L'Italia
ha un primato di cui potrebbe, (il condizionale è usato
volutamente), essere orgogliosa : nel 2013, cioè durante le ultime
elezioni parlamentari, si è presentato ai seggi più del 75% degli
aventi diritto al voto, e ciò ci posiziona sopra la media dei paesi OCSE (l'Organizzazione per la Cooperazione allo Sviluppo Economico),
che si attesta invece a poco più del 70%.
Per
la verità, i cittadini delle altre nazioni, sembrerebbero essere
molto più appassionati di politica rispetto agli italiani.
Attenzione però : in Australia e in Belgio gli elettori vengono
multati se non si recano alle urne. Non solo, in Australia per
esempio non è tanto il pagamento dei 20 dollari di multa, quanto
piuttosto il rischio di finire in carcere a spingere circa il 95%
degli elettori a votare.
Gli
Stati Uniti occupano invece l'ultimo posto per affluenza alle urne
nella classifica stilata dall'OCSE : di certo non un risultato
brillante per quella che è considerata essere la più grande e
potente democrazia del mondo. Adesso però gli Usa hanno una nuova
opportunità per risalire la china. Infatti la competizione
elettorale statunitense è da poco entrata nel vivo e sebbene il
nostro paese si trovi a migliaia di chilometri di distanza, nei
prossimi mesi saremo di certo inondati da notizie sui candidati alle
prossime presidenziali e sugli sviluppi della loro campagna
elettorale.
L'ammontare
di denaro che Hillary Clinton avrà a disposizione per convincere gli
elettori a votarla, sta già facendo scalpore : circa 2,5 miliardi di dollari raccolti dopo mesi e mesi di donazioni. È quasi pari
all'ammontare di una mini manovra del governo italiano.
Tuttavia,
i risultati delle elezioni non sono mai sicuri, soprattutto se il
numero di incerti è molto elevato e se questi poi decidono di
astenersi dal voto. Infatti, durante le presidenziali americane del
2012, meno del 60% degli aventi diritto al voto si è presentato per
esprimere la propria preferenza. La percentuale scende al 50% se si
considera la fetta di elettori tra i 18 e i 29 anni di età. I dati
mostrano comunque un incremento rispetto al decennio precedente,
quando i giovani che si recavano alle urne erano invece poco più del
40%.
Per
comprendere meglio quali media utilizzare per spingere i nuovi
elettori a presentarsi, nel 2012 è stato chiesto ad un campione di
americani, che tipo di promemoria giudicassero più efficace : più
del 30% ha risposto "un messaggio su Facebook".
L'ex
segretario di Stato Hillary Clinton è ben consapevole
dell'importanza dei social network tra i nuovi elettori. Pertanto, la
sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali americane, non è
stata annunciata con una classica conferenza stampa per i canali
televisivi, bensì con un video-messaggio lanciato on-line.
Chissà
che l'America, grazie gli sforzi di Hillary, non riesca a risalire di
qualche gradino nella classifica dell'OCSE.
In Europa le cose vanno molto diversamente. Questo grafico mostra la percentuale di astensionismo, paese per paese, alle ultime elezioni europee 2014. |
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