Sarà
una cosa tipicamente femminile, ma io ho l'ossessione dell'ordine. Mi
sembra sempre che in casa mia ci sia un angolo che va sistemato, un
tavolo da sgomberare, vestiti da regalare, documenti da archiviare e
una quantità di cose da buttare via.
Gli
stessi pensieri mi accompagnano in ufficio. Appena arrivata, vedo le
carte che si accumulano, le riviste e giornali da buttare, per non
parlare delle montagne di inviti a eventi scaduti da tempo. Ma
anziché gettarmi a capofitto nell'autodafè definitivo che mi riempirebbe di soddisfazione, mi precipito al
computer, (il cui schermo trabocca di cartelle da riordinare), e
clicco su "mail", nemmeno fossi la presidentessa
dell'Agence France-Press e il mio dovere fosse quello di ricevere
informazioni freschissime da diffondere in tempo reale.
Una
volta letti tutti messaggi e messa la coscienza a posto, mi capita di
consultare qualche blog, Instagram o Pinterest, dove ammiro gli
scatti dei fotografi senza nome che predicano il minimalismo. Una
foto raffigura soltanto una tazza da caffè bianca piena di latte,
(su sfondo bianco, beninteso) ; un'altra una felpa grigia, una
pochette di pelle bianca che fa pensare a una busta, (per cambiare,
fotografata su sfondo grigio chiaro). Una volta ho perfino visto un
muro bianco, da cui faceva capolino un interruttore.
Tutto
talmente Zen che perfino un giapponese del 18º secolo sembrerebbe un po' troppo
vuoto. A ogni modo, per carità, anche se sembro ironica, io certe
cose le adoro! Sì, vedo ragazze bionde con indosso nient'altro che
un jeans sbiadito e una maglietta bianca, persi in uno spazio dove
gli unici elementi decorativi sono un fiore in una bottiglia e il
grande tavolo su cui sono appoggiati.
Beh,
trovo tutto questo straordinario! Sogno atmosfere così spoglie e
pulite che sembrano trasformare un paio di espadrillas, una camicia
azzurro cielo o una scala di legno in autentiche opere d'arte.
Ovviamente
casa mia, che ricorda più la bancarella di un mercatino delle pulci
o un robivecchi di provincia e il mio guardaroba, composto perlopiù
da maglioni blu e vestiti immettibili, sono ben lontani da quello
stile monacale. Ma è difficile non farsi influenzare dalla rete dei
social network, soprattutto oggi che nessuna conversazione, nessuna
riunione, nessun appuntamento di lavoro, trascorre senza un accenno a
questi nuovi mezzi di comunicazione.
Ho
perfino scoperto che, grazie a questi strumenti contemporanei, è
possibile innaffiare le piante a distanza, dar da mangiare al gatto,
assicurarsi che il figlio si lavi i denti e calcolare il tempo di
esposizione al sole, per ricordarsi quando bisogna rimettere la crema
solare. Esiste addirittura un sito che permette di spedire lettere
alle persone scomparse, per raccogliere un certo numero di omaggi al
defunto ; anche la nonna si può archiviare nel computer.
A
proposito di influenze : visitando con mia figlia diversi negozi di
semi-grande distribuzione, o avuto modo di constatare come tutti
tentino di imitare l'eleganza sobria e spoglia di Cèline.
È
un fenomeno eclatante, ma che spesso, ahimè, manca di qualità e
bellezza. Si tratta anche in questo caso di minimalismo, e
l'impressione è che basti procurarsi una borsa, una camicia firmata
da Cèline, perché la propria interiorità e la vita intera
diventino chiare, limpide e stilizzate.
Oggi
che i computer ci aiutano a riordinare le nostre foto, i file, i
documenti scannerizzati, che Google ci promette di devolvere denaro
alla ricerca scientifica, per farci morire il più tardi possibile -
e quasi sicuramente di creare nel giro di breve tempo, degli avatar
perfetti a nostra immagine e somiglianza, ma migliori di noi - credo
che personalmente aspetterò un pochino, prima di uniformarmi a
quell'ideale di donna.
Non
vorrei rischiare di diventare un ologramma vestito di bianco, in un
salotto tutto bianco, che legge una rivista talmente "minimal"
da aver rinunciato perfino ai caratteri tipografici.
Ines de la
Fressange
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