I
paesi del Nord Europa si confermano i più golosi di cioccolato e
prodotti derivati : Svizzera, Germania e Norvegia guidano la
classifica europea, con un consumo medio pro capite che va dai nove
ai dieci chili di dolce cacao l'anno. I paesi mediterranei occupano
invece la parte bassa della lista, probabilmente poiché l'afoso
caldo estivo non ne incentiva l'acquisto e il consumo almeno per
alcuni mesi.
Nonostante
l'Italia sia la sede di una delle più grandi aziende mondiali nella
produzione e distribuzione di prodotti dolciari al cacao, la Ferrero,
gli abitanti del bel paese si classificano quindi terzultimi, con
poco meno di tre chili pro capite l'anno. La Grecia chiude la
classifica con un consumo per persona di meno di due chili.
Ora
veniamo a noi. Già nel 2014 le vendite di uova di Pasqua hanno
subito una battuta d'arresto, perdendo circa il 9% nelle vendite.
Tuttavia, con l'avvicinarsi dei festeggiamenti per la Pasqua, come
sempre i supermercati si riempiranno di deliziose uova al cacao. Alla
vigilia dei festeggiamenti, quando verranno acquistate decine di
migliaia di dolciumi al cacao, i consumatori potranno però trovarsi
con delle sorprese non piacevoli.
Dal
2014 il prezzo del cacao sta subendo degli aumenti considerevoli,
causati da una sfortunata serie di eventi che si sono scatenati sulla
sua catena produttiva. Da un lato infatti molte piantagioni di cacao
sono state sostituite con il caucciù che è molto più remunerativo,
contribuendo in modo considerevole alla contrazione delle tonnellate
prodotte, dall'altro un fungo sta decimando i raccolti e, purtroppo,
la coltivazione di piante più resistenti è un processo lungo, che
può richiedere anche degli anni prima che venga portato a termine.
Gli
effetti dell'aumento dei prezzi si sono già fatti sentire in
America. Il New York Times riporta che il prezzo di alcune marche di
cioccolata, è già salito negli Stati Uniti di circa l'8%, e
immediatamente è stato osservato un repentino cambio nelle abitudini
dei consumatori : gli analisti si sono stupiti di quanto velocemente
i clienti abbiano da subito preferito cioccolato di qualità
inferiore, piuttosto che consumarne di meno a prezzi superiori.
Che
cosa faranno i cittadini europei? Continueranno a comprare il loro
cioccolato preferito o cambieranno marca?
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