Non
sapevo chi fosse quel signore con un saio marrone ma mi affascinava.
Un giorno - avrò avuto tre anni, non me ne ricordo e i miei genitori
hanno fatto da testimoni, nel tempo, del fatto - ho chiesto a mia
nonna chi fosse, quel tale con le colombe in mano. " E' il Santo che ama tutto e tutti, a partire dagli animali", disse mia
nonna.
Io
rimasi stupito e le ho risposto : "Ma allora ama anche i
cattivi?" "Specialmente quelli", fece lei, e tutti
scoppiarono a ridere. Io ero contento e credo che da quel momento,
come sempre fu in futuro, ho voluto bene a quel signore. Anche quando
facevo il cattivo. Perché la grazia con cui teneva tra le mani quei
piccioni era infinita, è chiaramente rivolta a tutti.
Così
spesso andavo vicino alla statuetta del Santo e gli parlavo. Prima di
confessarmi dal parroco, di solito il sabato, discutevo a bassa voce
con lui, gli rivelavo le mie colpe.
I
peccati dei bambini sono semplici, e per natura il bambino non
complica le cose. I miei peccati, alla fine, erano sempre quelli :
qualche parolaccia, distrazioni alla messa e certe intemperanze con i
genitori che avevo in comune con tutti i miei coetanei. Lui non mi
rispondeva, perché era una statua, ma capivo che profondamente mi
ascoltava, e che amando tutti mi amava. Più dei miei genitori, che
qualche volta si arrabbiavano con me.
Ma
anche più di me stesso, che ero spesso arrabbiato proprio con
l'unica persona che non avrei mai potuto evitare, quella che mi
accompagnava dal mattino alla sera nella vita di bimbo. Così il Santo che amava proprio tutti entrò nella mia vita, piano piano,
giorno dopo giorno, e ne ebbi conferma quella volta che in qualche
modo mi trovai ad agire spinto proprio da lui.
I
bambini, si sa, possono essere molto crudeli nella loro innocenza.
Così
un giorno sorpresi un mio amico a fare uno strano e crudele gioco.
Lanciava le freccette contro le lucertole. Credo che trovasse la cosa
molto divertente, perché era molto entusiasta e mi invitò a fare lo
stessa cosa. Io pensai a San Francesco e subito gli strappai di mano
la freccia che stava puntando, gli dissi che non avrebbe dovuto farlo
mai più perché San Francesco non voleva, e perché San Francesco,
che ama tutti, ama anche le lucertole, e addirittura ama pure lui,
che è cattivo anzi cattivissimo, visto il gioco scemo e violento che
stava facendo. Lui mi ha guardato in modo molto strano. Credo mi
avesse preso per pazzo. Ancora non sapevo che proprio quel santo, in
nome del quale quel giorno avevo appena agito, era ritenuto anche lui
un pazzo. Pure, grazie a quella pazzia, il mio amico non ha più
fatto quel gioco. Me l'ha confermato parecchi anni dopo. Quando,
ormai grandi, ci siamo rivisti. Quando, ridendo, abbiamo detto che
anche le lucertole del nostro paese devono ringraziare San Francesco.
Aldo Nove
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