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sabato 14 novembre 2015

Charlie Hebdo e Rick Owens : due facce della libertà o il declino dell'Europa ? #PrayForParis

In Francia si è già smesso - ahimè un po' troppo velocemente - di parlare degli eventi tragici accaduti a gennaio. Non vi saranno certo sfuggite le fotografie : milioni di persone che in piazza brandivano matite o impugnavano cartelli con la scritta "Je suis Charlie", e l'afflato del nostro paese è riecheggiato in tutto il mondo. Se è vero che tanta violenza ha ferito gli spiriti, ha però anche avuto il merito di ricordare a tutti il significato della Repubblica, del diritto e della laicità.
Personalmente, ho provato non poco orgoglio all'idea di far parte di un paese capace di dimostrare con tanta spontaneità la sua collera, il suo dolore e il suo coraggio. Ho visto per strada i manifestanti fermarsi davanti ai poliziotti appostati sui tetti, per applaudirli e intonare sommessamente la Marsigliese, quasi come ringraziamento, oltre che per piangere la morte di tanti di loro.
Per gli habituè delle manifestazioni, che solitamente sono persone di sinistra, ex sessantottini, si è trattato di un'immagine del tutto imprevedibile, ma anche, devo dire, assolutamente sconvolgente, e non mi vergogno di confessare che mi sono venute le lacrime agli occhi.
Per tutte quelle persone, la libertà di parola, di satira, di stampa, l'individualità e perfino l'ateismo erano diritti fondamentali, e tutti eravamo pronti a difenderli. Ci siamo ricordati di essere il paese dei diritti dell'uomo!
E a proposito di "uomo", (anche se ovviamente nel caso dei diritti si intendono pure le donne) : qualche giorno dopo, a Parigi, ci sono state le sfilate, per l'appunto quelle della moda uomo.
Lì il gioco diventa quello di immaginare il proprio marito, uno zio o il vicino di pianerottolo con indosso una di queste tenute, fotografatissime sulle riviste e distribuite in tutto il mondo, che fanno sembrare i modelli degli astronauti di ritorno da una vacanza studio a Las Vegas, o degli esploratori alla indiana Johnes che di punto in bianco abbiano deciso di dirigere una multinazionale.
Talvolta sono modelli prepuberi e anoressici, che ci presentano i loro completi tre pezzi, indossando sul viso tutti i dolori del giovane Werther. Per rendere più accattivante uno smoking, questi efebi prediligono talvolta pantaloni corti, e alla base del loro guardaroba può esserci un tripudio di stampe colorate.
Aaaargh! Piango le povere redattrici di moda costrette ad assistere per giorni e giorni interi alla nascita di questo nuovo uomo, che possiede più calzini a mezza caviglia di quante borsette ci siano negli armadi di noi signore !
Ma quest'anno c'è stato anche un vero e proprio evento, che non sarà sfuggito a nessuno : la sfilata di Rick Owens.
Se non sapete di che sto parlando, smettete all'istante quel che state facendo e "googlatela". Perché questi signori in ampie vesti, dovete sapere, usufruivano di una piccola apertura nel tessuto, sapientemente piazzata, che lasciava intravedere ciò che di solito è nascosto assai.
Si, care signore, proprio una parte di ciò che gli uomini considerano il bene più prezioso. Per dirla chiaramente non avevano le mutande. Ah, il resto del corpo era coperto a dovere, ma come succede per le campane, a far rumore è stato il più piccolo dei dettagli.
Si è molto riso, naturalmente, e immagino che qualcuno sia anche rimasto scioccato, ma in fin dei conti la moda non dev'essere convenzionale, ne è tenuta al buon gusto, e ancor meno ha il dovere di piacere a tutti. Nessuno è costretto al bello, e nessuno ha il diritto di imporre un'uniforme. Tutto è possibile, e chi può dire quale sarà la moda del futuro?
Dopo quest'inizio d'anno che ha visto la Francia finire sulle prime pagine di tutto il mondo, mi sono detta che in un paese totalitario non potrebbe mai esserci né un Charlie Hebdo, non è una sfilata di Rick Owens, e che i diritti dell'uomo sono anche questo.


Ines da la Fressange

Intanto ieri, venerdì 13 novembre, a Parigi, ritorna la follia assassina del fondamentalismo islamico : 

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