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mercoledì 23 maggio 2012

Irriformabilità dell'Italia. In 40 anni non è cambiato nulla !



Sapete che mi diletto a curiosare tra le bancarelle dei libri nei mercatini dell'antiquariato e guardate, anzi leggete un po, che cosa ho trovato in una di queste polverose bancarelle. Per la considerevole cifra di 1 Euro, ho trovato un opuscoletto, datato 1977 nelle IV edizione ma risalente comunque al 1968 per la I edizione, firmato Pietro Sangiorgi e dal titolo : “ Stato tecnocratico nazionale, ovverosia, democrazia tecnocratica “.
In internet ho trovato molto poco su questo Pietro Sangiorgi, e non voglio nemmeno dilungarmi sul concetto di tecnocrazia e di democrazia tecnocratica, che comunque presenta notevoli analogie con il Movimento 5 Stelle e le ormai quotidiane prediche del suo leader Beppe Grillo, ma che posso comunque riassumere in una battuta : il governo ai meritevoli !
Parola questa, tecnocrazia, tenuta adeguatamente distante dal dialogo politico, poiché erroneamente ritenuta patrimonio di una destra storica italiana, più o meno estrema.
Quello che mi ha colpito e l'analisi socio-politica che l'autore fa dell'Italia del 1968 e che mi ha fatto seriamente riflettere sulla reale capacità di cambiamento del nostro sistema paese. In una espressione sulla “ irriformabilità dell'Italia “.
Leggete la straordinaria attualità dell'analisi del Sangiorgi.


Noi affermiamo che l'attuale sistema è incapace totalmente di rinnovarsi, di eliminare i monopoli e i privilegi, le baronie feudali e le consorterie lucranti che sono la sua fondamentale caratteristica. Non si tratta di un convincimento apodittico, si tratta di una constatazione. Si è giunti infatti allo stadio finale della degenerazione, vale a dire all'insediamento stabile, o “irreversibile” per usare una parola di moda, dei gruppi di potere al posto dello Stato e per gruppi di potere intendiamo i partiti, le correnti e meglio sarebbe chiamarle fazioni, di partito, le associazioni sindacali, tutti i potentati statalistici e privati.
In altre parole la confusione, lo scandalismo, la disarticolazione dei pubblici poteri impudentemente aggiudicati all'asta, non sono, secondo l'opinione di molti benpensanti, la manifestazione di una presunta crisi dello stato, ma sono la normale evoluzione delle forze dotate d'una maggiore volontà di potenza, nella dilagante anarchia sociale e quindi cinicamente organizzate per imporre lo sfacelo dello stato, nella sua essenziale funzione di controllo politico ed economico della vita nazionale.
Ecco perché noi non crediamo ai platonici correttivi periodicamente indicati : ripristinare l'efficienza dello stato di diritto, rafforzare gli organi di vigilanza, infrenare lo scostumato assalto che i gruppi di potere perpetrano alla pubblica diligenza. I fautori di cotali correttivi stanno in sostanza alle regole del gioco, accettano cioè la democrazia parlamentare così come è e non si accorgono che proprio nella democrazia parlamentare sta il marcio, involontariamente si mettono dalla parte di coloro che detengono la cosa pubblica come patrimonio privato.
Essi, in attesa di insignificanti riforme, che peraltro non saranno realizzate mai, stanno dove stanno, cioè arroccati comodamente nel Parlamento, nei gangli di comando della pubblica amministrazione, nell'onnipotente sottogoverno, nelle mafie universitarie, in tutto l'enorme edificio delle pubbliche istituzioni.
La demagogia sfrenata, lo scandalo permanente, l'offesa quotidiana alle virtù morali e patriottiche del popolo, la prepotenza dei potentati di partito, dei sindacati, degli enti di ogni specie e sottospecie, rappresentano solo l'aspetto esteriore della irreparabile china che ha fatto degenerare il regime parlamentare nell'attuale regime partitocratico.
E' dunque tutto l'impianto che va cambiato, nelle radici e negli sviluppi.


Pietro Sangiorgi – 1968

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