?
Vittorio
Zucconi