Mi
trovavo in un luogo pubblico e a un certo punto il mio sguardo è
caduto su un cartello su cui era scritto, "no wi-fi, parlate tra
di voi". Credo che questo messaggio sintetizzi quello che sta
accadendo. Ci incontriamo, ma non parliamo più. Siamo presenti, ma
la connessione ci porta lontano, ci impedisce il rapporto diretto con
chi ci è davanti. Questa frase allora sintetizza un'indicazione che
vorremmo percorrere e che riprende indirettamente il senso della
festa del santo di Assisi, dedicata alla pace, alla fraternità, al
dialogo tra culture e fedi diverse.
E
quanto mai vero che, a volte, stando con gli amici o con le persone,
facciamo fatica a dialogare. Non vogliamo demonizzare il Web, ma
cogliere le opportunità che esso ci offre. La rete significa
informazione, circolarità, incontro con il prossimo e, perché no,
con Dio. È uno spazio di esperienza che è già diventato parte
integrante di ognuno di noi, un luogo dove apprendere contenuti ed
estendere la vita quotidiana.
Qui
possiamo arricchire le nostre relazioni con delle potenzialità
incredibili. È stata la rete a portare l'informazione e l'inclusione
sociale a livelli mai raggiunti prima. Il Web ci fa comprendere
l'altrove e, paradossalmente, anche "l'Altrove".
Mi
sovviene l'immagine evangelica con la quale Gesù, lungo il mare di
Galilea, invitava i suoi discepoli dicendo : "Seguitemi, vi farò
pescatori di uomini". Per questi e tanti altri motivi, San
Francesco probabilmente parlerebbe di "sorella rete". Ma
c'è anche un pericolo, quello che la vita on-line diventi la nostra
unica vita. Essa deve essere pensata invece come continuazione della
realtà e non come il nostro unico mondo, altrimenti il Web si
trasforma in una forma di alienazione che annulla tutti quei valori
che riguardano l'uomo come essere vivente : l'altruismo, il contatto
umano.
Inoltre,
l'incredibile quantità di notizie che arrivano dal Web, non sempre
sono buone, non sempre ci giovano. Ed è per questo che abbiamo
bisogno della nostra interiorità, dei nostri valori : nel mare magnum di internet dobbiamo essere in grado di discernere il bene dal male,
il frumento dalla zizzania.
Mi
piace pensare che internet ci ha dato la possibilità di una "cultura
circolare" e non piramidale. È la stessa rivoluzione operata da
San Francesco quando ha iniziato a pensare ad un nuovo modo di stare
insieme : non uno al di sopra dell'altro, ma uno accanto all'altro,
uno per l'altro. Qui tutti siamo allo stesso livello, tutti possono
prendere contatto con tutti e attraverso la finestra di internet
possiamo mettere da parte l'imbarazzo e chiedere aiuto o meglio,
essere d'aiuto.
Non
sprechiamo questa opportunità, dopo un primo passo nel Web e
necessario tornare con i piedi per terra. Chi chiede aiuto ha bisogno
di gesti reali, è necessario abbandonare l'atteggiamento di semplice
spettatore. Sono necessarie le mani tese da poter stringere e gesti
su cui contare. Proprio come quelli di San Francesco verso i lebbrosi
e i poveri. Prendiamo esempio da lui, rimaniamo connessi ...
soprattutto con il prossimo.
Enzo
Fortunato
Nessun commento:
Posta un commento