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domenica 27 settembre 2015

Non abbiamo il wi-fi. Parlate tra di voi.

Mi trovavo in un luogo pubblico e a un certo punto il mio sguardo è caduto su un cartello su cui era scritto, "no wi-fi, parlate tra di voi". Credo che questo messaggio sintetizzi quello che sta accadendo. Ci incontriamo, ma non parliamo più. Siamo presenti, ma la connessione ci porta lontano, ci impedisce il rapporto diretto con chi ci è davanti. Questa frase allora sintetizza un'indicazione che vorremmo percorrere e che riprende indirettamente il senso della festa del santo di Assisi, dedicata alla pace, alla fraternità, al dialogo tra culture e fedi diverse.
E quanto mai vero che, a volte, stando con gli amici o con le persone, facciamo fatica a dialogare. Non vogliamo demonizzare il Web, ma cogliere le opportunità che esso ci offre. La rete significa informazione, circolarità, incontro con il prossimo e, perché no, con Dio. È uno spazio di esperienza che è già diventato parte integrante di ognuno di noi, un luogo dove apprendere contenuti ed estendere la vita quotidiana.
Qui possiamo arricchire le nostre relazioni con delle potenzialità incredibili. È stata la rete a portare l'informazione e l'inclusione sociale a livelli mai raggiunti prima. Il Web ci fa comprendere l'altrove e, paradossalmente, anche "l'Altrove".
Mi sovviene l'immagine evangelica con la quale Gesù, lungo il mare di Galilea, invitava i suoi discepoli dicendo : "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". Per questi e tanti altri motivi, San Francesco probabilmente parlerebbe di "sorella rete". Ma c'è anche un pericolo, quello che la vita on-line diventi la nostra unica vita. Essa deve essere pensata invece come continuazione della realtà e non come il nostro unico mondo, altrimenti il Web si trasforma in una forma di alienazione che annulla tutti quei valori che riguardano l'uomo come essere vivente : l'altruismo, il contatto umano.
Inoltre, l'incredibile quantità di notizie che arrivano dal Web, non sempre sono buone, non sempre ci giovano. Ed è per questo che abbiamo bisogno della nostra interiorità, dei nostri valori : nel mare magnum di internet dobbiamo essere in grado di discernere il bene dal male, il frumento dalla zizzania.
Mi piace pensare che internet ci ha dato la possibilità di una "cultura circolare" e non piramidale. È la stessa rivoluzione operata da San Francesco quando ha iniziato a pensare ad un nuovo modo di stare insieme : non uno al di sopra dell'altro, ma uno accanto all'altro, uno per l'altro. Qui tutti siamo allo stesso livello, tutti possono prendere contatto con tutti e attraverso la finestra di internet possiamo mettere da parte l'imbarazzo e chiedere aiuto o meglio, essere d'aiuto.
Non sprechiamo questa opportunità, dopo un primo passo nel Web e necessario tornare con i piedi per terra. Chi chiede aiuto ha bisogno di gesti reali, è necessario abbandonare l'atteggiamento di semplice spettatore. Sono necessarie le mani tese da poter stringere e gesti su cui contare. Proprio come quelli di San Francesco verso i lebbrosi e i poveri. Prendiamo esempio da lui, rimaniamo connessi ... soprattutto con il prossimo.


Enzo Fortunato

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