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venerdì 29 gennaio 2016

3 carabinieri morti e gli intrighi di Adria.

Mai avrei pensato che proprio ad Adria, il paese dove sono nato, dove ho trascorso la maggior parte della mia giovinezza e della mia vita adulta, proprio ad Adria accadessero cose simili. E commesse da persone con le quali, bene o male, ho persino una conoscenza diretta. Con questo scritto cerco di fare chiarezza su una brutta storia che vede 3 ragazzi morti, ed inconcepibili abusi da parte di numerose amministrazioni comunali adriesi. “La vita ha spesso una trama pessima. Preferisco di gran lunga i miei romanzi”, diceva Agatha Christie. Buona lettura.


Viste dal di fuori le istituzioni sembrano praticamente inattaccabili. Baluardi di onestà e di giustizia. Però se al loro interno si genera un batterio, un virus, che le attacca inesorabilmente, ecco che iniziano ad indebolirsi mostrandoci la loro vera faccia, che non corrisponde per nulla a quell'ideale di onestà di cui vi scrivevo.
Ora nel nostro caso quel batterio, quel virus, risponde al nome di Francesco Pantano.

Chi è Francesco Pantano
Francesco Pantano era un uomo dello stato, un uomo delle istituzioni,
un uomo che ha indossato la divisa perché credeva in quella divisa e in quello che essa rappresentava agli occhi della collettività. Perchè credeva in quell'ideale di giustizia e onestà che le divise, di qualsiasi paese, sono portatrici. Ora Francesco Pantano non crede più a nulla.
Francesco Pantano
Francesco Pantano, classe 40', originario della bassa padovana, arriva ad Adria nel marzo del 1983 per ricoprire il ruolo di comandante della polizia locale, dopo aver ovviamente vinto regolare concorso. Trova il suo vice, tale Giuseppe Cascone proveniente dalla polizia stradale di Ferrara. Come mai Giuseppe Cascone abbia abbandonato la polizia stradale di Ferrara per venire a fare il vigile urbano ad Adria non ci è dato a sapere, per il momento, però potrebbe dircelo lui stesso o potrebbe essere l'argomento di un prossimo post.

I segnali inventati da Giuseppe Cascone
Immediatamente dopo aver preso servizio, Francesco Pantano comincia a notare numerose irregolarità sui segnali stradali presenti in città. Addirittura tantissimi erano inventati, completamente fuorilegge. Anche la segnaletica orizzontale risultava carente o irregolare. Individua il fautore di tutto ciò in Giuseppe Cascone, che arrivando ad Adria prima del 1979, sostituisce fino all'arrivo di Pantano, il vecchio comandante Ugo Cacciatori, quindi avendo carta bianca per oltre 4 anni.
Un segnale inventato da Cascone
Ovviamente fa notare questo in maniera soft, sia al suo vice Cascone che all'amministrazione comunale e mi racconta che l'allora sindaco Franco Grotto (PSI) gli rispose : “Ma sior comandante, co tuti i problemi caghemo
in Adria el va drio i segnali...” Questa risposta mi sembra sintomatica di come ragionano certi amministratori soprattutto perché il Pantano, con lettera regolarmente protocollata, fa gentilmente notare al sindaco e alla giunta tutta che (cit.) “ … Tali segnali non consentono la riscossione di somme di denaro per violazioni amministrative per evitare contestazioni che sarebbero fondate. Tutto ciò con grave danno economico per l'amministrazione comunale...”
Giuseppe Cascone
Ma il sindaco Franco Grotto, la giunta tutta e il vice Giuseppe Cascone rimangono sordi e tutto ciò contribuisce a costruire attorno al Pantano una strana aureola, quella del rompicoglioni per capirci, sia nei rapporti con l'amministrazione comunale che con il vice Cascone, proprio dentro il comando della polizia locale.
I segnali stradali inventati da Giuseppe Cascone saranno oggetto di un prossimo post, dove ne pubblicherò una selezione fotografica.
Rimasti ad Adria fino al 1990 circa, ma presenti ancora oggi in gran numero a Taglio di Po, Porto Viro e Rosolina, (comune convenzionato con la P.L. di Adria), vi daranno la possibilità, se siete stati contravvenzionati e riuscirete ad esibire idonea documentazione, di presentare regolare ricorso contro il comune, con vittoria di spese e quant'altro. Io e Pantano ci rendiamo disponibili a fornirVi assistenza.

Muoiono 3 giovani carabinieri
Succede purtroppo la tragedia. Il 3 febbraio 1987 muoiono 3 giovani carabinieri in servizio di leva, travolti dal treno sul passaggio a livello in via Don Sturzo a Valliera di Adria, clicca QUI.
La tragedia – considerata disastro ferroviario ex art. 449 c.p. - crea molta commozione in città e non solo. Quali sono le cause della morte di quei 3 ragazzi? Semplice e fatale disattenzione oppure qualcos'altro? E qui c'è il colpo di scena: il dicembre del 1986, quindi 2 mesi prima della tragedia, la direzione compartimentale delle FS di Bologna, le Ferrovie dello Stato ora RFI, invia una lettera raccomandata al comune di Adria, denunciando la mancanza e l'incompletezza della necessaria ed obbligatoria segnaletica verticale ed orizzontale in prossimità dei passaggi a livello di via Don Sturzo, quello della tragedia, e del vicinissimo di via Scolo Branca, proprio a Valliera. Le FS chiedono inoltre che il comune di Adria provveda a regolarizzare la segnaletica (cit.) “... favorendo un cenno di conferma a lavoro ultimato.”

Questa è la fotocopia della raccomandata con il timbro di arrivo in comune di Adria il 31 dicembre 1986 : 
per vederla meglio clicca QUI
Ora vi risparmio il rimpallo di lettere raccomandate, post tragedia, tra comune di Adria e provincia di Rovigo per stabilire la competenza su chi doveva piazzare la segnaletica, competenza che spettava inequivocabilmente al comune di Adria, datosi che via Don Sturzo a Valliera è classificata come strada comunale; l'intero carteggio è in mio possesso.
Ma quello che mi sembra più importante è che il comandante Pantano dichiari di essere stato all'oscuro di quella raccomandata, cioè non ne sapeva l'esistenza fino a tragedia avvenuta.
Chi ha nascosto la raccomandata delle FS al comandante Pantano? Anche in questo caso Francesco Pantano non ha dubbi: è stato il suo vice Giuseppe Cascone, se non altro per nascondere ai suoi occhi un'ennesima gravissima mancanza. E questa volta anche tragica, aggiungo io.

La fine della carriera di Francesco Pantano
Dopo la morte di quei 3 poveri ragazzi, la corda già tesa tra Pantano, Cascone e l'amministrazione comunale, si spezza definitivamente. Se non altro perché Pantano comincia a fare la voce grossa, in merito a
tutte le irregolarità che aveva denunciato negli anni e all'occultamento di documenti ufficiali di cui è stato vittima. E questo non piace per nulla al comune che con la delibera 844, del 12 giugno 1987, allontana definitivamente il dott. Francesco Pantano dal comando della polizia locale, affidandoli l'incarico fittizio di “Capo sezione scuola cultura tempo libero e sport”, che tradotto significa “addetto alle fotocopie in scantinato”, mentre destina in maniera definitiva il signor Giuseppe Cascone alle funzioni di comandante dei Vigili Urbani, di fatto non avendone i requisiti previsti per legge.
Ora è interessante farVi notare che tale delibera, considerata antisindacale dalla segreteria CGIL-CISL-UIL, come denunciato da una lettera inviata al sindaco in data 17 giugno 1987, viene addirittura, la delibera 844, annullata dal CORECO, Comitato Regionale di Controllo di Rovigo, con un'ordinanza del 7 luglio 1987 perché (cit.) “... il provvedimento è illegittimo per carenza di presupposti soprattutto nella parte in cui provvede a sollevare il dipendente dalle proprie funzioni e per errata applicazione dell'istituto della mobilità ...”
Ora pensate che il comune di Adria accetti l'ordine del CORECO e ripristini Pantano alle sue funzioni? Niente affatto! Il comune di Adria se ne frega altamente dell'ordinanza e anzi fa scrivere, per mano dell'allora assessore al personale Sandro Gino Spinello (PCI), che di li a poco diventerà sindaco, che il signor Giuseppe Cascone (cit.) “... è autorizzato a proseguire nell'espletamento delle funzioni di comandante dei vigili urbani.” Il carteggio è in mio possesso.
Altri segnali inventati
Francesco Pantano è stato messo fuori gioco, ma non si arrende. Inizia una battaglia legale a suon di denunce e di carte protocollate. Tutto finisce archiviato dal tribunale di Rovigo. Non solo: Sandro Gino Spinello, soprannominato ad Adria “Gino busia”, (Gino bugia in italiano, forse perché ha promesso posti di lavoro a tutti senza mai rispettare tali promesse), diventato sindaco, lo denuncia anche per peculato perché utilizzava, come sta scritto sul capo di imputazione, “il fotocopiatore del comune per scopi personali” e (cit.) “... l'atteggiamento di Pantano costituisce un continuo elemento di turbativa e di cattivo funzionamento all'interno degli uffici comunali.”
Pantano viene condannato in primo grado a 2 mesi di reclusione e assolto in appello perché il fatto non sussiste.

L'idea che mi sono fatto
Semplicemente: E TUTTA UNA PORCHERIA!
Un funzionario solerte e competente denuncia delle irregolarità da parte di un comune, di una istituzione, che deve rappresentare il massimo esempio di legalità. Per questo viene buttato fuori, cacciato. Ma non gli viene abbassato lo stipendio. Parliamoci chiaro: Francesco Pantano ha percepito per 15 anni, dall'87 fin quando è andato in pensione nel 2002, lo stipendio pieno di comandante della polizia locale senza aver mai lavorato, facendo solamente atto di presenza in comune. Della serie stai buonino, stai a cuccia, che i tuoi soldini li prendi sempre. Ma lui buonino, a cuccia, non c'è mai stato, forse perché è troppo onesto e quello che ha subito semplicemente non gli va giù.
E' vero che sia il TAR che il Consiglio di Stato si sono espressi alcune volte sfavorevolmente nei confronti di Pantano, approvando parzialmente l'operato del comune di Adria, ma non dimentichiamoci che queste strutture hanno come unico scopo quello di difendere sempre gli interessi dello stato, anche quando questi sono basati su palesi violazioni di norme e abusi. Voi avete letto l'esatta evoluzione degli eventi, fate quindi voi le Vs. valutazioni e a riprova di tutto vi pubblico la prima denuncia presentata da Pantano nel 1988, clicca QUI, e l'ultima presentata nel 2012, clicca QUI.
E di quei 3 ragazzi morti al passaggio a livello? Se ne sono dimenticati tutti, tranne Pantano e io.
E' vero, c'è stata un'inchiesta, come succede sempre dopo un disastro ferroviario, ma guarda caso è finita archiviata anche questa. E d'altronde non poteva che finire così. Vi immaginate se dall'inchiesta fosse scaturita, come è oggettivamente, anche la parziale responsabilità del comune di Adria e quindi fosse stato condannato a pagare i danni alle famiglie? Vi immaginate lo stato che condanna se stesso a pagare? Ricordatevi che “cane non mangia cane”!
E comunque anche su queste 3 terribili morti, Francesco Pantano non ha dubbi, e come ha sempre scritto su tutte le denunce che ha presentato in tribunale “Giuseppe Cascone è stato, è e sarà sempre, il diretto responsabile della morte di quei 3 ragazzi”.
Non aggiungo altro. 

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2 commenti:

  1. leggendo mi sono venuti i brividi

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  2. i responsabili di tutto questo girono ancora per Adria.......... impuniti

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