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domenica 22 febbraio 2015

Pins e spille : investimento da appuntare.

Quando John Adamek, Rainer Homan e Uwe Schomann si incontrano nelle loro case ad Amburgo, danno il via alle loro sessioni di consultazione e scambio, dispiegando con fare liturgico le stuoie di velluto rosso che proteggono le spille tra le loro morbide pieghe. I tre collezionisti hanno raccolto finora 22.000 esemplari. Questi sono riposti in maniera ordinata in speciali contenitori che, per quanto pieni, non precludono mai la possibilità di accogliere nuovi pezzi. Una volta aperti i raccoglitori si immergono in una vera e propria venerazione.
John confessa: "Le spille hanno sempre fatto parte della mia vita. Sono cresciuto con loro. A casa ne ho di provenienti da tutto il mondo, ma le mie preferite sono quelle legate al calcio, per via del mio lavoro di arbitro. Quindi prevalentemente distintivi di club". Nella sua collezione annovera per esempio un'antica spilla dell' FC Viktoria datata 1895, il cui valore attuale si aggira intorno ai 200 euro.
Da soli e in compagnia, i tre amici passeggiano spesso nei mercatini di Amburgo, a caccia di nuovi esemplari e come tutti i collezionisti sono sempre alla ricerca di pezzi rari. In genere sono due i fattori che fanno nascere l'interesse nei confronti di una spilla : i materiali e la storia. Alcune spille infatti, possono essere considerate vere e proprie opere d'arte con i loro metalli, le pietre e gli smalti. Altre invece colpiscono il cuore del collezionista, provocando inevitabili palpitazioni, con gli aneddoti che le coinvolgono.
Il valore di una spilla è calcolato specialmente in base alla cura delle parti smaltate e all'anno di fabbricazione. Secondo molti collezionisti l'elemento più affascinante è la ricercatezza nei dettagli. Purtroppo, però, oggi la maggior parte viene prodotta a basso costo nei paesi asiatici, con un inevitabile perdita di qualità e quindi, di appeal per i collezionisti presenti e futuri.
Molto ricercate sono soprattutto le spille prodotte dai partiti politici in passato. Più di 150 anni fa Abraham Lincoln le introdusse come mezzo pubblicitario, utilizzandole per la prima volta come metodo di comunicazione per la sua campagna presidenziale del 1860. Da quel momento la spilla diventa veicolo di propaganda politica è uno strumento per rafforzare il senso di appartenenza al partito. Una tradizione che si è conservata fino ad oggi : Barack Obama con il suo "Yes we can" appuntato sul petto, nel 2008 è diventato il 44º presidente degli Stati Uniti.
Le spille si sono ritagliate il loro spazio anche all'interno dei canali di comunicazione e promozione delle grandi aziende. Se si indossa la spilla di un marchio o di un prodotto, significa che se ne condividono i valori o che si vuole esprimere apprezzamento nei suoi confronti. Indossare il simbolo di una Ferrari può essere il vanto di un proprietario o lo sfizio di un appassionato.
Il mondo del collezionismo ha le sue regole e tradizioni, perlopiù stabilite dagli appassionati stessi. Fanno eccezione le spille Disney. Il colosso americano, sebbene abbia sempre venduto spille promozionali, dal 1999 ha deciso di gestire in prima persona le regole per lo scambio : nel "pins trading", (commercio di spille), sono accettate solo quelle di metallo, non è possibile scambiarle con denaro o con altri regali, ed è vietato toccare quelle di un altro collezionista.
La gestione diretta del trading presso i parchi tematici Disney, ha contribuito alla diffusione del fenomeno, con la fidelizzazione di un gran numero di collezionisti, bambini ed adulti, e la possibilità di organizzare eventi speciali e controllarne il mercato.
Una semplice spilla, però, può avere significati anche molto più profondi. Per esempio, l'Associazione spille d'oro Olivetti, riunisce veterani della storica azienda piemontese e tutti coloro che ne condividono i valori aziendali. La Olivetti è stata tra le prime società in Italia a voler premiare con la "spilla d'oro" istituita dal fondatore Camillo Olivetti, la fedeltà al lavoro all'azienda dei propri dipendenti e manager. Nel 1933 Camillo Olivetti insigni con una spilla d'oro i dipendenti presenti in società sin dalla sua fondazione. La tradizione continuò con la loro assegnazione a tutti i lavoratori con 25 anni di anzianità.
L'associazione, fondata nel 1946, continuò a operare sul territorio, curando la memoria storica dell'azienda italiana. Ogni lavoratore custodisce la propria spilla d'oro con la cura di un vero e proprio collezionista.



giovedì 5 febbraio 2015

Passa il tempo, cambiano le mode, ma il sesso non cambia mai.

Da passeggero sfortunato che ha perduto il treno della "rivoluzione
sessuale", (partito troppo tardi per me e oggi lontano all'orizzonte), e da padre ansioso che vide con il cuore in gola un figlio e una figlia lasciare casa ancora bambini, (sono sempre bambini per un padre), diretti verso il college americano e le sue sataniche tentazioni, ho sempre creduto, fra timore e invidia, all'immagine dei dormitori universitari come luoghi di gigantesche e quotidiane depravazioni.
Ora scopro che avevo forse provato timori e invidie senza fondamento.
Posto che tutte le inchieste e le ricerche sul sesso contengono più menzogne di un comizio politico, (il 50% degli uomini tradisce la sua compagna e l'altro 50% mente, insegna una antica falsa battuta), la rivista ufficiale americana di sociologia ha frugato nei dormitori dei college e ha raggiunto la conclusione che i ragazzi di oggi, si comportano esattamente come i loro genitori.
Il mito della cultura dell'"hookup", dell'aggancio, della sveltina, dell'incontro di una notte che si sgancia il giorno dopo per rimorchiare un vagone diverso la notte successiva è, appunto, un mito. Le relazioni intime fra gli studenti di questa prima decade e mezza del XXI secolo, hanno la stessa frequenza e la stessa durata di quelle che la generazione dei loro padri e delle loro madri avevano trent'anni or sono.
Le coppie che si formano nella forzata convivenza dei dorm, dove le università costringono gli studenti a vivere per incassare più soldi anche oltre le oscene rette da riscatto, tendono a essere di lunga durata e reciprocamente fedeli, molto più di quanto i parenti a casa immaginino, pensando a continui riti dionisiaci.
E il numero di studenti che sposano i compagni di corso e di alloggio dopo aver lasciato il college, è addirittura superiore a quanti rendevano permanente e ufficiale la loro relazione, trent'anni or sono. Segno che c'era fra loro qualcosa di più serio, che una febbriciattola del venerdì sera.
La vita reale, dice in sostanza questa ricerca condotta in Università di varie regioni e di diversa popolazione, non è un telefilm, un serial, una puntata di Sex and the College, o un "meat market", un mercato della carne, o non lo è nella misura romanzata e sceneggiata dei produttori. Come non lo sono la frequenza di delitti nei paesi di Don Matteo o del commissario Montalbano.
La sbruffonaggine di ragazzi e di ragazze e spesso una gag per prendersi gioco degli adulti, per fare scena, magari per nascondere timidezza e fallimenti. Se tutti dicono di "farlo" come conigli in una conigliera, non posso rivelare di essere io l'unico maschio foruncoloso imbranato o l'unica femmina bruttina sganciata dal convoglio.
La classica menzogna del "negare", in materia di inchieste sul sesso, si rovescia nella menzogna dell'"affermare" quello che poi non si fa.
C'è molta più fantasia che realtà, nel film del college visto come una Animal House. Anche le statistiche sulle gravidanze non volute delle teenager, che ha 17 anni lasciano il nido e volano verso i dormitori ovunque misti, indicano nella loro continua diminuzione che ragazzi e ragazze hanno imparato a trattare con più rispetto la propria sessualità.
Gli anticoncezionali esistevano trent'anni or sono esattamente come esistono oggi, e pure gli "incidenti" erano più frequenti.
Non avendo più figli nei dormitori, ed essendo ancora molto lontana la partenza dei nipoti per il pianeta college, posso leggere con qualche distacco queste ricerche, senza neppure rimpiangere troppo di non aver mai vissuto in un dormitorio di college e di aver perduto il treno della rivoluzione sessuale, avendo avuto in cambio il viaggio di una vita con un amore vero, (mia moglie).
Ma i genitori, anche italiani, di giovani che studiano in università americane possono respirare meglio. I ragazzi e le loro ragazze fanno esattamente quello che loro avevano fatto, alla stessa età e nelle stesse situazioni.
Il che, ripensandoci bene, potrebbe preoccuparli.


Vittorio Zucconi