Il
golf offre tante emozioni non solo agli sportivi, ma anche ai
collezionisti. Alla base per gli uni e per gli altri, vi è sempre
però la pallina. Mentre per i primi è necessaria per giocare, per i
secondi è la pietra miliare del collezionismo. La bisnonna di tutte
le palline, e pezzo super ricercato, è un involucro di pelle rigida
riempito di materiali di scarto, (il più delle volte piume di
pollo), utilizzato a cavallo del 15º e del 16º secolo. Per averla i
collezionisti sono disposti a sborsare anche 15.000 euro.
La
prima testimonianza scritta dell'esistenza del golf risale al 1545,
anno in cui l'olandese Pieter van Afferden ne diede nota all'interno
dei suoi scritti, dove descriveva l'essenza del gioco, ovvero buttare
una palla all'interno di una buca. Gli scozzesi, i quali si fregiano
e rivendicano la paternità di questo sport, nonché di averli
conferito regole e norme, fondano invece le loro certezze su alcune
immagini del 18º secolo, in cui vengono ritratte alcune persone
intente a giocarvi.
Il
primo Golf Club scozzese però risale già al 1600, quando questo
sport cominciò a prendere sempre più piede. Tuttavia, all'epoca,
per quanto fosse famoso, le regole non erano ancora ben conosciute e
consolidate tra gli appassionati e questo portava ogni comunità ad
adattarle di volta in volta a seconda dei propri gusti,
avvantaggiandosi del fatto che non vi fosse nulla di scritto.
Col
tempo, una volta che i golfisti iniziarono a confrontarsi con altri
giocatori provenienti da altre regioni, si rese necessaria la
redazione di norme condivise : l'Edimburgh Golfers fu il primo
regolamento osservato da più comunità. Questo Statuto Albertino del
golf, obbligava i giocatori professionisti all'osservanza di 13
semplici regole, così da garantire la lealtà durante la partita.
Il
primo golf club di origine non scozzese, nacque invece a Londra nel
1776 : gli inglesi, senza perdere tempo, lo esportarono anche nelle
regioni cui erano ancora legati dalle loro ambizioni imperialiste;
così nel 1820 sorse il primo campo da golf extra europeo a
Bangalore, in India.
Di
lì in poi questo sport divenne sempre più conosciuto è praticato,
portando alla costituzione di golf club in Irlanda e Francia nel
1856, in Australia nel 1870, in Canada nel 1873 e in sud Africa nel
1885. Tre anni più tardi, il 22 febbraio 1888, data del compleanno
di George Washington, il golf si stabilì anche negli Stati Uniti. In
Italia invece si è iniziato a praticare solo nel 1900.
Col
tempo e con l'avanzare delle conoscenze tecnologiche, anche gli
strumenti con cui giocare migliorarono; le prime mazze erano
rigorosamente fatte a mano, con legno di noce o di frassino e con un
club head - gergo tecnico che indica la parte che colpisce la pallina
- di melo o pero. I giocatori più facoltosi facevano produrre su
commissione, delle mazze da golf ricavate da un unico pezzo di legno
di noce, tipologia di legname molto costosa.
Il
britannico William Maine è considerato il pioniere nella costruzione
delle mazze da golf, tanto che Re Giacomo I d'Inghilterra nel 1603,
lo nominò unico e solo produttore per la casa reale. Non era certo
un lavoro semplice, difatti sono molteplici i fattori da tenere in
considerazione. Di primaria importanza è innanzitutto il terreno sul
quale questa mazza andrà a colpire la pallina.
Altre
limitazioni alla produzione, sono dettate dalle regole che
disciplinano il gioco. Inoltre per esempio, le palle da golf
costituite da piume, molto in voga verso la metà del 19º secolo, si
sarebbero danneggiate facilmente al primo impatto con una mazza di
ferro; questo impose la costruzione di mazze di materiali differenti,
a seconda della consistenza della pallina che sarebbero andate a
impattare.
Le
mazze da golf di metallo come le conosciamo oggi, hanno visto la luce
solo intorno al 1870, quando i progressi tecnologici in campo
metallurgico, permisero ai produttori di fornire agli appassionati
strumenti di divertimento decisamente più resistenti e duraturi, con
dei prezzi che ne permettessero l'acquisto non solo ai ceti nobili o
benestanti, ma bensì a tutti gli appassionati.
Quando
nei primi anni del 20º secolo le mazze da golf in metallo divennero
sempre di più largo consumo, la produzione di quelle di legno venne
lasciata ai piccoli artigiani locali.
Entrare
a contatto con il mondo del golf, vuol dire anche interessarsi alla
sua storia; il golf, infatti, mette a disposizione degli appassionati
un quantitativo di cimeli straordinario, tra cui mazze fatte a mano,
vecchie tavole recanti scritte le regole di gioco del tempo, palline
colorate, coppe, giornaletti dei club e, infine, anche le tessere che
i grandi campioni utilizzavano per entrare a fare pratica all'interno
dei club.
Per
gli appassionati di questa branca del collezionismo, non c'è limite
agli oggetti che è possibile raccogliere. Il risultato di questo
ampio mercato, sono i prezzi elevati che possono raggiungere molti di
questi oggetti. Per esempio, una mazza da golf d'epoca, può arrivare
a costare anche 150.000 euro. Parlando di particolarità, però,
niente è più raro e difficile da ottenere di quelle strane scarpe
che venivano fatte indossare ai cavalli, quando accompagnavano i
giocatori sul green, così che gli zoccoli non rovinassero il terreno
provocando inopportune gibbosità.
Il
Caddy
l'evoluzione
tecnologica ha portato ad avere una mazza da golf
Il
golf in Italia
per
quanto il golf in Italia non sia mai stato uno sport nazionale, negli
ultimi anni ha beneficiato di un'impennata a livello di notorietà.
Portabandiera di questa crescente passione, sono stati i fratelli
Molinari che, nel 2009, divennero la prima coppia italiana ad
aggiudicarsi la Coppa del Mondo di golf, disputatasi durante l'Omega
Mission Hills World Cup in Cina. Matteo Manassero invece, nonostante
la giovane età, nel 2013 ha conquistato il BMW PGA Championship sul
campo di Wentworth Club, diventando il più giovane vincitore nella
storia del torneo.
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