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Il primo portale dedicato all'investitore italiano in Rep. Ceca e Slovacchia

martedì 23 dicembre 2014

AUGURI A TUTTI !

Comunque sarà quel che sarà, ci saranno i problemi che ci sono, ma il Natale è sempre il Natale ! L'atmosfera che si respira a Natale è sempre unica e impareggiabile.
Sarà per la cultura e l'educazione che ho avuto, e della quale sono fiero e orgoglioso, e che condivido con tutta Italia, ma non riesco a rimanere impassibile e freddo in questo particolare periodo dell'anno ; tutto ti ispira serenità, allegria, azzarderei quasi gaiezza. Sembra quasi che il mondo si resetti dopo un anno di sacrifici ed angherie.
E questo è il motivo del perché ogni anno, proprio a Natale, mi metto dietro al pc per scriverVi queste righe di augurio e ringraziamento. Perchè ve lo meritate, c'è l'ho meritiamo.
Ogni anno sembra passare sempre più velocemente e anche più pericolosamente. I problemi ci sono e si fanno sentire, inutile nasconderlo, ma siamo sempre pronti a contrastarli e fino ad ora abbiamo vinto. E non è poco !
Le cose attorno a noi cambiano velocemente, e spesso e volentieri cambiano nella maniera che non vorremmo. Gli obbiettivi tardano ad essere raggiunti, ma prima o dopo ci si arriva.
E allora chi vuol essere lieto sia, è Natale, e del doman non v'è proprio certezza.
Respiriamo fino in fondo quest'atmosfera, viviamo fino alla fine questo momento unico, è Natale, è il nostro Natale, il Natale della gente per bene.
Vi faccio i miei più sentiti auguri, a tutti, a tutti quelli che quotidianamente mi ricompensano con un loro contributo, di amicizia e professionale. A tutti quelli che hanno contribuito a costruire questo blog, con le 95.000 visualizzazioni, e a tutti quelli che contribuiscono a far crescere est consulting, con i passaggi sul sito, (la media è di 100 visualizzazioni al giorno), e con la fiducia accordatami dal numero di contratti.
GRAZIE A TUTTI ! E un augurio di un felice e sereno Natale 2014 e di un formidabile anno nuovo 2015 !
Le parole potrebbero sembrare banali e di consuetudine, ma vengono dal cuore e sono sincere, credetemi. Ma soprattutto fanno tanto bene a me ; farVi gli auguri mi fa stare bene, anzi benissimo.
Un augurio particolare e tutti i miei collaboratori, femmine e maschi, in Italia, Rep. Ceca e Slovacchia. Siamo fortissimi ragazzi !
Un augurio particolare a Diego, impareggiabile web master, che mi accompagna dall'inizio in questa avventura in rete.

AUGURI A TUTTI !

giovedì 18 dicembre 2014

Natale in recessione, Natale in promozione. Il fai-da-te creativo.

È ormai cominciato il conto alla rovescia in vista del Natale e, con esso,
anche indagini e valutazioni su come ci si aspetta che siano e su come effettivamente saranno le prossime festività natalizie. Sicuramente, tocca ancora fare i conti con la crisi e i suoi effetti, che per molti vogliono dire maggiori ristrettezze economiche rispetto all'anno scorso.
Ma i portafogli più leggeri sembrano in qualche modo favorire un ripensamento dello stile di vita, non necessariamente e non completamente in chiave negativa. Un Natale più povero forse, ma anche segnato da scelte più vicine a quello che dovrebbe essere il vero spirito di questa festa.
Secondo la 16ª edizione della ricerca "Xmas survey", pubblicata da Deloitte, in 15 paesi europei su 18, in testa alla lista dei desideri c'è il denaro. E anche quasi un italiano su 2, (46%), si augura di ricevere in dono soldi. "Un desiderio facile da comprendere : in una fase in cui una grossa fetta di persone non riesce a sbarcare il lunario e arrivare alla fine del mese, un dono di questo tipo rappresenta un sostegno concreto, che permette di affrontare con maggiore serenità il quotidiano", commenta la dottoressa Paola Vinciguerra, psicologa e psicoterapeuta, presidente dell'Eurodap, Associazione europea disturbi da attacchi di panico.
Il 45% degli italiani esprime anche un altro desiderio a Babbo Natale : in alternativa al denaro sarebbe molto gradito un viaggio. "Se i soldi aiutano ad affrontare meglio le difficoltà quotidiane, il viaggio rappresenta l'antidoto, per quanto transitorio, alle stesse" continua la psicologa. "È la richiesta di un'emozione, di un'esperienza che offra la possibilità di staccare per un momento la spina ai problemi, di prendersi una pausa di rigenerazione fisica e mentale, e sognare. Un desiderio più che comprensibile proprio in momenti difficili come quelli attuali".
Ecco le mete più desiderate
In fatto di viaggi, American Express ha elaborato i dati relativi ai suoi servizi travel e lifestyle, identificando i principali trend dei propri titolari di carte, per le prossime vacanze invernali. La top ten vede in testa alle mete più richieste Miami, (in aumento), e i Caraibi, seguita da New York, le Maldive, (in calo), al quarto posto l'Oriente, al quinto l'Italia, (in crescita), con le località sciistiche e termali, e poi a seguire Sudafrica, (in crescita), Los Angeles, Parigi, Londra, (in calo), e Dubai in calo.


Tra il desiderare e l'ottenere ci sono, com'è ovvio, differenze sostanziali : stando sempre all'indagine di Deloitte, i regali che andranno per la maggiore nelle case italiane saranno libri, (42% delle intenzioni di regalo), o prodotti di cosmetica 26%. Rispetto a soldi e viaggi, infatti, sono certamente più a portata di tasca e quindi, di fatto, in linea con il budget che si ha a disposizione. "Ma c'è di più : la lettura offre la possibilità di una fuga, di viaggiare con la mente, di estraniarsi momentaneamente dal quotidiano per entrare in una situazione emotiva altra ; insomma, uno stimolo paragonabile a quello di un viaggio, ma più a portata di mano" sottolinea Vinciguerra.
"I cosmetici, invece, permettono di prendersi cura di sé, sono coccole che ci aiutano a sentirci meglio con noi stessi : un piccolo espediente per rigenerarsi" commenta ancora la psicologa.
"Con la crisi, sprecare fa sentire a disagio : si è spinti al riuso, al riciclo, al recupero, al fai-da-te, ma anche al baratto e alla solidarietà in generale, che a Natale tradizionalmente trova ancora più terreno fertile" sostiene l'esperta. Lo confermano i dati : dal 2007 al 2012 c'è stato un incremento del 22% degli italiani solidali, superiore alla media dei paesi dell'OCSE.
Secondo l'analisi Coldiretti/Ixe, il 10% delle famiglie quest'anno ha prestato denaro a parenti e amici più che in passato, l'8% ha fatto più volontariato e altrettanti hanno aumentato le donazioni in denaro, mentre il 7% ha fatto l'elemosina per strada.
È un consumatore attento alle tasche, ma anche sensibile al rispetto di valori etici, sociali, di sostenibilità dei prodotti che acquista, quello ritratto da Deloitte. Se, infatti, il 91% degli italiani continuerà a cercare prodotti in promozione e il 41% acquisterà quello con il prezzo più basso, indipendentemente dal paese d'origine, il 72% dichiara di ritenere importanti le informazioni presenti sulle confezioni e di non comprare prodotti realizzati sfruttando il lavoro minorile, (75%), in cattive condizioni lavorative, (67%), che non rispettano l'ambiente, (65%), o con un impatto negativo sul pianeta, (64%).
Infine, il 63% comprerà made in Italy. "Non tutto il male viene per nuocere : la crisi economica, la necessità di non buttare i soldi dalla finestra, portano a riscoprire alcuni valori, primo tra tutti il consumo responsabile e consapevole, e lo sviluppo sostenibile" commenta la psicoterapeuta.
Spese più oculate, ma sempre più via Internet : secondo l'indagine Deloitte le vendite via etere sono in crescita, con un budget stimato del 26% sul totale degli acquisti, circa 125 Euro, l'1% in più dell'anno scorso è ben 6% in più del 2011, è il consumatore italiano punta soprattutto a comprare sul Web musica e film, 37% e 39%.
I motivi? Convenienza, la possibilità di confrontare i prezzi dei prodotti in tempo reale e le informazioni dei gruppi sul prodotto, almeno secondo lo studio condotto su 800 acquirenti on-line dell' Eurodap. "Gli acquisti on-line rappresentano uno dei pochi settori che resiste alla crisi, sia perché si ha l'idea che su Internet si possa risparmiare, ma anche per la diffusione di tablet e smartphone, che hanno reso più facile la connessione" sottolinea Paola Vinciguerra, coautrice, con Massimo Donà, segretario dell'Unione Nazionale Consumatori del libro "Aggiungi al carrello. Shopping on-line : sopravvivere agli inganni e alle dipendenze del Web".
Attenzione, però, al rischio dipendenza. "Un acquirente su due dichiara che spesso si collega senza intenzione di fare acquisti o senza avere un'idea precisa di cosa comprare, ma finisce per acquistare di tutto e di più, e il 30% ne è poi insoddisfatto" commenta la psicologa.



A Natale i veri protagonisti sono i bambini : non si rinuncia ai giocattoli per loro ma, dati Deloitte alla mano, il 58% degli europei privilegerà gli aspetti educativi e formativi, donando i più piccoli giochi da tavolo, libri e giochi educativi, e ai teenager videogames, denaro e libri. Lo stesso farà il 70% degli italiani.
Secondo le rilevazioni su numeri e tendenze per il Natale presentate da Mattel, le famiglie italiane spenderanno oltre 700 milioni di Euro in giocattoli. "È importante rispettare il bambino e il suo sogno natalizio : regalargli il maglione che gli serve non è per lui un vero regalo, che per essere tale deve essere riferito al suo mondo di giocattoli" commenta Vinciguerra. Non bisogna quindi scoraggiare la tradizionale letterina a Babbo Natale, che anzi può essere un utile bussola per la scelta : ogni anno infatti un regalo su sei e indesiderato.
Il consorzio POLI.design del Politecnico di Milano ha tracciato i quattro trend di maggiore successo dei regali sotto l'albero per i bambini : giocattoli vintage, ossia tradizionali, soprattutto di ispirazione anni 70; educational , vale a dire giochi con funzione ludica ma anche pedagogica; i movement maker, che favoriscono il movimento in casa e all'aperto: i teck innovation, giochi che utilizzano le nuove tecnologie, dal touchpad alle app.
"Trend che confermano la linea attuale, in cui convivono più attenzione ad acquisti di spessore e di risparmio, attraverso sia i giochi educativi sia la riproposizione dei giocattoli del passato, in un recupero e riuso che è anche probabilmente un ritorno evocativo a tempi considerati migliori, e l'ovvia presenza delle tecnologie" commenta Vinciguerra.
Tempo di austerity anche per gli addobbi natalizi pubblici : secondo l'associazione delle piccole microimprese Comitas, quest'anno raggiungerà il suo apice la progressiva riduzione di decorazioni e luminarie lungo le strade delle città italiane, un fenomeno iniziato già da alcuni anni.
Rispetto a cinque anni fa, anzi, si registrerà un vero e proprio dimezzamento degli allestimenti nei negozi e nelle vie dello shopping. I più colpiti dai tagli saranno i piccoli comuni, specie quelli del sud Italia, mentre nelle grandi città il fenomeno interesserà in modo particolare le periferie e le zone semicentrali.



Se per le vie vince l'austerity, in casa come sarà l'atmosfera natalizia? "Pochi rinunceranno all'albero e/o al presepe e in generale agli addobbi festivi, perché aiutano a vivere il sogno del Natale e la festa, facendoci ritagliare una parentesi di evasione e rigenerazione" sostiene la psicoterapeuta.
La risposta al budget limitato e nel fai-da-te creativo, tornato in auge : riciclando oggetti, vecchi addobbi o anche scarti quotidiani, con un po' di creatività si realizzano addobbi originali e a costo quasi zero. Oppure si prestano, donano e scambiano addobbi che non si usano più o che si hanno in esubero : sul Web, soprattutto su Facebook, con i gruppi "Te lo regalo se viene a prenderlo", stanno dilagando gruppi di scambio o anche di regalo.
"Il cibo è legato a doppio filo alla festività, è la tradizione ed è anche il segno della convivialità ; per questo, anche se in misura meno opulenta, cenoni e pranzi delle feste manterranno la loro peculiarità e in molti casi ci sarà quel panettone o torrone in esubero" commenta Vinciguerra. Ma la Coldiretti avverte : salgono a 4,1 milioni gli italiani che non potranno permettersi pranzi e cenoni a Natale senza l'aiuto di istituzioni, organizzazioni o singoli cittadini, +10% rispetto al 2012.
Per fortuna è aumentata anche la solidarietà : nel 2013 il 15% delle famiglie ha offerto aiuto alimentare ai bisognosi.


Valeria Ghitti


lunedì 15 dicembre 2014

Punti di svista : Franco Cordero e i parassiti.

Tiene banco la scoperta del malaffare capitolino: una congrega di varie anime, (underground nero, Magliana, trame mafiose), infiltrata nel PD, gestisce appalti lucrando su raccolta dei rifiuti, campi di immigrati, manutenzione del verde pubblico. Stupore, scandalo, sdegno: ed essendo sinora 101 i variamente coinvolti, molti in custodia cautelare, sa d'eufemismo la metafora "mela marcia".
Matteo Renzi reagisce nel solito stile, a imperiosi gesti verbali, nominando un commissario: Matteo Orfini, presidente del partito, ex capo dei “giovani turchi” ; né poteva mancare una task force. Ventitre anni fa Bettino Craxi definiva "mariuolo" il presidente del Pio Albergo Trivulzio, sorpreso col denaro caldo in tasca. Il risanatore del partito era un ex sindacalista Psi, poi ministro e presidente dell'antimafia, Ottaviano Del Turco : nel luglio 2008, il governatore dell'Abruzzo, finisce in vinculis, quale tangentocrate d'una sanità vertiginosamente gonfia ; da Parigi nell'anniversario della Bastiglia l'allora premier Silvio Berlusconi inveisce contro l'ultimo "teorema" di invadenti toghe; le imbriglierà.
Esiste una campagnia degli impuniti : campagne mediatiche lo lodavano innocente, assolto a colpo sicuro ; il processo pende in appello dopo una condanna a nove anni e sei mesi. L'argomento invita all'analisi storica : come mai fioriscano tali commerci e quanto vi sia organicamente coinvolta la classe politica.
L'evento milanese 17 febbraio 1992 ha effetto domino : dovunque
l'inquirente scavi, brulica politica infetta. Gli ottimisti sperano in una metamorfosi virtuosa, oltre la palude democristiana e il plumbeo dogmatismo comunista, (squalificato dalla crisi nella chiesa madre moscovita). La mutazione genetica era illusoria. In Sicilia Cosa Nostra ha subitò duri colpi e risponde uccidendo in forme spettacolari chi la perseguiva : sabato 23 maggio, mentre le camere eleggono un presidente della Repubblica, saltano in aria Giovanni Falcone, sua moglie, la scorta ; 57 giorni dopo, tocca a Paolo borsellino ; lo Stato reagisce isolando i boss detenuti, (articolo 41 bis: comunicavano facilmente con l'esterno) ; misura molto sofferta dalla cupola.
In settembre, Vito Ciancimino voleva stabilire contatti : lo sappiamo da Luciano Violante, testimone tardivo ; allora presiedeva l'antimafia. Tra maggio e luglio 1993 esplodono autobombe a Roma, Firenze, Milano : morti, feriti, offesa al patrimonio artistico ; l'esplosivo dirocca due basiliche nel cui titolo figurano i nomi dei presidenti delle camere, (la mafia è semiologa).
Nell'udienza al quirinale del 28 ottobre 2014, Giorgio Napolitano racconta che l'allusione fosse perfettamente intesa nel mondo politico : saltava agli occhi l'intervento estorsivo, liquidare l'articolo 41 bis ; non rammenta però uno Stato transigente. Gli archivi suonano altra musica. Fin da giugno il nuovo vertice penitenziario consigliava la “distensione” carceraria conseguibile a quel modo : varie voci contraddicono segnalando i pericoli d'una maniera molle ma provvedimenti ministeriali del 5 novembre restituiscono al regime consueto 334 importanti mafiosi. Non è routine. Scelte simili coinvolgono il governo.
Nei mesi seguenti nasce una mai vista creatura politica : ponti o celle con le sbarre sono dimore scomode, (parla Fedele Confalonieri, custode dei segreti) ; così diventa statista l'uomo che s'era fondato un impero economico e mediatico praticando falso, frode, corruzione, plagio. Gli sta al fianco l'inseparabile Marcello dell'Utri, i cui legami con la piovra constano dalla condanna a sette anni (li espia) : "Dobbiamo convivere", esorta un ministro del secondo governo forzaitaliota ; e convivono proficuamente, visti i 60 seggi su 60 vinti nell'isola. Il modus vivendi tra Repubblica d'Italia il dominio mafioso richiedeva qualche ritocco alle norme.
Re lanterna spaccia garantismi criminofili : perde i colpi un ferro vecchio penale faticoso, lento, sistematicamente inibito. Ogni anno sfumano 150.000 casi, prescritti, ossia estinti da termini iugulatori. La criminalità white collar è una prediletta berlusconiana.
L'universo mafioso vi rientra nella parte in cui assume figure finanziarie, commerciali, industriali : gigantesca impresa, allunga i tentacoli. Ma colletti bianchi malfattori patiscono le spie meccaniche occulte, e qui l'Olonese non è ancora soddisfatto : l'ideale sarebbe che nessuno vi interferisse, affinché comunichino sicuri, essendo tabù qualunque cosa dicano privatamente. Le intercettazioni sono bestia nera in quest'allegra ideologia.
I parlamentari godono d'un privilegio : chi vuole intercettarli chiede l'assenso della camera competente : solenne "en garde" e sarebbe meno ipocrita l'assoluta immunità ; l'avvertito non parla più o misura le parole. Quando poi l'onorevole locutori si infili in linee altrui, soggette a controllo, l'assemblea concede o nega l'uso dei reperti, sovranamente. Regna la casta.
Giovedì 4 dicembre Palazzo Madama sottrae all'indagine e al futuro eventuale processo le emissioni vocali di Antonio Azzolini, presidente Ncd della commissione bilancio ; ballano 147 milioni d'una truffa allo Stato, frode in pubbliche forniture, associazione a delinquere, reati ambientali eccetera ; così la procura di Trani configura i fatti.
L'interessante è che, tolto qualche dissenso, niente distinguerà i senatori PD dai berluscones delle due famiglie : con distintivi diversi sotto il bavero conducono lo stesso gioco ; vedi Kafka "Il processo", in fondo al secondo capitolo. Gli "emblemata" erano un genere letterario, figure simboliche, talvolta accompagnate da chiose o versi ; è famosa la raccolta di Andrea Alciato, luminare della giurisprudenza colta cinquecentesca.
Volano o rampano grifone, Aquila, cavallo, Leone, ma dovendo definire emblematicamente il parassitismo fiorente in Italia, sceglieremo animali meno nobili, quali pidocchio e vampiro.


Franco Cordero

domenica 7 dicembre 2014

A Natale che cosa regalo ? Il mito dell' handyman tool.

Uno strano rumore si alza dai caminetti e dagli addobbi natalizi americani. È una cacofonia di ronzii e tonfi, un frinire di motorini elettrici, un grattare di lime e battere di martelli che domina la colonna sonora delle feste, duellando con l'ormai insopportabile Jingle Bells e le nenie sciroppose e della tradizionale càrole.
Comincia a essere udibile, come il brontolio di un temporale lontano, alla fine di ottobre, quando i venditori gettano i semi che sperano di vedere poi fruttificare a Natale, specialmente nelle ore del panico finale e degli acquisti con il cuore in gola.
È l'arsenale di trapani elettrici che oramai chiamare trapani è come definire la Filarmonica di Berlino una banda della polizia municipale, perché dall'originale attrezzo con punte per fare buchi di vario calibro, quell'arnese è diventato un mostruoso "transformer" capace di ricostruire un'intera casa.
Dopo la scellerata cravatta, il maglioncino destinato per direttissima ai cassetti o la boccetta di profumo che la vittima si spruzzerà una volta per lasciarla poi essiccare serenamente, per la gioia di parenti e amici, lo handyman tool, l'attrezzo per colui che vuol fare tutto da solo, è il regalo più diffuso per uomini, compresi quelli che hanno tutto.
Il trapano elettrico, chiamiamolo così, è come i telefonini o i tablet : trova sempre modo di ripresentarsi in versioni diverse e apparentemente più capaci, per creare l'incentivo a comperarlo. In nessuna altra nazione questo regalo è altrettanto diffuso come negli Stati Uniti, anche se la cultura del bricolage - o del "DIY" (do it yourself, fai-da-te), è radicata ovunque.
L'industria dell'arrangiarsi da soli e riparare o modificare la propria abitazione, produce più di 150 miliardi di dollari all'anno in vendite, per le dozzine di aziende che si sgomitano per dotare ogni maschio americano di uno handyman tool e illustrano l'irrisoria facilità con la quale il loro attrezzo permette di fare qualsiasi cosa.
Finiti i tempi della semplice punta per trapanare, si arriva a 150 possibili accessori, assortimenti capaci di far vergognare il più colto dei coltellini svizzeri.
Il pretesto per acquistarli e regalarli a Natale, (o per la festa del papà), è naturalmente il risparmio, quel mito del "ghe pensi mi" che induce i consumatori a buttare tonnellate di soldi credendo di spendere meno. E se effettivamente qualche superdotato riesce a evitare l'occasionale ricorso all'idraulico, al carpentiere, al muratore, generalmente il miracoloso transformer è destinato a languire nella cassetta degli attrezzi, perdendo nel labirinto della vita accessori, pezzi, adattatori, chiavette, batterie.
O, peggio, finisce per produrre lavori incompiuti che costringono all'ingaggio di un professionista che dunque costerà il doppio, per porre rimedio ai guasti e poi fare quello che si sarebbe dovuto fare. Più alto è il costo dell'attrezzo e più lo sarà la spesa in liti, discussioni e medicinali, per controllare l'ipertensione e le cefalee.
Ma naturalmente non è l'utilità pratica di questi arnesi a spiegarne il successo. Come famosi show televisivi di grandissimo successo hanno raccontato con grande ironia, il trapano elettrico è un simbolo fin troppo ovvio di virilità, un Viagra a motore per la vacillante vanità degli uomini.
Impugnando quel coso, anche se soltanto il giorno di Natale, papà tornerà a sentirsi, per qualche ora, insieme il lupo Alfa, l'homo faber, lo stallone instancabile, dotato di 150 prolunghe e accessori.
Se poi servirà realmente ad appendere un quadro, a segare la gamba di un tavolo, a rimettere in sesto l'anta di un pensile in cucina, tanto meglio. Ma l'utilità pratica è un accessorio, un bonus.
La sua vera funzione è restituire al depresso maschio americano, insidiato nella propria crepuscolare supremazia, l'effimero brivido di sentirsi per un istante di nuovo “il macho” e il pioniere che conquistò un continente con un martello, una sega è una Colt.
Si somigliano quando vengono impugnati, i trapani e i revolver, ma fanno - anche tra le dita di imbranati totali come me - meno danni di una Colt. Almeno agli altri.


Vittorio Zucconi

martedì 2 dicembre 2014

A Natale chi aiuto ? Attenzione a mendicanti professionisti e poveri occasionali.

Mi guardano con occhi disperati, sopra ventri gonfiati dalla fame. Mi strappano il cuore nel pallore del male che combattono. Mi tendono la mano scarnificata sotto scialli logori. Hanno bisogno di me, del mio aiuto e mi chiedono di giocare a Dio : chi devo scegliere? Chi devo aiutare? Chi ignorare? Questa è la stagione dello straziante ricatto della filantropia, che si fa travolgente nell'avvicinarsi del Natale e il mio nome è ormai risucchiato nel grande vortice della beneficenza.
Tutto era cominciato in maniera banale, con pochi dollari. Arriva un'ambulanza in casa, per soccorrere una persona caduta è ferita. Sono volontari di una squadra di soccorso di quartiere. Non vogliono nulla ma se non sei un verme, un arpagone o un poveraccio senza un centesimo, mandi un contributo alla loro attività.
Invia 100 dollari alla Cheavy Chase Bethesda Rescue Squad, come
si chiamava. Mi arrivò la lettera di ringraziamento con l'avvertenza che quei 100 dollari erano detraibili dalle tasse. Buon cuore e buon affare.
Non sapevo, come disse l'ammiraglio Yamamoto nel 1941 dopo aver bombardato Pearl Harbor, che avrei svegliato un gigante che dormiva. Il mio nome era finito dentro il tenero, implacabile, insaziabile colosso delle "donations", passato è rivenduto, frullato dalle banche dati. È tutto a fin di bene e il bene è implacabile, non conosce pentimenti.
Sono ormai nell'immenso corpo dei finanziamenti volontari caritatevoli, che negli Usa pesa 300 miliardi di dollari l'anno e supplisce al gracilissimo, anoressico corpicino dell'assistenza pubblica.
Mi mandano appelli dozzine di questi enti caritatevoli. Sulla scrivania o richieste dell'Unicef, (il braccio dell'Onu che si occupa di bambini), Medici Senza Frontiere, Emergency, la Società per la lotta alla fibrosi cistica, la Croce Rossa, la Associazione degli orfani dei poliziotti, la marcia dei Dimes per i bambini ancora non nati, la fondazione per la fauna dell'Alaska (?), l'ospedale pediatrico di San Giuda, la fratellanza dei bambini ciechi, la fondazione per la prevenzione dei suicidi, la Società per la lotta all'artrite e tutti i gruppi che lottano contro i tumori della mammella.
Sono un milione e mezzo le organizzazioni caritatevoli non-profit negli Stati Uniti e quando si avvicina il Natale, il tempo del rimorso per i soldi buttati, si mobilitano in massa. La mia cassetta della posta trabocca di appelli, ai quali si aggiungono le richieste di elemosine politiche a partiti e candidati vari, da quando mia moglie versò incautamente 50 dollari alla campagna elettorale di Obama nel 2008.
Da allora ricevo appassionate lettere della first-lady Michelle : perché non ho più tue notizie, dear Vittorio ?
Chi scegliere? È meglio, cioè è peggio, l'AIDS o la Croce Rossa, Medici Senza Frontiere o le ambulanze volontarie del quartiere? Devo commuovermi più per i bambini autistici o diabetici? Stacco assegni per la lotta al tumore della mammella o per la vaccinazione dei figli di immigranti illegali? Quale tragedia del giorno è più tragica, le Filippine o il tornado che ha divorato la prateria, i monsoni del sud-est asiatico o l'ultimo terremoto killer, (ce n'è sempre uno)?
Si deve scegliere. A chi molto è stato dato dalla vita, come a me, molto è richiesto, ma neppure i Rockfeller o i Gates possono contribuire a tutto.
Quale degli occhioni sgranati che mi guardano dalla foto è più commovente? Il rischio è quello di premiare il fotografo più bravo, anziché il bambino più malato.
Ci chiedono di giocare a Dio, al Signore della misericordia con bonifico, assegno o carta di credito, (negli Usa ci viene almeno risparmiata la filantropia della pigrizia via SMS).
Con il cuore trafitto, butto fasci di appelli nel cassonetto della carta. Mi aggrappo al bene generico, per non dover pronunciare sentenze di vita o di morte specifiche, stacco assegni per l'Unicef, per Medici Senza Frontiere, per Emergency, per la Croce Rossa. Si preoccupino loro di scegliere poi chi aiutare.
Getto invece senza rimorsi tutte le richieste di donazione a partiti politici, sperando che almeno loro la piantino di tormentarmi. Non ne posso più di ricevere lettere strazianti da Michelle Obama.

Vittorio Zucconi