Da
passeggero sfortunato che ha perduto il treno della "rivoluzione
sessuale", (partito troppo tardi per me e oggi lontano
all'orizzonte), e da padre ansioso che vide con il cuore in gola un
figlio e una figlia lasciare casa ancora bambini, (sono sempre
bambini per un padre), diretti verso il college americano e le sue
sataniche tentazioni, ho sempre creduto, fra timore e invidia,
all'immagine dei dormitori universitari come luoghi di gigantesche e
quotidiane depravazioni.
Ora
scopro che avevo forse provato timori e invidie senza fondamento.
Posto
che tutte le inchieste e le ricerche sul sesso contengono più
menzogne di un comizio politico, (il 50% degli uomini tradisce la sua
compagna e l'altro 50% mente, insegna una antica falsa battuta), la
rivista ufficiale americana di sociologia ha frugato nei dormitori
dei college e ha raggiunto la conclusione che i ragazzi di oggi, si
comportano esattamente come i loro genitori.
Il
mito della cultura dell'"hookup", dell'aggancio, della
sveltina, dell'incontro di una notte che si sgancia il giorno dopo
per rimorchiare un vagone diverso la notte successiva è, appunto, un
mito. Le relazioni intime fra gli studenti di questa prima decade e
mezza del XXI secolo, hanno la stessa frequenza e la stessa durata di
quelle che la generazione dei loro padri e delle loro madri avevano
trent'anni or sono.
Le
coppie che si formano nella forzata convivenza dei dorm,
dove le università costringono gli studenti a vivere per incassare
più soldi anche oltre le oscene rette da riscatto, tendono a essere
di lunga durata e reciprocamente fedeli, molto più di quanto i
parenti a casa immaginino, pensando a continui riti dionisiaci.
E
il numero di studenti che sposano i compagni di corso e di alloggio
dopo aver lasciato il college, è addirittura superiore a quanti
rendevano permanente e ufficiale la loro relazione, trent'anni or
sono. Segno che c'era fra loro qualcosa di più serio, che una
febbriciattola del venerdì sera.
La
vita reale, dice in sostanza questa ricerca condotta in Università
di varie regioni e di diversa popolazione, non è un telefilm, un
serial, una puntata di Sex
and the College,
o un "meat market", un mercato della carne, o non lo è
nella misura romanzata e sceneggiata dei produttori. Come non lo sono
la frequenza di delitti nei paesi di Don Matteo o del commissario
Montalbano.
La
sbruffonaggine di ragazzi e di ragazze e spesso una gag per prendersi
gioco degli adulti, per fare scena, magari per nascondere timidezza e
fallimenti. Se tutti dicono di "farlo" come conigli in una
conigliera, non posso rivelare di essere io l'unico maschio
foruncoloso imbranato o l'unica femmina bruttina sganciata dal
convoglio.
La
classica menzogna del "negare", in materia di inchieste sul
sesso, si rovescia nella menzogna dell'"affermare" quello
che poi non si fa.
C'è
molta più fantasia che realtà, nel film del college visto come una
Animal House.
Anche le statistiche sulle gravidanze non volute delle teenager, che
ha 17 anni lasciano il nido e volano verso i dormitori ovunque misti,
indicano nella loro continua diminuzione che ragazzi e ragazze hanno
imparato a trattare con più rispetto la propria sessualità.
Gli
anticoncezionali esistevano trent'anni or sono esattamente come
esistono oggi, e pure gli "incidenti" erano più frequenti.
Non
avendo più figli nei dormitori, ed essendo ancora molto lontana la
partenza dei nipoti per il pianeta college, posso leggere con qualche
distacco queste ricerche, senza neppure rimpiangere troppo di non
aver mai vissuto in un dormitorio di college e di aver perduto il
treno della rivoluzione sessuale, avendo avuto in cambio il viaggio
di una vita con un amore vero, (mia moglie).
Ma
i genitori, anche italiani, di giovani che studiano in università
americane possono respirare meglio. I ragazzi e le loro ragazze fanno
esattamente quello che loro avevano fatto, alla stessa età e nelle
stesse situazioni.
Il
che, ripensandoci bene, potrebbe preoccuparli.
Vittorio
Zucconi
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