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mercoledì 29 febbraio 2012

BLOGGIN DAY PER ROSSELLA URRU : Liberate Rossella !


Dante Alighieri ? Oggi sarebbe un blogger: Appello a tutti i blogger: BLOGGIN DAY PER ROSSELL...: Realizziamo un bloggin day* per Rossella Urru il 29/2/2012 http://www.rossellaurru.it/ Ci sono donne straordinarie che non fanno ni...

Anch' io rispondo all'appello per il bloggin day e prontamente ritrasmetto il post.   Spero sinceramente che questa brutta faccenda si risolva nel migliore dei modi.

martedì 28 febbraio 2012

Roghi del Corano : " Prenditela con i Fanti, ma lascia stare i Santi "



La vera e propria rivolta popolare scoppiata in Afghanistan e in Pakistan, a causa dei Corani bruciati durante un'operazione di “eliminazione di vecchi documenti”, nella base americana di Bagram, può apparire eccessiva o frutto di un estremo fanatismo religioso. In realtà, per chi conosce appena un poco l'Islam, soprattutto quello fondamentalista praticato nei due paesi asiatici, non c'è nulla di cui stupirsi. Il Corano, infatti, per i fedeli islamici non è affatto un libro scritto da Maometto, che oltretutto non sapeva scrivere, come continuano a ritenere molti in occidente, ma si tratta di una rivelazione divina “scesa”, ( è il verbo arabo usato ), sulla terra tramite Maometto, che non a caso non è chiamato in arabo “nabi”, ( il profeta come sono invece per il libro sacro islamico Abramo, Mosè e Gesù ), ma “rasul”, messaggero. Una rivelazione divina, che non solo è parola diretta di Allah, ma che addirittura, secondo molte scuole teologiche tra cui quella prevalente in tutta l' Arabia, costituisce un archetipo increato, vale a dire fa parte dell'essenza stessa della divinità. Si può dire che se, per i cristiani, il Verbo si è fatto carne in Gesù Cristo, per i mussulmani il Verbo si è fatto libro. Vale a dire, per i fedeli in Allah, il Corano è quello che per i cristiani è Gesù. Il rispetto per il Libro sacro, è tale da implicare che esso non deva essere toccato con le mani sporche o impure, che non deva essere conservato in basso, ma in un luogo alto e dignitoso. Per molti mussulmani, poi, esso non dovrebbe essere toccato da mani infedeli. Oltretutto il Corano è solo quello in lingua araba, ( lo dice lo stesso testo quando Allah afferma : “Vi ho dato un libro in pura lingua araba” ), le traduzioni – molto mal viste fino a poco tempo fa – sono al massimo pallide ombre che non hanno nessuna sacralità. E possono servire al massimo a chi non conosce l'arabo, per informarsi sulla religione islamica. Di fronte a queste considerazioni, balza agli occhi come l'incenerimento di alcune copie del Corano, da parte di militari americani, sia apparso un vero e proprio sacrilegio agli occhi dei credenti islamici. Fa anche un certo effetto scoprire che nella base americana di Bagram, dove è avvenuto il fatto, nessuno degli ufficiali americani che da anni stanno in Afghanistan, abbia avuto il minimo sentore dell'errore che si stava compiendo.

domenica 26 febbraio 2012

Angoscia umana vendesi ! L' Urlo di Munch all'asta.



Munch dipinse la sua angoscia e creò l'opera d'arte simbolo dell'uomo moderno. Ne “l' Urlo”, come in ogni capolavoro, tutti vi trovano quel che cercano. Chi non è mai entrato in un museo, o non ha mai visto un quadro, avverte il terrore e la disperazione dell'artista, perché è quella che prima o poi ogni uomo conosce, a cui reagisce, o si lascia trascinare nel gorgo della depressione, come dalle pennellate violente e avvolgenti di Munch. “l' Urlo” andrà all'asta da Sotheby's a New York, il 2 maggio, e si prevede che raggiungerà almeno gli 80 milioni di Euro. L'apparente facilità del quadro spiega la sua popolarità, e l'uso e l'abuso a cui è stato sottoposto, come la “Monna Lisa” che troviamo sulle scatole di cioccolatini. Nei giorni di carnevale, a Venezia, a Viareggio, o a Colonia e Magonza, per strada si incontrano maschere che riprendono il volto della figura de “l' Urlo”, quasi ridotta a un teschio, eppure sempre disperatamente viva. Anche nel film “Scream”, urlo appunto, il protagonista ha una maschera che ricorda il quadro di Munch. Ma le opere d'arte resistono a ogni violenza, non solo a quella del consumismo. E “l' Urlo”, skrik in norvegese, per poco non finì distrutto dai nazisti. Adolf Hitler lo giudicava arte degenerata, insieme con quasi tutte le opere d'arte contemporanee. Una versione de “l' Urlo”, non quella che andrà all'asta, fu rubata alla Nationalgalleriet di Oslo nel 1994, e recuperata un anno dopo. Il quadro fu dipinto a 30 anni da Edvard Munch nel 1893, ma già avvertiva forse gli orrori del secolo che stava per iniziare. La storia de “l' Urlo” è anche una storia della nostra Europa. “ Credo che dipingerò solo la donna “, disse adolescente, ma il padre, il puritano Christian, gli bruciò le prime tele peccaminose. Appena gli fu possibile evase dalla provincia norvegese, andò a Parigi, come in pellegrinaggio, ma la sua nuova patria fu Berlino, dove continuò a tornare tutta la vita. Oppure andava a Warnemunde, sul Baltico, dove lo ricordano seduto per ore in silenzio, all'osteria, a bere birra e acquavite. E in quell'anno, il 1893, che Munch conosce il primo successo, con la mostra alla Kunstlervereins, l'associazione degli artisti, nella Wilhelmstrasse. “L' Urlo”, che continuerà a dipingere in diverse versioni, quasi identiche eppure diverse, suscita ammirazione e disgusto. E' un'offesa all'arte, Munch è privo di talento e si atteggia ad artista. Ma i detrattori sono in minoranza. “ Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò – Munch così racconta la nascita del quadro – il cielo si tinse di rosso sangue. Mi fermai, i miei amici continuavano a camminare e io tremavo di paura . . . e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura “. “L' Urlo” è messo all'asta da Petter Olsen, che appartiene a una nota famiglia di armatori. Il padre Thomas, fu amico di Munch e suo mecenate, e li comprò diverse tele. Altre, in tutto 28, le salvò dalle mani dei nazisti. I quadri dell'artista norvegese erano stati tolti dai musei tedeschi, ma i nazisti decisero di venderli a Oslo, per ottenere valuta pregiata. Olsen le acquistò a buon mercato, e dopo pochi anni, quando nel 1940 la Norvegia fu occupata dalle divisioni di Hitler, riuscì a nasconderle. “ Le ho salvate da sicura distruzione “, diceva. La storia degli Olsen e dei quadri di Munch è a suo modo romanzesca. Thomas Olsen nel 1955 scivola sulla scalinata di marmo nella sua villa, e rimane paralizzato. La compagnia passa nelle mani del figlio Fred, che entra in conflitto con Petter. La madre Henriette per ricompensare il figlio minore gli affida i capolavori di Munch. Una decisione che continua a dividere i due fratelli. Una vicenda che appassiona da decenni i norvegesi. Il ricavato de “l' Urlo” servirà a finanziare un nuovo museo dedicato a Munch, almeno questo è quello che è stato detto ufficialmente.

R. G.

domenica 19 febbraio 2012

Ragazze, non imitate Belen ! L'interessante opinione di Maria Rita Parsi


La misoginia maschile è un fenomeno che rimane sotterraneo ed emerge periodicamente ; ma si manifesta anche nel vincolare le donne e a misurare il proprio valore ed i propri talenti, secondo il metro della seduttività.   La misoginia femminile sorge, ritengo, solo quando s'instaura una competitività rispetto alla propria capacità attrattiva verso gli uomini, schiacciata su quelli che sono definiti “attributi” : non credo, pertanto, che siano state molte le donne italiane e, poiché si era in Eurovisione, europee, che si siano potute riconoscere nel modello femminile così esasperatamente esibito, che ha preso corpo nello spacco abissale accessoriato di farfalla tatuata di Belen, sul palcoscenico di Sanremo.   L'alibi dell' “epater les bourgeois”, che lei stessa confessa non regge, se si pensa ai talenti in empatia, energia, capacità affabulatoria che possiede questa donna affascinante e che accantona, limitandosi al troppo facile ricorso alla sua fisicità.   La sua dichiarata sfida, sotto il profilo psicologico, è ben lungi dall'essere manifesto di libertà ; è persino dimostrazione di una sua subalternità ad un supposto immaginario maschile della femmina, che non è donna, ma un simulacro di donna, e rischia soltanto di imprimersi, come modello di comportamento e di obiettivi, in coloro che sono più deboli e influenzabili, essendo in loro ancora in itinere gli anticorpi della maturità razionale, ovvero le pre-adolescenti e le adolescenti.   Dare alle giovani generazioni di donne, dei punti cardinali per la valorizzazione della loro persona e della loro personalità, di cui l'aspetto fisico è solo una delle componenti, rappresenta un dovere sociale a cui tutto deve contribuire, ivi compresi i media e coloro che dai media vengono incoronati, con  meccanismi complessi e incomprensibili, come modelli da imitare.   Non c'è nulla da imitare nella coppia Corona-Belen, nel loro ostentato disprezzo delle convenzioni e persino, per lui, delle leggi che regolano la convivenza civile.   Concordo con le ministre Cancelieri e Fornero quando invocano un approccio diverso alla valorizzazione dell'immagine femminile ; ciò, infatti, non vuol dire condannarsi ad ideali estetici sciatti e sgradevoli alla vista, bensì la ricerca di una maggiore attenzione verso un'armonia virtuosa fra corpo ed anima.

Maria Rita Parsi

mercoledì 15 febbraio 2012

Oro nero da spalmare : il caviale


E' talmente costoso che non a caso viene chiamato oro nero : il caviale.   Il prezzo base per un chilo di caviale Beluga è di circa 2500 Euro, ma si arriva anche a 24.000 Euro per le uova color avorio degli storioni Beluga vecchi 100 anni.   Questi producono solo circa 20 kg. l'anno che vengono venduti in scatole d'oro 24 carati.   La pregiata selezione persiana Almas, che letteralmente significa diamante, è la più costosa al mondo.   Per chi non volesse spendere tanto per queste particolari uova, esiste anche una versione più economica in barattolo di stagno a 1200 Euro per un quantitativo decisamente inferiore al chilo.   Di qualunque scatola si tratti occorre comunque ricordare che una volta aperto il prodotto ha un tempo di conservazione molto ridotto quindi deve essere consumato nell'arco di pochissimi giorni.   Il prezzo del caviale viene determinato in base a vari criteri.   In primo luogo bisogna distinguere il tipo di storione da cui provengono le uova.   Le tre specie più note sono lo storione stellato ( Acipenser stellatus ), da cui si ottiene il caviale Sevruga, il Waxdick o danubiano, ( Acipenser gueldenstaedtil ), dal quale proviene il caviale Ossietra e l'Hausen, ( Huso huso ), le cui uova vengono chiamate Beluga.   Un'altra distinzione rilevante è tra caviale d'allevamento ( storionicoltura), e da pesca : la salinità delle uova contribuisce infatti alla loro categorizzazione.   Infine un altro dettaglio importante che influisce fortemente sul prezzo è il processo di selezione a opera degli specialisti.   Il caviale, se selezionato, è infatti migliore di qualità, il suo gusto più raffinato e, di conseguenza, più costoso.   Tra le varietà più famose quella di Aquitaine, nel caso del caviale di allevamento, e di Almas, estratto da esemplari albini da pesca.   La prima prova dell'esistenza del caviale sembra risalire a tempi antichissimi.   I fenici e i romani che vivevano sulla costa cominciarono a salare le uova di storione fin dal 2400 avanti Cristo.   Questa tradizione era adottata anche dai persiani dai quali proviene probabilmente la parola “ chav-jar “.   Loro lo mangiavano perchè ritenevano fosse fonte di energia e avesse proprietà curative.   Secondo alcuni il nome potrebbe derivare anche dal termine “ avyron “ in greco antico, o forse dalla parola turca “ Khavyar “.   A prescindere dall'origine e dalla nazionalità, persiani, greci e turchi sono tutti d'accordo su un punto : il modo migliore per assaporarlo.   Le uova devono essere imboccate senza contorno e condimento, oppure possono essere mangiate insieme a “ blinis “ russi, ( simili a piccole frittelle ), e panna.   E' molto importante non utilizzare cucchiai metallici, bensì in madreperla, in quanto i primi potrebbero alterare il gusto del caviale fresco.   Ma come si fa a dire se il caviale è fresco ?   E che cosa si intende per freschezza ?   Fresco non significa nulla !   Il caviale è infatti un prodotto che viene consumato dopo un tempo determinato.   Questa finestra temporale è variabile ed è necessaria per estrarre il massimo sapore.   Di per sé, infatti, le uova appena prese dal pesce, non hanno né gusto né sapore.   Sul mercato si può trovare quindi solo caviale salato.   “ Se un prodotto è salato non è più fresco “, dice Armen Petrossian, esperto di caviale a Parigi.   Il caviale e la famiglia Petrossian hanno infatti una lunga storia in comune.   Già nel 1920, i fratelli Mouchegh e Melkoum Petrossian, aprirono nella capitale francese, il primo negozio dedicato interamente a queste uova.   Di origine armena, quando fuggirono dall'Iran e giunsero in Francia, il caviale non era conosciuto.   Poichè in Russia era un must per l'alta società già da molto tempo, i due fratelli decisero di importare questo cibo sopraffino  anche a Parigi.   Un vantaggio per loro, fu certamente la fuga di quegli stessi russi aristocratici, dopo la rivoluzione bolscevica e il loro arrivo a Parigi, dove cercavano il caviale in quanto gli ricordava la patria.   Mouchegh e Melkoum si occuparono di disegnare e creare il logo della società, un'imbarcazione in mare su uno sfondo giallo, ancora oggi usato sulle piccole lattine di lusso.   Armen Petrossian, figlio di Mouchegh, è ora il direttore della compagnia che ha sedi in tutto il mondo.   Oggigiorno è anche possibile ordinare il caviale on-line, e riceverlo entro 24 ore scegliendo la confezione che si preferisce, vedi www.petrossian.com   Petrossian importa il suo caviale da qualsiasi parte del mondo, California, Bulgaria, Cina e Israele, ma anche da Germania e Francia.   Questo perchè in molte acque, come ad esempio nel mar Caspio, è ormai vietata la pesca dello storione.   Questo pesce infatti, ormai in via di estinzione, può essere pescato legalmente solo in quantità molto limitate.   Da qui ecco l'enorme sviluppo degli allevamenti, cioè della storionicoltura.   La differenza tra caviale selvatico e di allevamento non è enorme, soprattutto quando si paragonano le uova di pesci della stessa specie, della stessa età e con lo stesso trattamento.   Ma quando si confrontano le uova di pesci diversi,  allora aumentano le differenze, perchè nel pescato selvaggio vi è una maggiore varietà.   Il caviale però è come il vino.   Non basta avere uva buona per ottenere una bottiglia di buona qualità ; bisogna anche avere l'esperienza e le conoscenze per lavorarla.


martedì 7 febbraio 2012

Bamboccioni e posto fisso : incompetenza della politica

Le ultime dichiarazioni delle ministre Cancelieri e Fornero sui bamboccioni, il posto fisso e la disponibilità a viaggiare dei giovani lavoratori, sono sintomatiche di una situazione che da tempo vado predicando e che ora voglio scriverVi.   Uno stato che si definisca veramente tale, cioè un consorzio umano di mutuo soccorso, una casa comune dove condividere la vita con i tuoi simili, i connazionali, (termine poco usato al giorno d'oggi), si preoccupa innanzitutto di creare tutte le condizioni necessarie per poter vivere al suo interno, in armonia e benessere, nel rispetto reciproco e nella consapevolezza di un futuro tranquillo.   E queste condizioni sono forse soddisfatte in Italia ?   Assolutamente no.   Non esistono posti di lavoro, perchè il lavoro è iper-tassato e iper-sindacalizzato.   Nel pubblico impiego vengono assunti solo i raccomandati, “gli amici di”; la raccomandazione è l'unico metro di misura nella qualità dell'individuo, il tutto a scapito della meritocrazia, che in Italia è praticamente carta straccia.   Ma allora è così anche all'estero ?   Assolutamente no.   Le aziende assumono perchè hanno pochissimi vincoli fiscali, il sindacato non è arrogante, chi è capace va avanti.   Quanti ragazzi tedeschi, quanti ragazzi francesi, quanti ragazzi olandesi vanno in giro per il mondo a lavorare ?   Certamente pochissimi e solamente per scelta, non perchè sono obbligati dal fatto che nel loro paese il lavoro non c'è e non si fa nulla per crearlo.   Parliamoci chiaro : negli ultimi 100 anni, l'Italia ha sofferto un'emorragia di persone, di esseri umani, di connazionali, che è sottostimata in 50 milioni di persone.   Ripeto, 50 milioni di italiani, di nostri connazionali, praticamente un'altra Italia, che hanno dovuto emigrare all'estero per lavorare, per vivere, non per cercar fortuna, ma soltanto per sopravvivere.   Questo perchè nel loro paese non c'erano le condizioni necessarie per permetterli di condurre una vita decente, cioè un lavoro, una casa, la possibilità di mettere al mondo dei figli.   Siamo uno dei pochissimi paesi al mondo ad avere una percentuale di emigrazione così alta ; solamente i paesi del terzo mondo ci superano.   E in 100 anni non è cambiato assolutamente nulla, anzi, è peggiorato.   Ora sull'incompetenza e l'incapacità della classe politica, gli storici artefici di questo incancrenimento, mi ero abituato da tempo, ma il fatto che questi personaggi si permettano anche di fare degli apprezzamenti sulla gente, proprio non mi va giù.   Come si permette la ministra Fornero di parlare di bamboccioni, quando sua figlia Silvia è assistente universitaria a Torino, a 50 metri da casa  ?   Mi rendo sempre più conto che l'Italia è una specie di paese fondato sull'egoismo e l'individualismo.   Siamo un'accozzaglia di persone messe assieme per forza, dove l'interesse di pochi e l'interesse prevalente, a scapito dell'interesse collettivo.   Le ministre Cancelieri e Fornero avessero la compiacenza di stare zitte.  
Saremo certamente il Belpaese, ma per pochi !



lunedì 6 febbraio 2012

Seneca : felicità e virtù


La vera felicità risiede nella virtù, la quale ci consiglia di giudicare come bene solo ciò che deriva da lei e come male ciò che proviene invece dal suo contrario, la malvagità.   Poi, di essere imperturbabili, sia di fronte al male che di fronte al bene, in modo da riprodurre in noi, per quanto è possibile, Dio.   Quale premio per questa impresa la virtù ci promette privilegi immensi, simili a quelli divini : nessuna costrizione, nessun bisogno, libertà totale, assoluta, sicurezza, inviolabilità ; non tenteremo nulla che non sia realizzabile, niente ci sarà impedito, né potrà accaderci alcunché che non sia conforme al nostro pensiero, niente di avverso, niente di imprevisto o contro la nostra volontà.   “ Cosa ? “, mi dirai.   “ La virtù basta per vivere felici ? “   E come potrebbe non bastare, quand'è perfetta e divina ?   Anzi, è più che sufficiente.   Che può mancare, infatti, a chi si trova fuori da ogni desiderio ?   Non può venirgli nulla dall' esterno, quando ha già tutto dentro di sé.   “ Ma chi procede verso la virtù “, replicherai, “ anche se ha fatto molta strada, dev' essere anche un pò aiutato dalla fortuna, fintantoché si dibatte tra le vicende umane, sino a che non sciolga quel nodo e non infranga ogni legame mortale.   Che differenza c'è, allora, fra costui e gli altri ? “   Che questi sono legati solidamente, strettamente, e anche con molti nodi, a quello, invece, che si è avviato verso una dimensione superiore, spingendosi più in alto, la catena s'è allentata : egli non è ancora libero, ma è come se lo fosse.

sabato 4 febbraio 2012

999 Pensieri laici. Il libro di Luigi

"999 Pensieri laici pro e contro l' uomo"
Il libro di Luigi Zanuso

Ecco finalmente il libro di Luigi Zanuso disponibile alla vendita con allegato un fantastico DVD della durata di ben 2 ore, a soli 15 €, spedizione in tutto il mondo inclusa.
Per acquistarlo telefonate direttamente a Luigi al +39 348/0614959 dopo le 12, perché il signorino si alza sempre a quell'ora.
L'intero incasso della vendita del libro sarà devoluto all'associazione "Vitelloni di Vicenza e Adria” ; quindi acquistandolo fate anche un'opera buona !Ciao a tutti !

mercoledì 1 febbraio 2012

Olomouc : hanno demolito il klub Sidia !

Il klub Sidia com'era

E quello che ne è rimasto
 Hanno demolito il “ klub Sidia “ !

Signore e Signori : hanno demolito il mitico “ klub Sidia “ ad Olomouc.   Un' altro pezzo della vecchia Olomouc se ne è irrimediabilmente andato per lasciare il posto ai moderni centri commerciali, business center e compagnia bella !   Non che io sia un nostalgico del passato regime e nemmeno di quella corrente politica, certo è che almeno quelli edifici, rappresentavano in maniera inequivocabile, l' est Europa inteso propriamente come area geografica.   Unici in tutto il continente, come stile costruttivo e come disposizione degli interni, tali edifici infatti trovavano la loro esclusiva collocazione in quell' area specifica dell' Europa, vanto indiscusso e dimostrazione per altro tipica della mancanza di fantasia, dell' architettura sovietica.   Però avevano un loro fascino ed erano parte integrante di quell' est che amavo ed amo tuttora inteso, badate bene, non come area geografica solamente, bensì come “ atmosfera “.   Io infatti ho sempre considerato l' est Europa come “ un' atmosfera “, che si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo.   Ed è proprio quell' amore che mi ci porta ancora dopo oltre vent' anni.   Il piacere di entrare in quei casermoni grigi, parallelepipedi impersonali e freddi, popolati però da gente simpatica e anche strana ; è una sensazione unica, una “ full immersion “ in un mondo svanito, vagamente retrò e demodè, per noi occidentali, ma nella curiosità della  scoperta di come si riesca ad imbrigliare la creatività e la fantasia, nel nome di chissà quale necessità superiore di accoglimento dei  bisogni collettivi.   Curiosità immediatamente dipanata nel riscontrare la  ovvia funzionalità ma a scapito della bellezza.   E' vero che l' abito non fa il monaco, ma è pur vero che un monaco senza abito è un uomo normale, se non un uomo nudo.   E cosa sarebbe la vita senza la bellezza ?   Senza quel delicato ma intenso piacere che solo gli occhi riescono a trasmettere alle zone più intime e sensibili del nostro cervello ?   E si può vivere ugualmente senza bellezza o in un sistema di “ bellezza ridotta “ ?   Questo è un' interrogativo che mi sono posto tante volte.   Ricordo che anni fa mi trovavo al “ Vystaviste Cerna Louka “, ad Ostrava, per una fiera.   Un fabbricato di due piani destinato a centro esposizioni, quindi totalmente differente dal Sidia, che era un cinema-teatro.   Mi trovavo proprio al secondo piano, gremito di gente, e sentivo continuamente il pavimento oscillare.   Vi dirò che sulle prime la cosa mi turbava un poco, ma poi vedendo il disinteresse generale, pensai che  fosse dopo tutto normale, o quasi.   Chiesi allora ad un visitatore se anche lui percepiva questa continua oscillazione del pavimento e se la cosa lo lasciasse indifferente.   Questi mi rispose che era un fabbricato “ fatto dai comunisti “ e che l' oscillazione era normale, perchè loro, i palazzi li facevano così.   Poi approfondendo capii, che la scuola architettonica sovietica, prevedeva come unico sistema costruttivo, l' applicazione dei pannelli di cemento armato, su degli elementi flessibili o addirittura mobili.  Non tanto per una questione di prevenzione sismica, ( parliamo di Rep. Ceca, lo zoccolo duro dell' Europa e quindi fortunatamente immune da eventi sismici ), ma bensì per il semplice fatto che le loro cognizioni architettoniche arrivavano fin lì.   Che ci vuoi fare !   Comunque il klub Sidia era bello !   Bello, si fa per dire.   Esternamente era quel famoso parallelepipedo, ma internamente era carino.   Con il suo enorme atrio, il guardaroba, il buffet, la platea che fungeva anche da enorme sala da ballo, il grande palco per le rappresentazioni e lo schermo da cinema alle spalle.   Bellissimi anche i lampadari e le appliques.   Quante coppie si saranno formate là dentro, e quanti amori saranno sbocciati grazie proprio al klub Sidia.   Quanti discorsi, quante conferenze e anche quanti complotti saranno stati tramati là dentro.   E quante sbornie si saranno consumate !   E poi il klub Sidia era ultimamente anche la sede del mercatino dell' antiquariato di Olomouc.   Quante mattinate dedicate alla “ caccia “ di oggetti antichi e particolari e quanti buoni affari.    Mi reputo veramente un privilegiato nel aver potuto calpestare e vivere il klub Sidia, silenzioso testimone del passato.