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Il primo portale dedicato all'investitore italiano in Rep. Ceca e Slovacchia

domenica 27 gennaio 2013

La carica dei 1001 ! Prima convention di "Contante Libero".



102 blog e oltre 10.000 firme in difesa del Contante Libero
Domenica 10 febbraio 2013, ore 14.00, allo ZanHotel, Via Saliceto 8 Bentivoglio (BO).
Contante Libero, sito ed iniziativa sorti con il preciso scopo di sostenere il legittimo utilizzo del denaro contante, terrà il giorno 10 febbraio, dalle ore 14.00 alle ore 19.00 presso lo ZanHotel, Via Saliceto 8 Bentivoglio (BO), la grande Convention per il Contante Libero, per questo evento sono a disposizione 1001 posti a sedere.
Comunicheremo quanto prima il programma dell’evento e l’elenco completo dei blog partecipanti all’iniziativa.
L’evento è gratuito, per prenotarsi è necessario mandare una mail a Contanteliberobologna@gmail.com indicando:

-NOME
-COGNOME
-RECAPITO TELEFONICO
-BLOG DI RIFERIMENTO

domenica 20 gennaio 2013

Modi di dire 14


Si dice . . . “ darsi all'ippica “

L'espressione ironica “darsi all'ippica”, molto usata come esortazione, è un invito a cambiare mestiere o a smettere di svolgere un compito per manifesta incapacità. L'autore inconsapevole di questo modo di dire fu Achille Starace (1889-1945), gerarca fascista e braccio destro di Mussolini. Nel 1931 Starace, dovendo rappresentare il partito fascista a un convegno di medicina, vi arrivò in netto ritardo. Con i medici, seccati per l'attesa, Starace si giustificò affermando che egli non avrebbe mai potuto rinunciare alla sua cavalcata quotidiana, ed esortò i presenti ad uno stile di vita meno intellettuale e più sportivo : “Fate ginnastica e non medicina”, disse, “lasciate i libri e datevi all'ippica !”

Si dice . . . “ essere come la moglie di Cesare “

E' una raccomandazione e vuol dire essere tenuti a comportamenti al di sopra di ogni sospetto, di specchiata onestà e moralità. Il detto allude a un episodio della vita di Giulio Cesare, (100-44 a.C.), narrato da Svetonio in “Vita di dodici Cesari”, secondo cui il triumviro avrebbe ripudiato la moglie Pompea per aver scoperto che Clodio, approfittando di una festa, si era introdotto in abiti femminili nella sua casa per incontrarla. Al processo di divorzio Cesare affermò di non sapere nulla dell'accaduto e quando gli venne domandato per quale motivo volesse allora ripudiare Pompea, rispose : “Perchè credo che la moglie di Cesare non debba essere neppure sfiorata dal sospetto”.

Si dice . . . “ luna di miele “

Vi sono varie ipotesi sull'origine del termine “luna di miele”, che indica il primo periodo vissuto insieme da una coppia di sposi novelli, in cui “luna” va inteso come mese lunare. La più accreditata è che fin dai tempi molto antichi, si parla addirittura di Babilonia, era usanza regalare alle coppie di sposi una quantità di idromele, (bevanda alcolica a base di miele), sufficiente per un mese. Si pensava infatti che tale bevanda garantisse fertilità. E' certo comunque che l'abitudine di regalare idromele o bevande simili agli sposini era in uso nell'antica Roma. Nel Medioevo quando una famiglia cedeva in matrimonio una donna all'uomo, essa portava con se del miele, considerato simbolo di ricchezza. E la prima sera che passavano insieme i due, veniva detta “luna di miele”.

Si dice . . . “ prendersi il colpo della strega “

Vuol dire accusare un attacco di lombalgia acuta, che si manifesta con un dolore molto intenso nella base della schiena. Chi ne viene colpito non può muoversi senza provare altro acutissimo dolore. La definizione si rifà ai poteri occulti attribuiti alle streghe praticanti la “magia nera”, specie nel Medioevo. Si credeva che avessero, tra le altre, la facoltà di bloccare per incantesimo un loro nemico semplicemente con un tocco. E poiché il “colpo della strega” capita soprattutto quando si è in posizione chinata, si pensava che gli uomini più sciocchi, ammaliati dal fascino di quelle creature demoniache, ne subissero il tocco magico facendo loro il baciamano.

Si dice . . . “ andare a Canossa “

Significa riconoscere i propri errori chiedendo perdono. L'origine della frase risiede in un episodio storico. L'imperatore Enrico IV, in conflitto con Papa Gregorio VII, lo dichiarò deposto a Worms nel gennaio 1076. Per ritorsione il pontefice scomunicò Enrico un mese dopo, sciogliendo i sudditi dal giuramento di fedeltà al monarca. I principi tedeschi allora imposero all'imperatore di riconciliarsi con il Papa entro un anno. Enrico IV dovette quindi andare a chiedere perdono al Papa Gregorio VII che nel gennaio 1077, trovandosi presso il castello di Matilde di Canossa, lo umiliò lasciandolo tre giorni fuori dal portale con il capo cosparso di cenere.

Si dice . . . “ rosso di sera bel tempo si spera “

Questo vecchio proverbio ha valore di previsione meteorologica nell'antica cultura contadina. Il detto infatti confida in giorni soleggiati anche appena al termine di un acquazzone a patto che all'orizzonte, dove tramonta il sole, il cielo sia sgombro di nuvole. C'è un fondamento scientifico dietro questa previsione : nella grande maggioranza dei casi le perturbazioni più intense che giungono in Italia provengono da ovest, ossia dalla parte in cui tramonta il sole, formandosi in effetti nell'oceano Atlantico.

giovedì 10 gennaio 2013

Lettera aperta al signor Putin.


Gentile sig. Putin Vladimir, illustre presidente della federazione Russa, chi le scrive è Ersilio Gallimberti, anagraficamente e giuridicamente domiciliato c/o la cosiddetta Repubblica Italiana, situata verso il centro sud del continente europeo, con quella strana protuberanza, somigliante ad uno stivale, nel mare Mediterraneo.
Descrizione probabilmente inutile poiché lei già conoscerà la repubblica essendo la terra natale del suo grande amico, Cav. Silvio Berlusconi e altresì terreno di conquista dei suoi ricchi imprenditori e investitori,neo-convertiti al capitalismo, nonché grandi amanti ed estimatori della cucina e della moda italiana.
Traggo spunto per questa mia a fronte del suo recente immenso atto di donazione del passaporto russo, e della successiva nazionalità, all'ex cittadino francese nonché noto attore e produttore vinicolo, Depardieu Gerard, il quale in maniera assolutamente legittima reclamava, a fronte della vittoria elettorale nel suo ex paese di una coalizione di sinistra, il diritto per l'uomo maturo e consapevole, di scegliere in maniera autonoma la sua nazionalità, allorchè intercedano gravi e importanti fatti quali, in primis, la immotivata ingerenza dello stato nella sfera personale dell'individuo e, in secondis, l'elevata tassazione.
Ora, io sottoscritto Ersilio Gallimberti, pur non avendo la notorietà e nemmeno le capacità recitative e drammaturgiche del famoso attore francese, al quale mi accomuna un grande amore per il vino ed i suoi derivati, vado a narrarle l'insostenibile situazione finanziaria e sociale che si sta verificando nel mio paese anagrafico quale :
_pedissequa e incontrollabile ingerenza dello stato nella sfera individuale del cittadino come limitazione dell'uso del contante e sorveglianza con successivo obbligo di rendicontazione di tutte le spese considerate extra dallo stato stesso,
_volume della tassazione diretta e indiretta assolutamente al di fuori di ogni controllo e paragone europeo e a totale discapito del cittadino-utente, oops.. pardon, volevo dire suddito, senza che allo stesso cittadino-utente-suddito vengano consegnati adeguati servizi e facilitazioni,
_totale assenza di giustizia, dalla più semplice commistione di pene ai rei dichiarati o accertati, alla più complicata, almeno relativamente, fissazione di udienza sia per quanto riguarda la cosiddetta giustizia penale, sia soprattutto per quella denominata civile,
_totale assenza di rappresentatività della classe politica, assoluta espressione di lobby e gruppi di potere economico e sociale,
_totale assenza di educazione e senso civico da parte dei cittadini-sudditi, dotati di identico mio documento anagrafico, per il quale il semplice parcheggio dell'autovettura, nell'apposito spazio assegnato, diventa un'impresa quasi impossibile, soggetta a strisciamenti, ammaccature e dispetti vari, figli della più assoluta inciviltà e disprezzo del prossimo.
Ora, gentile sig. Putin, a fronte di questi brevi punti che ho voluto narrarle e tutti relativi alla mia nativa “patria” Italia, nella quale ho serie difficoltà di inserimento, le chiedo, imitando il noto attore francese e appellandomi alla sua enorme magnanimità, se anche per la mia persona fisica, ella potesse quanto prima approntarmi un documento tipo passaporto e donarmi, o almeno affittarmi, la nazionalità russa. Dimodochè anche per la mia persona sia possibile inserirmi nel consesso russo, magari aprendo chissà, una pizzeria, estremamente gradite nel paese, dandomi così una possibilità di sopravvivenza attualmente difficilissima nel suolo italico.
Sono altresì consapevole di non penetrare nel paradiso in terra, essendo la Russia, patria di qualche ingiustizia e di qualche limitazione della libertà e del pensiero, ma accetto di buon grado il prezzo.
Accetto di non poter mandarla “affanculo” illustre presidente, ma di avere 1000 Euro in tasca, e accetto altresì la visita mensile di 4 energumeni ceceni in negozio, piuttosto che la visita annuale del primo testa di cazzo di finanziere o funzionario dell'agenzia delle entrate, che insieme fanno 2 teste di cazzo !
Guardi, meno che la sodomizzazione, accetto tutto signor Putin, pur di scappare da questa valle di lacrime che si chiama Italia, o meglio Itaglia.
Faccio altresì appello all'enorme amicizia che la lega al mio ex presidente del consiglio, della rep. Itagliana, il sig. Berlusconi Silvio, per il quale lei stesso non ha mai nascosto stima e fiducia in diverse interviste, e che rappresenta in maniera inequivocabile, lo stereotipo dell'italiano medio, quell'italiano alla Alberto Sordi, che lei sicuramente conoscerà sig. Putin.
Quell'italiano furbo, opportunista, senza scrupoli, arrampicatore che è stato comunque ed indiscutibilmente, uno dei motori dell'economia italica per almeno 60 anni ; quell'uomo medio arricchito che rimane sempre “peracottaro”, come dicono a Roma, quindi sorione, bonario, clemente, mai cattivo e vendicativo.
Si perchè, se Berlusconi non fosse così com'è, e con tutti i soldi che ha, a quest'ora avrebbe già pagato un piccolo esercito di mercenari per sterminare almeno metà dei giudici e metà dei giornalisti italiani, e in questo lei, caro sig. Putin, gli sarebbe molto prezioso.
Chi più di lei, gentile sig. Putin, illustre presidente della Russia, è competente in materia di eliminazione del dissenso e cancellazione delle voci contrarie.
Ma ha perfettamente ragione e nel tempo la sua strategia si è dimostrata vincente ! Cosa sono tutti questi dissensi ? Tutte queste opinioni differenti,
quando si persegue l'obbiettivo comune del 13 % di tax flat e lo stato non rompe le balle ?!
Questa è vita, sig. Putin, mentre in Italia lo stato è ladro !, ti ruba i soldi in banca o quando vai per strada e si permette pure di fare la morale.
Vede come sono malmesso io in Italia ?
E' per questo che le chiedo la nazionalità sig. Putin. Mi faccia diventare russo per carità, ma non per simpatie verso il comunismo, tutt'altro. Voi che l'avete vissuto per quasi un secolo sapete bene di cosa parlo, ma andatelo a spiegare ai mie connazionali che a 50 anni suonati di età vanno ancora in piazza con la bandiera rossa gridando : “ Comunismo vuol dire tutto per tutti ! ”
Anche se non sono importante e famoso come Depardieu, la prego sig. Putin, conceda anche a me la nazionalità russa.
Per lei è un piccolo gesto, ma per me può rappresentare la vita.
Si la vita, ha capito bene, perchè sperare di arrivare alla pensione per poi andare a mangiare alla mensa poveri dello “stato etico itagliano”, non è propriamente vivere, gentile sig. Putin.
Fiducioso che la presente verrà considerata con la dovuta benevolenza, porgo deferenti ossequi.



giovedì 3 gennaio 2013

Contante libero:una battaglia di libertà lanciata da 30 siti, blog e giornali.


La tecnologia come mezzo di controllo sociale per imporre, attraverso una continua induzione di paure ed ansie, moduli di pensiero e comportamenti umani totalmente spersonalizzati, asserviti e ideologizzati. Obbiettivo finale: annichilire qualsiasi sentire, agire e pensare che possa essere veramente alternativo e concorrente. In sintesi, annichilire la libertà. Questo è il pericolo su cui ci ammonisce il celebre romanzo “1984″ di George Orwell. Ciò nondimeno, in questi anni di crisi tale pericolo non è lontano da un suo pieno concretizzarsi. Buona parte della società civile e dell’opinione pubblica sembra non voler vedere questo mostro che cresce; lentamente e apaticamente essa sta lasciando la propria libertà nelle mani di un’entità manipolatrice dai tratti allo stesso tempo oligarchici e collettivistici.
Se vogliamo difendere la libertà (la nostra libertà) dobbiamo innanzitutto scrollarci di dosso l’apatia e prendere coscienza del nostro potere. Per far questo è necessario “educarci alla libertà” processo che in primo luogo implica il comprendere e il saper confutare rigorosamente la logica antirazionale propugnata dai nemici della libertà.
E’ nel suddetto contesto che va inserita “la battaglia per la difesa dell’utilizzo del denaro contante”. Una battaglia la cui finalità, pertanto, non consiste nel rivendicare la supremazia in termini assoluti di uno strumento di pagamento su un altro (banconote versus mezzi elettronici), bensì nel riaffermare il diritto delle persone di scegliere liberamente il modo che ritengono migliore di portare a termine i loro scambi economici. Come tutti sanno nel nostro Paese la soglia al di sotto della quale è possibile utilizzare denaro contante per effettuare pagamenti tra privati o privati e società od amministrazioni non bancarie è stata recentemente abbassata fino all’attuale limite di 1000€, anzi 999,99 Euro.
Nonostante ciò, qualcuno non ancora sazio di prescrivere restrizioni alle libertà individuali continua a richiedere l’implementazione di ulteriori“stratagemmi” per disincentivare e ridurre ancor di più gli spazi d’uso del contante, con l’intento più o meno esplicito e consapevole di giungere in un futuro alla totale, o pressoché totale, soppressione di questa modalità di pagamento, affermando contemporaneamente il dominio artificiale della moneta elettronica. A supporto della bontà della loro tesi, i promotori ed i sostenitori della cosiddetta lotta al contante adducono il fatto che tutto ciò sia pensato e studiato al fine di ottenere gradi maggiori di benessere generale, equità, progresso, giustizia sociale.
La verità, tuttavia, è assolutamente un’altra: la lotta contro l’utilizzo del denaro contante non annovera alcuno scopo nobile e le argomentazioni a suo sostegno sono pure mistificazioni della realtà oggettiva. L’unico vero obbiettivo di questa crociata consiste nel proteggere e consolidare il potere, le prebende e l’influenza di quella variegata casta di soggetti improduttivi che vivono e prosperano soltanto a scapito del lavoro altrui.
Con il pretesto di perseguire buoni propositi si vuole soltanto fare razzia dei diritti naturali dei più inermi. Ecco Alcune menzogne da smascherare.
1-La lotta al contante in quanto strumento fondamentale per combattere l’evasione fiscale. Questa è l’argomentazione principale che viene usata da chi si prodiga per avere una società senza contante. Ad una prima analisi questa giustificazione sembrerebbe inattaccabile; tuttavia, mediante una disamina più attenta e approfondita si scopre che il grosso dell’evasione fiscale non ruota affatto attorno l’utilizzo del denaro contante, ma riguarda invece transazioni decisamente più sofisticate.
I fenomeni evasivi/elusivi numericamente più rilevanti, quali l’occultamento di ricavi e compensi o l’indebita deduzione dei costi, vengono, infatti, messi in atto con l’impiego di strutture e comportamenti fittizi che prescindono dall’uso del contante e dall’obbligo di avvalersi del canale bancario per rendere le operazioni tracciabili. Diffondere l’idea che la maniera più efficace per contrastare l’evasione fiscale risieda nella lotta al contante significa, dunque, pubblicizzare volutamente un erroneo convincimento. L’evasione si combatte mettendo a punto un quadro normativo stabile e facilmente comprensibile, tagliando il numero degli adempimenti, instaurando un rapporto di fiducia tra il Fisco e il contribuente e riducendo in maniera sistematica e ragionevole la pressione fiscale tramite un preventivo calo della spesa e dell’inefficienza pubblica.
A fronte delle sopraccitate misure, l’eliminazione del contante non serve praticamente a nulla se non a privare milioni di cittadini (il popolo minuto) dell’unico formidabile strumento di “dissenso di massa” che essi possono avere a loro disposizione per non essere sopraffatti da inique regole e politiche fiscali.
2-La lotta al contante non incide direttamente sulla libertà e le abitudini delle persone. Affermazione semplicemente senza senso. Restringendo le possibilità per gli agenti economici di scegliere come metodo di pagamento ciò che essi considerano più adeguato, si va ad incidere per forza di cose direttamente sulla libertà e le abitudini delle persone.
3-Contante strumento scomodo ed obsoleto. L’esperienza sostiene l’esatto contrario. Nella quotidianità solamente l’impiego del contante permette ad alcune transazioni di essere portate a termine in maniera celere e quindi proficua. Di conseguenza, eliminando o riducendo ancor più drasticamente questa modalità di pagamento, si introdurranno necessariamente in più parti del sistema economico rimarchevoli inefficienze che, in ultima analisi, avranno il demerito di rendere maggiormente complicata la vita delle persone.
4-La lotta al contante è decisiva anche nella lotta ai furti e alle rapine. «Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza». Basterebbe citare questo famoso aforisma di Benjamin Franklin, uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America, per dimostrare l’illegittima sussistenza di questo assunto. Ma, poiché è necessario essere veritieri fino in fondo, si deve anche constatare come l’eliminazione del contante non rappresenti sicuramente la panacea contro furti e rapine. Clonazione di bancomat e di carte di credito, manipolazione di conti bancari, furto d’identità o anche le incresciose aggressioni alle abitazioni dei cittadini sono tutti esempi di fenomeni criminali sui quali la lotta al contante non può avere di certo un’incidenza decisiva.
5-La lotta al contante è una vera e propria battaglia di civiltà. Alcuni si spingono a definire addirittura la lotta al contante come una vera e propria battaglia di civiltà, dando sostanzialmente origine ad una nuova forma di polilogismo (Il polilogismo è la dottrina che nega l’uniformità della struttura logica della mente umana): da una parte c’è chi ripudiando l’utilizzo del denaro contante ha sposato la cultura della legalità, dall’altra parte c’è chi non ripudiando tale utilizzo ha deciso di porsi, almeno teoricamente, al di fuori di questa cultura.
Questa presa di posizione è soltanto un grezzo espediente per evitare qualsiasi confronto approfondito, critica o discussione sul merito. Trattasi di falso razionalismo utile a nascondere l’irragionevolezza e l’illogicità di una tesi. Non avendo a proprio sostegno argomentazioni davvero valide, l’esercito della lotta al contante sposta la sua lotta sul terreno della pura ideologia allontanandosi così in maniera intenzionale dalla realtà delle cose.
Dinanzi ad un atteggiamento del genere si può comprendere appieno la posizione di chi ostinatamente porta avanti la crociata contro il contante: trovandosi nell’impossibilità di avere l’avallo della verità scientifica, tenta scorrettamente di plagiare la mente dei propri interlocutori.
«Chi cerca di realizzare il paradiso in terra, sta in effetti preparando per gli altri un molto rispettabile inferno» (Paul Claudel)
Eliminare il contante rappresenterebbe un atto di spoliazione dei nostri diritti alla libertà”. La progressiva eliminazione del contante e la simultanea imposizione dall’alto della moneta elettronica alimenta il potere arbitrario e discrezionale delle élites politiche e finanziarie. Il costante consolidamento di questo potere è da ritenersi estremamente pericoloso poiché sottende, in conclusione, l’indotta accettazione di una società dalle caratteristiche distopiche dove l’uomo non è concepito come fine, bensì come mero mezzo.
Per impedire tutto ciò bisogna iniziare a far sentire il nostro grido di disapprovazione.
ALLEGATO 1: Vai ai 10 Punti per Il Contante Libero il Manifesto in versione short.
ALLEGATO 2: Siti, blog e giornali che hanno aderito all’iniziativa



Ersilio Gallimberti HA ADERITO A QUESTA INIZIATIVA. SE ANCHE TU TIENI ALLA LIBERTA’ RILANCIA QUESTO MANIFESTO.

mercoledì 2 gennaio 2013

Ode alla scopa di saggina e ... alla Befana !


Non c'è un solo motivo per cui la scopa di saggina non possa definirsi eccezionale.
La prima cosa da dire : sembra il risultato di un gesto, non di un disegno o di un progetto.
Il cereale viene semplicemente raccolto, senza essere lavorato, quasi senza produrre scarti.
La realizzazione è a mano, con le cuciture sapienti ma per nulla perfette.
Un oggetto rifinito con fil di ferro ben stretto e qualche chiodo.
Dettagli che, se valutati con attenzione, narrano la storia di chi l'ha prodotto.
La scopa è infatti un archetipo della cultura rurale, universalmente riconosciuto da società diverse che reinterpretano questo oggetto utilizzando piante o cereali locali.
Possiede le qualità delle cose perfezionate nel tempo e la semplicità apparente di quelle dal gusto sofisticato, un po' come la pasta aglio olio e peperoncino, se mi passate il paragone !
Last but not least : nonostante stia lentamente diventando obsoleta a causa dell'evoluzione delle pavimentazioni e degli strumenti di pulizia, la scopa di saggina ha quelle caratteristiche espressive, tecniche e di sostenibilità che tutti gli oggetti contemporanei dovrebbero avere.
Non per niente è l'unico tipo di scopa utilizzata dalla signora Befana !