Se,
come è probabile, il nome di Nathaniel Brackett Wales non vi dice
niente, è arrivato il momento di dedicare a questo inventore
americano un pensiero. A lui, dopo secoli di tentativi poco pratici,
dobbiamo qualcosa che tocchiamo, usiamo, benediciamo e malediciamo
ogni giorno : il frigorifero.
Fu
un secolo fa, esattamente nel 1914, che Wales brevettò la macchina
che sarebbe stata poi prodotta e commercializzata da una società
americana chiamata Kelvinator. Un'invenzione che si materializzò
nella famiglia sotto forma di un monumentale frigorifero marca
Crosley, che credo pesasse da solo come tutta la famiglia insieme.
Ma
l'invenzione del sensazionale elettrodomestico portò con sé, come
tutti i prodotti dell'instancabile capacità umana di inventare,
cambiare e trafficare, una serie di effetti secondari che neppure la
costante evoluzione del macchinario ha risolto, e ha semmai
complicato.
Ci
sono conseguenze sui rapporti di coppia, tradotti nelle liti
scaturite dal vano rovistare dentro la gelida caverna bianca, alla
ricerca di alimenti che, per misteriose ragioni ormonali, le femmine
della nostra specie sanno sempre dove siano e i maschi non riescono
mai a trovare ; le ricerche più avanzate sospettano che la
differenza si spieghi col fatto che, siano prevalentemente le femmine
della specie a riporvi gli alimenti, mentre i maschi fingono di
essere molto occupati a fare altro, per esempio a guardare la
partita.
Il
"frigor" come ancora qualcuno dice, o frigo, poi maggiorato
dal freezer, ha generato tonnellate di temuti avanzi, custoditi
nell'illusione che, rinchiusi nel freddo caveau, possano durare per
sempre e avere più successo tra un mese di quanto ne abbiano avuto
ieri sera. Ha dunque funzionato anche da magnifico laboratorio di
cultura per batteri e microrganismi, che sbocciano sotto forme di
barbette verdognole, muschi grigiastri e pungenti aromi.
C'è
una vita segreta, nel grembo del frigo, che ha creato racconti
dell'orrore, mai ufficialmente confermati dalla scienza, di involtini
ai quali spuntano zampette e yogurt scaduti che imparano a
pronunciare le prime parole.
L'evoluzione
del frigo, dalla lontana ghiacciaia, ha generato una gerarchia di
scomparti, zone, destinazioni, sensori, (e ventole che continuano a
gemere nella notte, forse perché soffrono il freddo), che rendono il
semplice gesto di riporvi alimenti un percorso di biochimica. Una
commissione di quattro esperti, un ingegnere del consorzio
fabbricanti di frigo, una nutrizionista, una biologa e una
specialista di quella che un tempo si chiamava "economia domestica", hanno cercato di razionalizzare in un manuale l'uso
di quello spazio.
Spiegano
che le uova vanno lasciate nei contenitori e messe a metà del
frigorifero, dove la temperatura media, fra i 2 e i 3 gradi
centigradi, è stabile, perché pare non amino gli sbalzi. La frutta
non va mai accostata alla verdura, perché emette etanolo che
accelera l'appassimento. Latte, latticini e panna sempre sul ripiano
più basso e sul fondo dello scaffale, dove fa più freddo.
Condimenti, salse, maionese, senapi vanno benissimo negli sportelli,
perché contengono conservanti come aceto o sale. I formaggi duri non
richiedono le zone più gelide, ma quelli molli si, dentro un
contenitore stagno. E anche la farina, s'è messa nel freezer, dura
sei volte più a lungo che in dispensa.
Cipolle
e patate mai nel frigo, e lontane le une dalle altre, perché i gas
emessi dai tuberi le fanno marcire. Bene invece i fiori freschi
recisi, che al freddo resistono di più, anche nello scaffale più
alto insieme con bibite, lattine e bottiglie. E se avete una scorta
di rossetti preferiti, il freddo li conserva più a lungo di quanto
resistano nell'armadietto del bagno. Magari accanto all'acqua di
colonia, che nel frigo conserva la propria fragranza, ma non i
profumi.
E
se avete un frigorifero grande con poco da metterci dentro, riempitelo di bottiglie di acqua : funziona meglio e consuma meno quando è più
pieno.
Rossetti
a parte, ora proverò diligentemente a ristrutturare il contenuto
dell'invenzione di Nathanliel Brackett, per celebrare i cent'anni,
massimizzare la durata, e ammirare il perfetto ordine militare di
tutto.
E
poi chiamo mia moglie per scoprire dove ha messo la senape.
Vittorio
Zucconi
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