Uno
strano rumore si alza dai caminetti e dagli addobbi natalizi
americani. È una cacofonia di ronzii e tonfi, un frinire di motorini
elettrici, un grattare di lime e battere di martelli che domina la
colonna sonora delle feste, duellando con l'ormai insopportabile
Jingle Bells e le nenie sciroppose e della tradizionale càrole.
Comincia
a essere udibile, come il brontolio di un temporale lontano, alla
fine di ottobre, quando i venditori gettano i semi che sperano di
vedere poi fruttificare a Natale, specialmente nelle ore del panico
finale e degli acquisti con il cuore in gola.
È
l'arsenale di trapani elettrici che oramai chiamare trapani è come
definire la Filarmonica di Berlino una banda della polizia
municipale, perché dall'originale attrezzo con punte per fare buchi
di vario calibro, quell'arnese è diventato un mostruoso
"transformer" capace di ricostruire un'intera casa.
Dopo
la scellerata cravatta, il maglioncino destinato per direttissima ai
cassetti o la boccetta di profumo che la vittima si spruzzerà una
volta per lasciarla poi essiccare serenamente, per la gioia di
parenti e amici, lo handyman tool,
l'attrezzo per colui che vuol fare tutto da solo, è il regalo più
diffuso per uomini, compresi quelli che hanno tutto.
Il
trapano elettrico, chiamiamolo così, è come i telefonini o i tablet
: trova sempre modo di ripresentarsi in versioni diverse e
apparentemente più capaci, per creare l'incentivo a comperarlo. In
nessuna altra nazione questo regalo è altrettanto diffuso come negli
Stati Uniti, anche se la cultura del bricolage - o del "DIY"
(do it
yourself,
fai-da-te),
è radicata ovunque.
L'industria
dell'arrangiarsi da soli e riparare o modificare la propria
abitazione, produce più di 150 miliardi di dollari all'anno in
vendite, per le dozzine di aziende che si sgomitano per dotare ogni
maschio americano di uno handyman
tool
e illustrano l'irrisoria facilità con la quale il loro attrezzo
permette di fare qualsiasi cosa.
Finiti
i tempi della semplice punta per trapanare, si arriva a 150 possibili
accessori, assortimenti capaci di far vergognare il più colto dei
coltellini svizzeri.
Il
pretesto per acquistarli e regalarli a Natale, (o per la festa del
papà), è naturalmente il risparmio, quel mito del "ghe
pensi mi"
che induce i consumatori a buttare tonnellate di soldi credendo di
spendere meno. E se effettivamente qualche superdotato riesce a
evitare l'occasionale ricorso all'idraulico, al carpentiere, al
muratore, generalmente il miracoloso transformer è destinato a
languire nella cassetta degli attrezzi, perdendo nel labirinto della
vita accessori, pezzi, adattatori, chiavette, batterie.
O,
peggio, finisce per produrre lavori incompiuti che costringono
all'ingaggio di un professionista che dunque costerà il doppio, per
porre rimedio ai guasti e poi fare quello che si sarebbe dovuto fare.
Più alto è il costo dell'attrezzo e più lo sarà la spesa in liti,
discussioni e medicinali, per controllare l'ipertensione e le
cefalee.
Ma
naturalmente non è l'utilità pratica di questi arnesi a spiegarne
il successo. Come famosi show televisivi di grandissimo successo
hanno raccontato con grande ironia, il trapano elettrico è un
simbolo fin troppo ovvio di virilità, un Viagra a motore per la
vacillante vanità degli uomini.
Impugnando
quel coso, anche se soltanto il giorno di Natale, papà tornerà a
sentirsi, per qualche ora, insieme il lupo
Alfa,
l'homo faber,
lo stallone
instancabile,
dotato di 150 prolunghe e accessori.
Se
poi servirà realmente ad appendere un quadro, a segare la gamba di
un tavolo, a rimettere in sesto l'anta di un pensile in cucina, tanto
meglio. Ma l'utilità pratica è un accessorio, un bonus.
La
sua vera funzione è restituire al depresso maschio americano,
insidiato nella propria crepuscolare supremazia, l'effimero brivido
di sentirsi per un istante di nuovo “il
macho”
e il pioniere che conquistò un continente con un martello, una sega
è una Colt.
Si
somigliano quando vengono impugnati, i trapani e i revolver, ma fanno
- anche tra le dita di imbranati totali come me - meno danni di una
Colt.
Almeno agli altri.
Vittorio
Zucconi
ahahaha quando ho chiesto a mia moglie un set di cacciaviti professionali mi ha riso in faccia dicendomi che non sarebbe stato un vero regalo e che avrei potuto comprarmeli da solo!!!
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