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Il primo portale dedicato all'investitore italiano in Rep. Ceca e Slovacchia

domenica 23 dicembre 2012

Buon Natale a tutti, ma veramente a tutti !


E si … Sembra ieri quando Vi scrissi gli auguri di natale 2011.
E infatti è passato un anno, 365 giorni da 24 ore cadauno.
Non so se è lo stesso anche per Voi, ma ultimamente il tempo mi sta letteralmente volando via. Gli anni passano senza nemmeno accorgersene.
Anche questo è stato un anno non facile, ma comunque ci sto facendo il callo.
Non voglio dimenticare di ringraziarVi per l'interesse che dimostrate per il mio blog : chiuderemo il 2012 con 30.000 contatti, e ciò mi lusinga profondamente.
La grossa novità, come qualcuno si sarà già accorto, e che ho attivato la moderazione ai commenti. E si ! Getto la spugna come si dice nel gergo pugilistico, perchè mi sono accorto che di fronte alla follia umana, la ragione e l'intelligenza poco possono fare.
Le riflessioni che faccio in questo Natale e in questo fine anno 2012, sono la consapevolezza di vivere in un paese, l'Italia, che è in un'inesorabile e deprimente fase di declino ! Declino non solamente economico, badate bene, ma anche culturale, sociale e intellettuale.
Utilizzo il termine declino perchè è senza dubbio il più appropriato per descrivere il momento, non per particolari simpatie con il neonato movimento politico sponsorizzato da Oscar Giannino.
La politica italiana continua ad essermi particolarmente disgustosa e non vedo nei nuovi gruppi ad ispirazione popolare e anti-politica, delle valide risorse per uno sviluppo sociale e benchè meno economico.
Ringrazio le mie beneamate Repubblica Ceca e Slovacchia !
Certamente non sono il paradiso in terra, ma rappresentano dei luoghi dove i valori fondamentali della convivenza e del rispetto del lavoro individuale, sono imprescindibili e intoccabili.
Per il resto deve dire che mi ci sono quasi assuefatto ; aspetto il Natale per il rito della “grand bouffe”, il tutto innaffiato da ottimo Lambrusco e Prosecco millesimato di Bigolino di Valdobbiadene.
Io Vi auguro tutto il bene possibile, è di cuore ; sapete che sono sincero.
Buon Natale a tutti, ma veramente a tutti !
A quelli che mi conoscono, a quelli che non mi conoscono. A quelli che soffrono e a quelli che gli accudiscono. A quelli che lavorano e a quelli che non lavorano. A quelli che stanno nelle carceri e a quelli che stanno fuori. A quelli che amano e a quelli che non amano più o che forse non hanno mai amato e che ameranno.
Auguri e che sia un meraviglioso e formidabile anno nuovo 2013, sempre a tutti !


mercoledì 19 dicembre 2012

A Natale gioca con il tuo "personal videogame"!

Durante le feste di Natale, più che in ogni altro periodo dell'anno, si passa il tempo a giocare, soli o in compagnia che sia, ritornando inevitabilmente bambini. Stufi però delle banali e tradizionali opzioni è oggi possibile trovare soluzioni esclusive.

Oltre ai classici giochi da tavola non mancano quelli ad alta tecnologia. Abdel Bounane, direttore della rivista “Amusement”, (www.amusement.net), ha fatto diventare realtà il sogni di molti : un videogioco ispirato alla propria vita. Questo servizio su misura dà la possibilità di creare il proprio videogioco personale.

Esistono tre fasce di prezzo, ognuna per uno strumento dalle diverse potenzialità. Acquistando il servizio più economico si ottiene la possibilità di apportare modifiche a giochi già esistenti, cambiando ad esempio l'aspetto dei personaggi. Il costo in questo caso si aggira attorno ai 20 Euro per elemento. Il livello “Reeboot” è la fase successiva e consente ai clienti di scegliere uno tra 10 diversi designer che adatteranno uno dei giochi ai propri desideri : il prezzo arriva ai 10 mila Euro.

Infine, il servizio Game Art consente di sviluppare un gioco completamente nuovo : il cliente lavora direttamente con un game designer per creare il proprio mondo virtuale. Questo significa che gli elementi del gioco, come personaggi, trame e avventure vengono interamente sviluppati ex novo e su misura. Il servizio, a seconda delle richieste, può costare anche 50 mila Euro.

Molti tuttavia si annoiano seduti a un tavolo e cercano spunti di svago e di gioco più movimentati. Per loro è arrivato il tavolo da ping pong firmato Puma in collaborazione con lo Studio Aruliden, (www.aruliden.com), al prezzo di circa 3000 Euro. E' realizzato in acciaio con la superficie in ceramica gesso, sulla quale è possibile scrivere, segnando ad esempio i punteggi delle partite o personalizzandolo a piacimento.

Per i più scatenati in cerca di avventure sulle ruote Louis Vuitton ha pensato invece a uno skatebord ispirato agli artisti degli anni 80' e allo stilista Stephen Sprouse, (www.thestephensprousebook.com). I graffiti colorati sul retro della tavola forniscono un tocco di design per la pazza cifra di 6370 Euro ca. La vera sfida è trovare ancora una delle tre tavole che erano in vendita a New York presso il negozio di Sprouse. 
 E allora, che vinca il migliore e Auguri a tutti!

venerdì 14 dicembre 2012

I Maya erano polesani ? Il 21/12 alluvione del Po !


Mi viene un dubbio. Ma che i Maya fossero di Taglio di Po o di Adria ?
Già perchè tutti quanti gli danno originari del Sud-America, ma giù di là, a parte qualche sparatoria e qualche piccola rivoluzione, non succede mai nulla di particolarmente disastroso.
Mentre in Polesine potrebbe purtroppo accadere una grave sciagura, nella totale indifferenza del mondo politico e civile : un'altra alluvione del Po !
Da tempo sto notando la situazione di totale abbandono e incuria, di argini, golene, rive, anse, non solo del grande fiume, ma di tutti quelli a lui collegati, in particolar modo l'Adige e il Canalbianco.
Senza parlare poi della totale assenza dei lavori di dragaggio, severamente vietati con legge dello stato, legge caldeggiata dal partito dei Verdi, che segnalavano nei dragaggi come una distruzione dell'eco-sistema del fondale e del fiume in generale.
Niente di più falso ! I lavori di dragaggio sono assolutamente necessari per mantenere quella quota ragionevole di fondale, atta a garantire il corretto scorrere della massa d'acqua, che contrariamente, forzerebbe pericolosamente sugli argini ; come infatti sta facendo ora.
Il dragaggio è fondamentale inoltre per facilitare il più possibile la navigazione delle unità fluviali, le bettoline ; anche se da decine di anni si parla del potenziamento della navigazione fluviale che toglierebbe migliaia di camion dalle già intasate strade, ma nulla si è fatto in questo senso.
In Italia, c'è la società autostrade che deve prendere i soldi del pedaggio, mi pare ?!
Il dragaggio è oltremodo necessario, perchè rappresenta l'unico sistema di difesa che abbiamo attualmente per fronteggiare i periodi di piena.
Se è poi vero, come sembra lo sia, visto che la maggior parte dei meteorologi concordano, e cioè che l'evoluzione del clima globale sta andando verso la tropicalizzazione, quindi l'eliminazione delle cosiddette mezze stagioni e considerevole aumento delle precipitazioni, dobbiamo premunirci con cura e intelligenza a quello che potrebbe significare un lungo periodo di piogge incontrollabili, accompagnate poi da venti contrari da mare che rallentano il naturale deflusso delle acque dolci.
Se in tutto questo scenario, umido ma apocalittico, ci aggiungiamo un fondale del fiume alto, carico di detriti e sabbia, anse trabocchetto che assomigliano alle curve di Monza, la frittata è fatta !
L'acqua, non trovando un suo sfogo naturale, finirebbe inevitabilmente per straripare dagli argini, rompendoli anche, come già fece il grande fiume a Occhiobello nella disastrosa alluvione del 51'.
Si perchè c'è un limite all'innalzamento degli argini ; un limite tecnologico e un limite fisico. Non si possono certo fare argini alti fino alla Luna !
L'unica strada percorribile è il dragaggio dei fiumi, oltre alla normale manutenzione di argini e anse di cui accennavo prima.
Dragaggio che viene periodicamente effettuato in tutti i grandi fiumi europei, Danubio, Reno, Senna ecc. E non si capisce perchè in Italia non si possa fare. Forse che in Italia i militanti del partito dei Verdi sono più responsabili e preparati dei loro colleghi d'Europa ? O forse in giro per l'Europa aleggia un vento di dittatura filo-mafiosa, per cui i dragaggi vengono effettuati in barba a tutte le più elementari norma di sicurezza e di tutela ambientale ?
Io affermo, in maniera categorica ed assoluta, che i dragaggi sono necessari per la salvaguardia e la sicurezza dei corsi d'acqua e, nello specifico, del fiume Po.
In tutti questi anni di incuria, milioni di tonnellate di detriti, si sono depositati sui fondali dei fiumi, alzando pericolosamente il livello dell'acqua, fin quasi a lambire le estremità degli argini. Le foto che seguono a questo post, scattate tra l'Adige il Po e il Canalbianco, sono sufficientemente eloquenti.
Sono altresì convinto che se non si effettueranno lavori di dragaggio del grande fiume, o prima o dopo assisteremo ad un evento disastroso.
E non sarà disastroso solamente per il Polesine, badate bene. Ma sarà disastroso per tutta Italia, visto che la stragrande maggioranza dei traffici nord-sud si svolge lungo direttrici che hanno ponti sul grande fiume, la cui chiusura o peggio distruzione, significherebbe la paralisi dell'intero paese.
La politica e anche la Protezione Civile non stanno facendo niente in materia.
Ma si sà, la politica preferisce i disastri, perchè poi con la ricostruzione riesce ad acchiappare voti, mentre con la prevenzione i voti non si prendono.
Non voglio fare l'uccello del malaugurio ma in questa “atmosfera Maya” da pre-fine del mondo, un pensiero da parte mia non poteva che andare al grande fiume, al Po, che è un pezzo fondamentale della mia vita.
Vederlo ridotto così, nell'ignoranza e nell'incompetenza delle istituzioni, mi addolora tantissimo.

Il pontestradale sul Po c/o Bottrighe. Notate come in mezzo al grande fiume si sia formato un isolotto di sabbia, attualmente parzialmente allagato.


Il livello dell'acqua è alto.

Le golene lungo il Po completamente allagate.

Questo è il Canalbianco c/o Baricetta. Anche qui il livello dell'acqua è alto e arriva quasi a lambire l'argine stradale.

Sempre l'Adige a S. Pietro di Cavarzere

Ponte sull'Adige c/o Cavanella d'Adige. Livello sempre alto






venerdì 7 dicembre 2012

Solidarietà con i giornalisti de "La Voce" !


Due attacchi hacker in meno di un mese è veramente troppo !
Ma questo è quello che sta succedendo a LaVoce, .cz e .sk, il popolare giornale on-line che è ormai diventato il punto di riferimento per la non esigua comunità italiana in Rep. Ceca e in Slovacchia.
I° attacco, il pomeriggio del 16 novembre fino la mattinata del 17.
II° attacco, il pomeriggio del 6 dicembre e tutt'ora in corso (ore 10 del 7 dicembre 2012)
Ma a che cosa si deve questa attenzione particolare dei disturbatori del web ?
Che sia riconducibile alla recente indagine sui traffici di organi e tessuti che ha scosso la sanità slovacca ?
Che sia riconducibile ai vari articoli riguardanti il mancato recepimento da parte della Rep. Ceca della normativa europea anti-fumo, perchè i parlamentari cechi beccano la mazzetta dalle multinazionali del tabacco ?
Chi lo sa, non si sa !
Certo è che quando si fa un certo tipo di giornalismo, non riverente, non “pubblicitario”, usando un francesismo : non “leccaculistico” !, si è inevitabilmente soggetti ha questi tipi di ritorsioni da parte dei soliti poteri forti, che percepiscono in pericolo le loro leadership.
E' un copione già visto ! Direi già consolidato ! Che inevitabilmente da sempre quel risultato : tutto si ritorce contro chi l'ha generato !
E' una strategia che è storicamente destinata a soccombere ; tappare la bocca al giornalista che non accondiscende, significa solo aumentare l'agonia !
Per tutto ciò sono solidale con i giornalisti de LaVoce, perchè stanno dando prova di coraggio e professionalità, in una sotto-informazione sovrastata dallo spot e dalla sudditanza. E nel definire buona parte della sotto-informazione che ci circonda, uso sempre lo stesso francesismo di cui sopra, che non riscrivo ma che andrete, se vorrete, a rileggerVi.
Solidarietà quindi ai giornalisti de LaVoce !
Sono con Voi e … buon Natale !

giovedì 6 dicembre 2012

Disperati mai, incazzati sempre !


Non smetterò mai di ringraziare Oscar Giannino per la sua meritoria opera di giornalista, assolutamente sopra le righe, che quotidianamente porta avanti dai microfoni di “Radio24” e dai post del “Chicago Blog”. Voce completamente fuori dal coro dell'edulcorata e sotto-proporzionata informazione italiana, Giannino per primo e con fermezza, grida “Stato ladro e assassino”, ed è la verità vera !
Come rimanere impassibili a tutti i casi di suicidi legati alla crisi, agli attacchi di Equitalia, alle banche che rendono impossibile il lavoro anche a chi i soldi li ha o a chi ha perso il lavoro e non né trova un altro ?
Lo sapevate che dall'inizio dell'anno 2012, c'è stato quasi un suicidio al giorno legato alla crisi e allo “Stato ladro e assassino”, e allo”Stato ladro e assassino” che non fa nulla per cercare di creare delle misure di ripresa, perchè il suo unico scopo è perpetuare il suo potere filo-mafioso, di ricchezza e privilegi alla faccia della gente onesta che lavora e che fa impresa seriamente, senza sussidi statali, UE o vari fondi strutturali pescati qua e la ?
Pochissimi altri giornalisti, nell'italico pantano della cosiddetta informazione, hanno affrontato questi argomenti. Che dire poi della fantastica iniziativa “disperatimai@radio24.it”, quel canale sempre aperto e rivolto a tutti quelli in procinto di compiere l'ultimo gesto, oramai stremati dall'indifferenza, dallo stato ladro e dai suoi servitori nazisti. E si, perchè anche coloro che giurano fedeltà allo stato, sono ladri e assassini alla sua stessa stregua, anzi, sono il suo braccio armato e violento.
A Rovigo, tanti anni fa, c'era un galantuomo, tale Lino Bedendo, che a fronte di un controllo fiscale perpetrato dalla GESTAPO, oops ..., pardon ..., leggi GUARDIA DI FINANZA, vedendosi accerchiato e trattato peggio di un delinquente da ben 18 (diciotto) finanzieri piombati nel suo negozio di biciclette, probabilmente preso dal panico e dalla disperazione, ingerì dell'acido per batterie e morì due mesi dopo, leggi QUI.
Leggetevelo l'articolo datato febbraio 1997, e vi renderete conto di come in 15 anni le cose non siano cambiate per niente, anzi di come siano peggiorate.
Questo è stato il ns. grande errore ! L'aver lasciato correre, il non esserci incazzati prima, l'aver girato la testa dall'altra parte e aver quindi permesso che simili oscenità e violenze si perpetrassero praticamente impunite.
Fino ad arrivare ai disperati estremi di questo sciagurato anno 2012.
Lo stato è quel subdolo criminale che ti ruba 50 Euro perchè hai superato di 2 km il limite di velocità, e poi ti nega la sicurezza a fronte dei continui furti notturni nelle case e all'incessante aumento della microcriminalità, altra nostra attuale piaga !
Ho voluto ricordare Lino Bedendo, uno perchè mi sembra un caso emblematico sulla prepotenza e criminale violenza dello stato ladro, e due perchè proprio il 12 dicembre di quest'anno saranno trascorsi ben 16 anni da quel blitz che subì nel suo negozio, nel suo mondo, nella sua vita, che improvvisamente gli apparve insopportabile tanto da negarsela, da compiere quell'estremo e razionale gesto, che a qualcuno suscita sdegno, ma che ai più suscita rispetto, e che è il suicidio, la lucida intenzione di togliersi la vita.
Anch'io ho massimo rispetto per il suicida, non penso si tratti di una vigliaccata. Di una debolezza sicuramente, ma chi non ha fragilità e debolezze ? Forse i supereroi patinati dei Comics, ma quella non è realtà, non è vita ! La vita è una continua lotta, una continua sopportazione e chi è il vincitore se non colui che non ha mai smesso di sognare ?!
Ecco, Lino Bedendo smise di sognare quel 12 dicembre del 1996, aggredito dalla Guardia di Finanza al soldo dello stato ladro italiano !
E quest'anno migliaia di persone hanno smesso di sognare, perchè sono migliaia le persone che si sono tolte la vita o hanno tentato di farlo, per cause riconducibili allo stato ladro, alle tasse esose, ai crediti inrecuperabili, al lavoro che non c'è !
Anch'io qualche volta, sono sincero, ho pensato di farla finita !
Ho pensato a come sarebbe meglio e senza problemi la vita nel limbo della non-vita. Ma poi qualcosa dentro di me mi diceva “No cazzo, devo fargliela vedere, devo spaccarli i denti, devo fargli sputare sangue !”
Ecco perchè mi sento di dire “disperati mai, incazzati sempre”, perchè solamente l'incazzatura ti può aprire il cervello. E' quella scarica di adrenalina che ti consente di avere la forza e la lucidità per andare avanti, sempre più motivato che mai !
Certo, probabilmente è una ricetta troppo personale, ma non ne ho altre !
Per cui Vi ripeto : “Disperati mai, incazzati sempre!”


Ascoltate QUI la trasmissione di Oscar Giannino su Radio 24, di giovedì 6 dicembre 2012. Ne vale la pena !
Un ringraziamento veramente di cuore anche a Simona Pedrazzini, per il grande lavoro di sensibilizzazione che sta svolgendo su questo spinoso argomento, anche grazie alla pagina Facebook “Piccoli imprenditori e i suicidi di stato”. Clicca QUI.


mercoledì 5 dicembre 2012

Modi di dire 13 !


Si dice . . . “ menare il can per l'aia “

Significa parlare di un argomento senza mai arrivare al dunque, o di cercare di cambiare discorso per evitare un tema spinoso. Il modo di dire è piuttosto antico e lo si ritrova in un dizionario del XVI secolo, ma è incerta l'origine della locuzione. Secondo alcuni il cane in questione è quello da caccia e dunque condurlo in giro per l'aia in cerca di selvaggina è un'assoluta e inutile perdita di tempo. Secondo altri chi mena il can per l'aia crea confusione tra oche e galline e distrae l'attenzione da ciò che conta.

Si dice . . . “ per filo e per segno “

Si riferisce a qualcosa da fare o da dire in modo esatto e meticoloso. Il detto deriva dagli antichi mestieri : un tempo infatti gli imbianchini e anche i “segantini”, ossia i taglialegna che segavano i tronchi degli alberi, avevano l'abitudine di battere la corda, ossia di trattenere sulle superfici del muro o del legno un filo intinto nella vernice colorata per poi lasciarlo andare di colpo, così da fargli disegnare una sorta di precisa impronta, indispensabile per avere il tracciato da segare o il contorno da imbiancare senza possibilità di errori.

Si dice . . . “ farsi infinocchiare da qualcuno “

Vuol dire lasciarsi ingannare, raggirare. Il termine deriva dal finocchio, il popolare ortaggio che contiene anetolo, un aroma che tra le altre proprietà possiede quella di alterare il gusto. Per questo quando un oste o un cantiniere voleva rifilare ai clienti un vino scadente o prossimo a divenire aceto, aveva prima l'accortezza di dar loro spicchi di finocchio. E se le pietanze che aveva intenzione di servire non erano proprio fresche le ricuoceva condendole con abbondante finocchio. Ecco dunque che il finocchio recitava suo malgrado il ruolo di ingannatore.

Si dice . . . “ all'ultimo sangue “

Questa locuzione, riferita a uno scontro, a un duello o a una sfida agonistica, vuol dire combattimento estremo, che termina con la morte o con la resa dello sconfitto. Il detto è riferito alle regole del duello, sfida all'arma bianca o con armi da fuoco tra due persone, le cui regole furono introdotte a partire dal XV secolo. Secondo queste regole prima del duello si stabiliva che esso fosse : 1) al primo sangue, cioè interrotto quando uno dei duellanti risultasse ferito ; 2) fermato per l'impossibilità fisica di proseguire da parte di uno dei contendenti ; 3) all'ultimo sangue, concluso cioè con la morte di un duellante.

Si dice . . . “ tagliare la corda “

Vuol dire scappare, svignarsela ed è presa dal gergo marinaresco, dove ha il significato di salpare velocemente. Alla base dell'espressione c'è il suo significato concreto : in caso di emergenza, compiere l'atto più rapido, che è il recidere la fune che lega l'imbarcazione per prendere il largo più in fretta. Troviamo questa frase anche in Virgilio, nel terzo libro dell'Eneide, quando Enea, ricordando l'episodio del ciclope Polifemo, dice che, alla vista del mostruoso essere, con i componenti l'equipaggio, “fuggimmo tutti pieni di paura e in silenzio tagliammo la corda”.

Si dice . . . “ a bruciapelo “

Si riferisce a qualcosa che viene posto all'improvviso, alla sprovvista, senza una possibilità di prepararsi prima : “domanda a bruciapelo”(a cui si deve rispondere senza riflettere), ne è un classico esempio. L'espressione trae origine dal gergo dei cacciatori, in particolare all'uso di sparare alla selvaggina avvicinandosi il più possibile e colpendola a distanza tanto breve da bruciarne la pelliccia. E ciò per togliere alla preda ogni possibilità di scampo.

sabato 1 dicembre 2012

ARRESTATO EZIO GREGGIO !




Stamattina alle 5.15, in esecuzione di un ordine di cattura emesso dal GIP di Milano, i non poco imbarazzati uomini delle Fiamme Gialle meneghine, hanno arrestato Ezio Greggio. Il popolare show-man, storico conduttore di “Striscia la notizia”, è accusato di evasione fiscale, falso in bilancio, omessa compilazione dei registri contabili, concussione e atti osceni in luogo pubblico. Greggio è stato infatti sorpreso a . . . fare la pipì sotto la pensilina alla fermata del bus !
OVVIAMENTE STO SCHERZANDO, EZIO GREGGIO NON E' STATO ARRESTATO ! Non ha commesso nessun reato e gode di ottima salute libero di andare dove vuole, senza nessun vincolo o restrizione alla sua libertà personale.
Mi sono inventato questa situazione per porre alcune riflessioni che ultimamente si fanno sempre più pressanti. Cioè dire la drammatica situazione della repubblica italiana !
Mai come in questo momento la repubblica sta vivendo il suo momento più basso, sia dal punto di vista economico che da quello sociale.
Per quanto riguarda il comparto economico, la situazione è a dir poco drammatica. I dati CNA parlano di una media di 1300 cessazioni di attività al mese dall'inizio dell'anno 2012. Anche se i numeri fossero soggetti a manipolazioni, la realtà che ci circonda è inopinabile. Basta guardarsi attorno per rendersi conto che vi è una moria aziendale senza precedenti ! Negozi chiusi, capannoni sfitti o abbandonati, disoccupati a iosa ; anche la percentuale dei disoccupati è pericolosamente cresciuta nel primo semestre 2012.
L'economia italiana è in una fase di recessione totale e a dicembre registreremo il dato più alto di PIL, ma con il segno meno davanti ! E quello che è oltremodo drammatico, è che per l'anno nuovo 2013 non si intravedono spiragli di ricrescita.
Dal punto di vista sociale siamo in alto mare : è aumentata esponenzialmente la micro-criminalità. I furti in casa, negli appartamenti, nelle poche aziende ancora aperte, si moltiplicano in maniera allarmante. Gli anziani sono soggetti costantemente a furti, truffe e violenze, per il solo fatto di essere le persone più deboli.
Gli operatori di pubblica sicurezza fanno poco o niente, uno perchè la magistratura non gli supporta essendo in altre faccende affaccendata, due perchè tanti operatori di PS, su questo andazzo “ci marciano”, e quindi facendo ancora meno di quello che dovrebbero fare.
Occupazioni, cortei, disordini sociali, manifestazioni di intolleranza si susseguono lungo tutta la penisola, nell'indifferenza generale soprattutto dei media più importanti.
Certo perchè l'informazione in questo paese è completamente edulcorata.
Si parla delle ricette della Parodi, di Belen incinta e delle primarie del PD, mentre nel paese tutto va a catafascio.
Ecco perchè mi aspetto qualcosa di eclatante nei prossimi giorni, un grosso pezzo di carne sanguinolenta gettato in pasto agli squali dell'informazione italiana. Un grande specchietto per le allodole che serva ad addormentare le ormai irrequiete coscienze italiane.
Un importante fatto di cronaca che serva a distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dai veri e seri problemi del paese alla deriva.
Fu probabilmente così negli anni 80' con l'arresto di Enzo Tortora. Allora comunque vi erano altre e minori sollecitazioni sociali di oggi, ma ecco che la formula della notizia eclatante, del personaggio famoso che funziona da grande catalizzatore, potrebbe essere particolarmente provvidenziale al mantenimento e al tentativo di consolidamento di uno scalcinato modello di potere.
Ecco perchè mi è venuto in mente Ezio Greggio !
E se lo arrestassero davvero, sarebbe proprio la “notizia veloce veloce da leccarsi le orecchie” !

venerdì 23 novembre 2012

La crisi del maschio italiano !

Tutti parlano di crisi del maschio, gli uomini che non sono più quelli di una volta ecc. ecc.
Quando e cominciata la crisi del maschio italiano ? Per me è iniziata da quando sono stati vietati i duelli ! Ve l'immaginate l'atmosfera del duello ? Due uomini che si sfidano per ripulire un'onta, un'offesa, un'infamia subita. L'irrefrenabile necessità di far trionfare il rispetto, la buona regola di comportamento, la correttezza. E da un certo punto di vista, dal punto di vista degli uomini del secolo scorso, la necessità di far rispettare anche la legalità. Poi sappiamo benissimo che di legalità proprio non possiamo parlare, perchè i duelli sono sempre stati vietati. Tollerati spesso, ma vietati sempre, (leggi nota a piè di pagina).
Poi la regola di demandare ad un'autorità superiore tutte queste funzioni sacrosante, ha inevitabilmente sminuito il maschio di quella che potrebbe sembrare un'inutile prerogativa, ma che poi tanto inutile non è ! E cioè la naturale predisposizione del maschio alla costruzione e al mantenimento di un equilibrio sociale, di una micro-cella di società composita, dove svariati individui vivono, lavorano, si riproducono.
L'uomo è un'animale sociale, quindi riconosce l'autorità, il leader, la scala gerarchica e il branco. Perdonatemi il paragone magari poco elegante, ma l'uomo è come il cane : un animale sociale appunto. Perchè il cane rimane al guinzaglio ? Proprio perchè riconosce l'autorità. Provate a mettere un guinzaglio ad un gatto, che invece è un animale solitario ; fareste un grosso buco nell'acqua, proprio perchè il gatto non vuole stare al guinzaglio, non vuole rimanere assoggettato alla volontà altrui.
Al giorno d'oggi, dove la società è sempre più multicolorata e multietnica, e dove l'autorità assume sempre di più la mera funzione di esattore delle tasse, chissà perchè viviamo il cosiddetto “periodo di degrado sociale”, quel periodo di decadimento dei valori e di scadimento della morale.
Che c'azzecca col maschio italiano, che si è debosciato, mi direte Voi ? C'entra c'entra, per il semplicissimo fatto che mancando valori, riferimenti, punti fermi nella vita di ognuno, il più complesso e intelligente degli animali sociali, perde la bussola, fatica a capire che cosa è giusto e che cosa no, e soprattutto, quello che interesserà forse alle lettrici femmine, perde anche il gusto del piacere.
Il maschio quindi deve essere “ribelle”, deve in qualche maniera rivoltarsi ad un'ordine precostituito, perchè egli stesso sente di poter essere contributore attivo di un ordine, mentre ne è attualmente una semplice pedina, un elemento passivo in balia' delle decisioni e degli ordini altrui, che spesso e volentieri scaturiscono da soli interessi particolaristici e non generali.
Il duello era proprio quell'elemento di unione tra il maschio e la società, e noi in Italia abbiamo spesso disquisito su questo argomento.
O meglio abbiamo cercato di darli un ordinamento, tanto per cambiare, e tra i primi ci pensò proprio un italiano, tale Jacopo Gelli, con il suo Codice Cavalleresco, sul quale se qualcuno vuole saperne di più, vi è un link alla fine del post.
Chissà perchè ma è proprio una mania italiana quella di regolare e codicizzare tutto.
Ora parlare di duello fa solamente sorridere, ma non era certo così ai tempi del buon Jacopo Gelli !
Rimane solamente il mondo militare, che per tanti aspetti dell'onore e della fedeltà alla nazione, si rifà al codice cavalleresco. Ed è proprio lo stato, quell'entità più o meno astratta, (la cosa è soggettiva), che esige la vita, non solo del militare, ma, badate bene, di tutti noi cittadini.
Per difenderlo o per riparare ad un'onta subita, lo stato ci chiede anche la nostra vita.
Buon pro vi facciano le righe che seguono.

È utile precisare che anche quando i duelli erano la regola per la composizioni delle liti d'onore, tutti gli ordinamenti statuali li vietavano, ma i codici che contemplavano il duello come delitto lo punivano con particolare clemenza attesa l'alta finalità sociale assolta dalla disputa cavalleresca. Anche oggi l'ordinamento italiano vieta e punisce il duello, tuttavia il codice penale italiano colloca i delitti di duello-detti anche cavallereschi fra i reati contro l'amministrazione della giustizia e non nel titolo dei delitti contro la persona. Dunque il legislatore non ha potuto esimersi dal fare qualche concessione al costume ed alle correnti valutazioni sociali, ponendo in essere per i duelli un trattamento d'indulgenza, il quale però è escluso allorché lo scontro armato non si svolga in conformità delle regole cavalleresche, che secondo parte della dottrina costituiscono un vero e proprio ordinamento giuridico non statale.
In Italia tale particolarissimo obbligo giuridico -non solo morale- discende da una precisa norma di legge: infatti l'art. 9 "Doveri attinenti al Giuramento" del Regolamento di Disciplina Militare (DPR 18 luglio 1986, n. 545, regolamento di esecuzione della legge 11 luglio 1978, n. 382) recita
  1. "Con il giuramento il militare di ogni grado s'impegna solennemente ad operare per l'assolvimento dei compiti istituzionali delle Forze armate con assoluta fedeltà alle istituzioni repubblicane, con disciplina ed onore, con senso di responsabilità e consapevole partecipazione, senza risparmio di energie fisiche, morali ed intellettuali, affrontando, se necessario, anche il rischio di sacrificare la vita.
  2. L'assoluta fedeltà alle istituzioni repubblicane è il fondamento dei doveri del militare". Si rifletta che questa previsione normativa è l'unica dell'ordinamento dello Stato che si arroga il potere di chiedere, se necessario, il sacrificio della vita. È l'altissima missione cui è preposto il militare che giustifica una norma così eccezionale, che trae la sua legittimità da un altro principio etico, quello formulato dal 1^ comma dell'art. 52 della Costituzione: "La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino". È l'unica occasione in cui è stato usato l'aggettivo "sacro" nella stesura della Carta fondamentale.
In verità questa affermazione è assolutamente aderente alla formula del giuramento che oggi prestano coloro che scelgono la via delle armi: "Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni". Una disciplina che nel previgente ordinamento disciplinare italiano (quello costituito dal Regolamento "indipendente" del 1964) si definiva la "costante abitudine all'obbedienza del soldato". Oggi, invece, con l'ordinamento introdotto nel 1978, l'obbedienza è divenuta "consapevole e partecipata" -con la disciplina è anche un fattore di coesione ed efficienza- e in deve essere "pronta, rispettosa e leale".


martedì 6 novembre 2012

Abolita la Conciliazione. Magistratocrazia italiana ?


E' passata praticamente in sordina, la notizia che ora vado a scriverVi.
Il 24 ottobre scorso, 2012, la Corte Costituzionale, con una clamorosa sentenza, poneva fine all'istituto della Conciliazione, detta anche Mediazione Giudiziaria. La motivazione è la seguente : “ne dichiara l'incostituzionalità per eccesso di delega”.
Ora molti di Voi sapranno che cos'è la Conciliazione, e quale grande beneficio avrebbe apportato non solo alla giustizia civile, per la quale è stata concepita, ma anche alla tormentata giustizia penale.
Inutile scriverVi della durata abnorme dei processi, tanto da porre l'Italia agli ultimi posti nella classifica dei paesi cosiddetti civili, prima probabilmente al Congo Belga o al Senegal. Durata abnorme e varie irregolarità, che ci hanno fatto guadagnare migliaia di provvedimenti di infrazione da parte della Corte di Strasburgo e da quella ancor più importante, sui Diritti dell'Uomo.
Praticamente in Italia, la giustizia non esiste ! E' una chimera.
La Conciliazione che era stata approvata con tanto di legge dello stato, andava proprio nella direzione del velocizzare e ottimizzare i processi e quindi l'amministrazione della giustizia stessa.
Che dire poi delle quasi mille imprese, (948 per la precisione), e degli oltre 40.000 mediatori, che avendo creduto in questo istituto, regolarmente approvato con legge dello stato, ripeto, avevano investito capitali e risorse in questo settore.
Tutto finito ! Tutto buttato all'aria, o meglio, nel cestino della spazzatura.
Lo stato un giorno si sveglia e Vi dice : “Signori abbiamo scherzato. E' stato un bluff “.
E un ringraziamento particolare vada alla magistratura.
In un periodo di chiari di luna come questo dove c'è sempre meno lavoro, i signori magistrati da 6000 Euro e più al mese, con una sentenza cancellano tutto e mandano a casa migliaia di persone. Bene, bravi, bis !
Vogliamo poi parlare del mancato gettito fiscale che la cessazione di queste 948 aziende e 40.000 mediatori comporterà alle casse dello stato ? Vogliamo poi parlare oltre che dell'impatto occupazionale negativo, di tutte le imposte mancate legate al dipendente ?
Guardate che la sentenza è clamorosa, non esclusivamente perchè distrugge posti di lavoro e imprese, ma anche e soprattutto per la sconfessione e l'implicita dichiarazione di incompetenza che la magistratura fa nei confronti dello stato.
E' mai possibile che lo stato approvi con una legge un istituto incostituzionale ? E che ci si accorga di questo dopo oltre 2 anni ?
Dov'è il corto circuito ? Dov'è la follia ?
Sapevo che gli OPG, (ospedali psichiatrici giudiziari), verranno aboliti nel 2013 ; ma probabilmente qualcuno a chiuso prima, liberando nell'ambiente circostante, tutti i suoi sgraditi ospiti.
Oppure stiamo assistendo ad una guerra senza esclusione di colpi tra magistratura e stato, oppure tra magistratura e tutto quello che non è magistratura. Certo perchè Silvio Berlusconi, fra le sue tante dichiarazioni a volte farneticanti, qualche volta può dire qualcosa di vero o verosimile : mi riferisco alla recente battuta sulla “Magistratocrazia”. Peccato che queste battute gli vengano dopo essere stato condannato.
C'è una lotta fratricida in seno allo stato ed alle istituzioni democratiche, o pseudo-tali, una guerra senza esclusione di colpi tra vari poteri, più o meno occulti, con tanto di fuoco amico e bombardamenti di civili, e quei civili purtroppo siamo noi.
Se è vero quello che si dice, che tra i due litiganti il terzo gode, questa volta, noi tutti, il famoso terzo, non godiamo per nulla.

domenica 4 novembre 2012

Modi di dire 12


Si dice . . . “ seminare zizzania “

Significa creare dissapori tra una persona e un'altra, far crescere rivalità tra fazioni. L'origine del detto sta nel Vangelo : “... venne il nemico e seminò la zizzania in mezzo al grano e se ne andò” Matteo, XIII, 24-30. La zizzania è un vegetale del genere Lolium, spontaneo e infestante con fiori a spiga rossa che cresce tra le messi. La sua pericolosità è nota fin dai tempi antichi, specie per l'alto potere intossicante. Infatti l'ingestione di farine contaminate da zizzania provoca emicranie, vertigini, vomito ed oscuramento della vista a causa di un fungo che invade la pianta durante lo sviluppo. E non è facile distinguere fra semi di frumento e quelli di zizzania.

Si dice . . . “ piangere lacrime di coccodrillo “

Vuol dire pentirsi in modo falso e tardivo di uno sbaglio commesso, in sostanza comportarsi da ipocriti. Il detto nasce dall'antica credenza popolare secondo la quale il grande rettile lacrimerebbe dopo aver divorato la propria preda come se ne fosse pentito. In realtà una secrezione di ghiandole avviene si, ma soltanto nei coccodrilli marini, le specie più grandi, e deriva dalla necessità dell'animale di eliminare i sali in eccesso nel corpo.

Si dice . . . “ raccontare la favola del tordo “

Vuol dire indurre una persona a badare non tanto all'apparenza di una cosa, quanto piuttosto alla sua sostanza. La frase si rifà ad un antico racconto popolare che narra di un giorno d'inverno in cui un cacciatore trovò le sue reti piene di tordi e si accinse pazientemente a staccarli uno per uno dopo aver schiacciato loro la testa, come era in uso nella caccia agli uccelli con la rete. Il freddo era talmente intenso che faceva lacrimare gli occhi del cacciatore. Nel vederlo uno dei tordi disse a un compagno : “Guarda, sta piangendo. Ha compassione di noi !” Ma l'altro ribattè : “Tu gli guardi gli occhi, guardagli piuttosto le mani !”

Si dice . . . “ essere al gancio “

Vuol dire sentirsi molto stanchi, essere quasi allo stremo delle forze. L'origine di tale espressione è sportiva, per la precisione è usata nel gergo ciclistico. Si usa dire infatti che un corridore “è al gancio” nel momento cui, durante lo svolgimento di una gara, costui riesce a malapena a restare accodato agli altri ciclisti che lo precedono, come se ne fosse rimasto al traino con un gancio ; non ha dunque la forza necessaria per aumentare la velocità e superare chi lo precede.

Si dice . . . “ mettersi in lizza “

Vuol dire mettersi in gioco, decidere di partecipare a una competizione, agonistica o figurata. Il termine medioevale lizza indica infatti un tipo di recinto di confine, chiuso da steccati o palizzate, di proprietà terriere o di castelli dove, in caso di assedio, i soldati montavano di guardia in epoca medioevale. Le lizze rappresentavano un rifugio per i combattenti dei tornei e le giostre di quell'epoca ed erano ufficialmente inserite nelle regole dei tornei come luogo dove ripararsi, riprendere fiato, bere e riposarsi. Proprio davanti a questi recinti, prima dell'inizio dei tornei, era consueto il raduno delle squadre o delle formazioni dei partecipanti.

Si dice . . . “ partire in tromba “

Significa prendere il via rapidamente, con uno scatto improvviso, e per estensione lanciarsi in un'impresa con grande entusiasmo e irruenza. Il modo di dire si associa ad altri come “superare in tromba”, ossia superare a tutta velocità. L'immagine di riferimento è al clacson dell'automobile, anticamente chiamato per l'appunto tromba d'auto, il cui utilizzo al tempo dei primi autoveicoli era molto più diffuso di oggi come avviso del proprio sopraggiungere ai pedoni e agli altri veicoli non a motore e quindi assai più lenti nello spostarsi.

sabato 27 ottobre 2012

Il coraggio di Gabriele Andriotto, novello San Francesco "



Ultimamente Adria e il Polesine sono passate alla ribalta dei media nazionali per vicende molto tristi.
Vi voglio raccontare invece una storia simpatica che ha avuto come protagonista un mio conoscente, Gabriele Andriotto.
Gabriele scompare da Adria, alla fine di marzo di quest'anno 2012. Scompare praticamente nel nulla, lasciando pochi e vaghi indizi che lasciano presagire niente di buono.
Contemporaneamente alla sua scomparsa, segnalata anche dalla famosa trasmissione televisiva “Chi l'ha visto”, inizia sulla piazza di Adria, il famoso TOTOFINE, cioè ognuno esprime la sua opinione su che cosa possa essere accaduto al povero Gabriele ; il tutto condito dagli immancabili pettegolezzi che contraddistinguono l'italica provincia. Chi lo vuole morto suicida, chi invece lo vuole scappato in qualche paradiso tropicale, a pancia all'aria e immancabile long drink.
Io ovviamente propendevo per questa seconda ipotesi, se non altro perchè sono uno sporco materialista legato al denaro, e parlando di Gabriele non potevo non pensare al suo lavoro in banca all'ufficio investimenti, e quindi a un probabile “colpo di vita”.
Intimamente lo invidiavo e gli auguravo tanta buona fortuna e divertimento.
Dopodichè, questa settimana, e più esattamente il 23 di ottobre, la notizia ufficiale riportata dai media locali : Gabriele Andriotto è stato ritrovato ! Viveva in Puglia, come un eremita, in un vecchio trullo abbandonato e pericolante, nutrendosi dei prodotti della terra, zappettando la terra.
Ora ammetto il mio iniziale sbigottimento. Per un bel minuto abbondante sono rimasto senza parole, poi ho ripreso a connettere e Gabriele mi è piaciuto ancora di più !
Mi è piaciuta questa sua scelta consapevole, autonoma, importante e radicale : mollare tutto !
Mollare una vita agiata, apparentemente tranquilla, sicuramente normale secondo i parametri convenzionali, per proiettarsi in una dimensione completamente nuova, quella della precarietà continua, del vivere alla giornata, a contatto si con la natura ma soprattutto con l'umanità.
Insomma lui ha mollato un posto sicuro in banca e una famiglia per andare a zappettare la terra e per “magnà le radici”, come diceva il buon Alberto Sordi.
E' una scelta di grande coraggio ! Chi di voi sarebbe in grado di farla ?!
Probabilmente la sua vita non deve essere stata un granchè : 48 anni di età, da sempre dipendente della banca più pallosa del mondo, BANCADRIA, sposato con una consigliere comunale del PD, (leggi partito comunista). Io personalmente non sarei resistito più di qualche mese !
Ma comunque, a parte le battute, che devo fare altrimenti dite che mi sono rincoglionito, la scelta di Gabriele è stata importante, e ci lascia tutti quanti sbigottiti. Ognuno reagisce ovviamente a modo suo, ma personalmente lo ammiro e rispetto perchè la sua scelta va a scavare inevitabilmente nel nostro intimo, nella nostra capacità di porci con noi stessi prima e con chi ci circonda poi.
Una scelta radicale, senza se e senza ma, che fa comunque capire a tutti che un'alternativa è possibile, una vita diversa c'è, una dimensione nuova esiste, dove non conta l'IPHONE e il SUV, ma conti solamente tu e il Mondo !
Dovremo ringraziare Gabriele che ci ha consentito di fermarci un attimo a pensare e a sforzarci di capire, certo perchè Gabriele non è un matto, ma solamente la punta di un iceberg.
O meglio, una vedetta, che dal suo punto di vista superiore e privilegiato, ha avvistato Moby Dick e che per ricompensa riceverà il doblone d'oro dal capitano Achab.
O meglio ancora come Francesco, che abbandona l'agio e il benessere della sua nobile e ricca famiglia di Assisi, per cercare la luce, per cercare Dio, nella natura e nelle creature del creato, per diventare poi San Francesco.
Grazie Gabriele, ti stimo e ti rispetto, e la prossima volta che decidi di staccare “lo spinotto”, (almeno momentaneamente), vieni con me in Rep. Ceca e Slovacchia. Mi sarai di grande aiuto.


lunedì 22 ottobre 2012

Laura Fusetti vigilessa : “La sostenibile pesantezza della divisa”.





E' psichiatricamente provato : le vigilesse femmine sono particolarmente severe ed intransigenti nei confronti dell'utente della strada maschio, in quanto portatore di “fallo”. Mentre dall'altro lato sono molto indulgenti nei confronti dello stesso sesso.
Non è il caso della nostra beneamata vigilessa adriese Laura Fusetti in Lodo, in quanto “ella” è assolutamente severa, intransigente e rigida con entrambi i sessi : “ Non vè scampo alcuno, per te viandante, se incroci la Laura Fusetti vigilessa ! “
Ma che cosa sarà mai successo nella sua psiche che l'ha ridotta così ?
Certo ambizioni di carriera non sembra averne, ben radicata nella sua Adria, che poco offre agli ambiziosi ma molto ai buongustai, ai bevitori di buon vino e ai “sessomattisti”.
E' felicemente sposata con il suo Gianni, facoltoso proprietario terriero, agricoltore diretto e massimo esponente della cultura adriese ; certamente non serviva un bel stipendio fisso da vigile in casa Lodo, ma si sa, piove sempre sul bagnato !
Per chi ha letto Kundera, o a visto il bel film di Kaufman, Laura assomiglia molto a Tomas, il protagonista de “L' insostenibile leggerezza dell'essere”; d'altronde noi italiani con la nostra commedia sexy dobbiamo solo inchinarci al confronto delle avventure dei ceco-slovacchi degli anni 80'.
Nel senso che loro sono abituati a “fare”, mentre noi abbiamo dato l'immagine, probabilmente distorta, di essere tutti guardoni e impotenti : ve le ricordate le gag di Banfi, Vitali, D'Angelo con le varie “bonazze” di turno, dalla Fenech, alla Rizzoli, alla Cassini ?!
Ecco è proprio la potenza il denominatore di Laura ; attenzione la potenza e non l'impotenza ! Lei è una vigilessa/vigile, un uomo/donna che ha ormai superato le barriere psichiche dell'introspezione “Kegheliana”, per buttarsi a capo fitto nella “Dolce Vitaj” di Tomas, irrequieta, irrefrenabile, inarrestabile staffetta a cavallo di un mondo in involuzione dove il valore dell' IO prevarica al disopra di tutto e di tutti, alla ricerca dell'incommensurabile e dell'assoluto piacere.
Non dimentichiamoci che Laura è stata educata dal vecchio comandante Cascone, che Dio c'è ne scampi e liberi !
Eh si, dal vecchio Cascone Laura ha sugato, (dal latino exsucare), tanto ma tanto sapere. Ma ora l'era Cascone è fortunatamente terminata.
Il terrore degli automobilisti, colui il quale rese tristemente famosa Adria in tutto il Veneto per la spietatezza dei suoi vigili, (ha fatto la multa anche a Marco Columbro che recitava in teatro), è finalmente andato in pensione e sembra ritornato nella sua sicula terra natia.
Ad Adria si respira un' aria più leggera e pensate, Voi viandanti, che il sabato pomeriggio non si pagano nemmeno i posteggi.
Venite quindi ad Adria il sabato pomeriggio, per fare il Vs. shopping e anche, soprattutto, per vedere la mitica vigilessa/vigile Laura Fusetti, che dopo queste quattro righe avrà spero capito che con la dolcezza si fa molta più strada, si vive più tranquillamente e si evita anche di scomodare fantomatici Dei per esaudire tanto fantomatiche vendette !

Make Love, not Contravvension ! “


Attenzione

Ersilio Gallimberti condanna l'ennesimo atto di teppismo che ha visto bruciare l'autovelox di Pontinovi nella notte tra il 9 e il 10 giugno. Atti come questi, che vanno a gravare esclusivamente sulla tasca del cittadino, denotano la più totale vigliaccheria e criminale stupidità di chi li commette.
Sono altresì solidale con i vigili adriesi alle prese con “bambini tredicenni” che vanno in bicicletta nelle zone pedonali. La legge è legge, e va rispettata anche dai “bambini tredicenni”.

Laura & Gianni




sabato 22 settembre 2012

I “ castati “ ! Ovvero : la casta adriese


Si parla spesso, e non a sproposito, di questa benedetta “ casta dei politici “ . Persone strapagate per fare quella che dovrebbe essere intesa come una missione, cioè adoperarsi per il bene del proprio paese, per costruire quella grande casa comune dove gli interessi del singolo siano anche gli interessi di tutti.
Voglio ricordare che l' Italia è il paese delle caste : quella dei magistrati, quella dei giornalisti solamente per citare le più importanti. Dal dopoguerra fino ad oggi, si sono create in questo paese delle sacche di ricchezza, privilegio ed impunità che hanno pochissimi paragoni nel resto d' Europa.
Ma lasciamo perdere l'Europa e parliamo di Adria, quella sorridente cittadina della pianura Padana, vicino al mare, che ha la grande seccatura di ospitarmi quando non sono in giro per lavoro.
Anche Adria, che conoscete certamente tutti, ha avuto degli illustri cittadini che l'hanno rappresentata in Parlamento ; persone che si sono battute per l'affermarsi e lo svilupparsi del territorio, per la creazione di posti di lavoro, di infrastrutture, di opportunità di business.
Parlo dei nostri 4 eroi, di quelle persone che hanno avuto il privilegio di fare i deputati e i senatori, e anche, soprattutto, di beccarsi un bel vitalizio a fine mandato. Parlo di Vittorio Sega, Raimondo Galluppo, Elios Andreini e Roberto Giollo.
Siccome alcuni di questi sono anche “mezzi amici” miei e ci si incontra spesso e volentieri al bar, da quando son venuto a sapere del “fracco” di soldi di vitalizio che beccano, oltre alla loro pensione, ho pensato di sottoporli ad una specie di test, al quale ho fatto corrispondere una scala asservita appunto al grado di soddisfacimento mio personale.
Ho inventato insomma, la “scala di valutazione baristica”, cioè la disponibilità a offrire “ombre de vin”, (bicchieri di vino in Veneto), al bar, a fronte delle loro non esigue disponibilità finanziarie, che sono poi, in ultima analisi, soldi nostri, di tutti noi.
Alla scala corrispondono 4 livelli che valutano complessivamente la disponibilità a spendere dei 4 soggetti, cioè ad offrire “ombre de vin” :

  1. Tristissimo pagatore : non offre niente !
  2. Triste pagatore : paga una volta ogni morte di Papa !
  3. Discreto pagatore : ogni tanto paga un'ombra !
  4. Ottimo pagatore : paga sempre e con allegria !
Pertanto vado ora a parlarvi dei nostri 4 “castati” e del risultato ottenuto alla “scala di valutazione baristica”.



 
Vittorio Sega



 
Vecchia guardia della politica adriese, massimo esponente della cultura adriese, ha conseguito la “Second elementary” alla famosissima “Palassoni High School”. Celeberrimi i suoi discorsi al Senato, dove era in grado di arringare per ore l'intero emiciclo. Adria deve molto al Senatore Sega. Ha un figlio, che si chiama Juri, il cui nome è tutto un programma, che lavora, ovviamente, per un ente statale. Totale vitalizio : 3000 e passa Euro, (leggi qui).
Scala di valutazione baristica : n. p. NON PERVENUTO !
Ha saputo che nei bar c'è la macchina del caffè, che è sotto pressione, e che può scoppiare da un momento all'altro ; per cui non entra mai nei bar !


Raimondo Galluppo



 
Tra i 4 è certamente il più aristocratico. Amante dei cavalli e dell'equitazione, frequenta circoli ippici, golf club e quant'altro. E' appassionato di viaggi, Adria insomma li va stretta, da sempre, anche da quando iniziò a frequentare l'ambiente parlamentare, dove di tutto parlò, tranne che di Adria. La passione per i viaggi, gli deriva da un particolare interessamento alle strade e alla loro costruzione, passione che condivise per parecchio tempo con il suo amico Bernini, (leggi qui).
Totale vitalizio : 2000 e passa Euro, (leggi qui).
Scala di valutazione baristica : tristissimo pagatore !


 
Elios Andreini




Romagnolo DOC, adriese d'adozione, dove il suo look “sessantottin-puzzolente”, ha trovato parecchi proseliti, fa parte della vecchia guardia del team politico che ha rappresentato la città, prima a Roma e poi a livello di provincia e comune. Ha una gamba di legno, (perché la leggenda narra che li sia stata mangiata da un fascista), e un Toscano perennemente spento in bocca.
Il suo cavallo di battaglia è proprio l'antifascismo e la Resistenza, sul cui argomento ha scritto parecchi libri con la tecnica del copia-incolla da documenti reperiti un po' qua e un po' là. Ma la sua passione per i libri scaturisce esclusivamente dal fatto che con libri si fanno le famose “presentazioni”, con la presenza in platea di qualche sposa annoiata dalla domestica routine e con l'immancabile buffet alla fine.
Totale vitalizio : 3000 e passa Euro, (leggi qui).
Scala di valutazione baristica : triste pagatore !

 
Roberto Giollo



 
Era il mio professore di Educazione Tecnica alle medie e quando faceva lezione, tutti quanti ci appostavamo seduti nelle ultime fila per evitare la doccia di sputazzi a cui erano costantemente sottoposti gli alunni delle prime file : ciò gli fece guadagnare il soprannome di “Spuacin”.
A parte questo “liquido” inconveniente, è proverbiale la sua ghiottoneria per i formaggi. Racconta lui stesso che al self-service del Senato, se ne mangiava dei mezzi chili, ovviamente a prezzi agevolati, poiché, si sa, quella dei Senatori è una categoria “svantaggiata”. Brevissima ma incisiva la sua carriera politica : brevissima perchè fu nominato Senatore con il primo governo Berlusconi che durò solamente 6 mesi, e incisiva, soprattutto per il suo portafogli, perché nonostante tutto si becca ugualmente il vitalizio.
Totale vitalizio : 2000 e passa Euro, (leggi qui).
Scala di valutazione baristica : discreto pagatore !

 
Bene amici, questi sono i castati, certamente delle gocce nell'oceano degli sprechi e del parassitismo italico. Quando pensi che Anghela Merkel becca 9 mila Euro al mese e vive in un mini-appartamento al Bundestag, pagando l'affitto allo stato tedesco, e l'ambasciatore d'Italia a Berlino, becca 20 mila Euro al mese e vive a “sbaffo” dello stato italiano, ti rendi conto che i nostri “castati adriesi” seppur tegnosi e tristissimi pagatori sono, dopotutto, degli emeriti “ pelacachi “ !


Ersilio Gallimberti Vi saluta e vi annuncia la pubblicazione dell'imminente post :