La vera e propria rivolta popolare
scoppiata in Afghanistan e in Pakistan, a causa dei Corani bruciati
durante un'operazione di “eliminazione di vecchi documenti”,
nella base americana di Bagram, può apparire eccessiva o frutto di
un estremo fanatismo religioso. In realtà, per chi conosce appena
un poco l'Islam, soprattutto quello fondamentalista praticato nei due
paesi asiatici, non c'è nulla di cui stupirsi. Il Corano, infatti,
per i fedeli islamici non è affatto un libro scritto da Maometto,
che oltretutto non sapeva scrivere, come continuano a ritenere molti
in occidente, ma si tratta di una rivelazione divina “scesa”, ( è
il verbo arabo usato ), sulla terra tramite Maometto, che non a caso
non è chiamato in arabo “nabi”, ( il profeta come sono invece
per il libro sacro islamico Abramo, Mosè e Gesù ), ma “rasul”,
messaggero. Una rivelazione divina, che non solo è parola diretta
di Allah, ma che addirittura, secondo molte scuole teologiche tra cui
quella prevalente in tutta l' Arabia, costituisce un archetipo
increato, vale a dire fa parte dell'essenza stessa della divinità.
Si può dire che se, per i cristiani, il Verbo si è fatto carne in
Gesù Cristo, per i mussulmani il Verbo si è fatto libro. Vale a
dire, per i fedeli in Allah, il Corano è quello che per i cristiani
è Gesù. Il rispetto per il Libro sacro, è tale da implicare che
esso non deva essere toccato con le mani sporche o impure, che non
deva essere conservato in basso, ma in un luogo alto e dignitoso.
Per molti mussulmani, poi, esso non dovrebbe essere toccato da mani
infedeli. Oltretutto il Corano è solo quello in lingua araba, ( lo
dice lo stesso testo quando Allah afferma : “Vi ho dato un libro in
pura lingua araba” ), le traduzioni – molto mal viste fino a poco
tempo fa – sono al massimo pallide ombre che non hanno nessuna
sacralità. E possono servire al massimo a chi non conosce l'arabo,
per informarsi sulla religione islamica. Di fronte a queste
considerazioni, balza agli occhi come l'incenerimento di alcune copie
del Corano, da parte di militari americani, sia apparso un vero e
proprio sacrilegio agli occhi dei credenti islamici. Fa anche un
certo effetto scoprire che nella base americana di Bagram, dove è
avvenuto il fatto, nessuno degli ufficiali americani che da anni
stanno in Afghanistan, abbia avuto il minimo sentore dell'errore che
si stava compiendo.
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