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giovedì 5 gennaio 2012

Modi di dire 6



. . . si dice :   “ povero in canna “


Vuol dire trovarsi in stato di estremo disagio, essere totalmente al verde.   L' origine del modo di dire va cercato nell' antico valore simbolico della canna, ( Arundo donax ), vegetale considerato segno di sventura, di miseria e di punizione, come ci riporta lo stesso Vangelo di Matteo, che descrivendo la passione di Cristo, ricorda che a un certo punto fu messa a Gesù una canna in mano in segno di scherno e sempre con una canna fu colpito alla testa.   Probabilmente il fatto di essere cava, di crescere in terreni poveri e di non portare frutti, ha originato la cattiva nomea della canna.


. . . si dice :   “ Cicero pro domo sua “


Dal latino, “ Cicero a favore della sua casa “, viene utilizzato per riferirsi a chi difende con grande fervore una causa che in realtà è a proprio favore e in ogni caso a chi si esalta nel far valere le proprie ragioni.   La frase deriva dal titolo di una celebre orazione tenuta da Marco Tullio Cicerone contro Publio Clodio Pulcro.   In questa arringa del 57 a. C., Cicerone chiede con calore di riavere l' area e i fondi per ricostruire la sua casa, confiscatagli durante l' esilio e il cui terreno venne consacrato alla dea Libertas.   Una consacrazione che Cicerone riteneva non valida.


. . . si dice :   “ gridare ai quattro venti “


Vuol dire far sapere volutamente qualcosa a tutti, divulgarlo pubblicamente.   I venti sono quelli dei 4 punti cardinali, ( Tramontana, Levante, Ostro e Ponente ), e simboleggiano la comunicazione della notizia in ogni direzione.   Va aggiunto che il 4 è una cifra chiave nei detti popolari : fare il diavolo a quattro, dirgliene quattro, fare quattro passi o chiacchiere, in quattro e quattr' otto ecc.   Ciò perchè il 4 fin dall' antichità rappresenta la materia, ( i 4 elementi della filosofia classica : aria, fuoco, terra, acqua ), la Terra, ( le 4 stagioni ; il tetraedro, solido col minor numero di facce ), e la spazialità, ( i già citati punti cardinali ).   In sintesi : l' ambiente circostante.


. . . si dice :   “ essere una torre di Babele “


Descrive un luogo o una situazione confusa e intricata con persone che non si intendono tra loro.   La locuzione ha origine nella Bibbia, libro della Genesi, in cui è descritta la punizione di Dio verso gli uomini, ( disperderli sulla terra e confondere le loro lingue perché non si capissero più ), che dovevano riunirsi in una città costruendo una torre la cui cima toccasse il cielo.   Babel, ( in ebraico confusione ), si riferisce a Babilonia, la maggior città del tempo, e la torre è ispirata alla ziqqurat, ( piramide a gradoni ), alta 90 metri dedicata al Dio Marduk, eretta in città nel II millennio a. C., più tardi distrutta e poi restaurata solo in parte.


. . . si dice :   “ capire l' antifona “


Vuol dire cogliere un' allusione, un sottinteso, in altre parole “ mangiare la foglia “, modo di dire già descritto in questa rubrica.   L' origine del motto, oltre che antichissima, è musicale.   L' antifona, ( dal greco antico suono opposto ), infatti, è una frase che viene recitata, o meglio cantata, nel corso di una salmodia, ovvero di un canto sacro imperniato su un salmo, o un cantico delle sacre scritture e indica, per esempio, nel repertorio dei canti Gregoriani, una voce che si alterna a un altra nel coro.   Musicalmente la si può definire, la prima forma di ritornello e dunque comprendere l' antifona ha il senso di interpretare meglio il coro.


. . . si dice :   “ essere un ambaradan “


Vuol indicare una grande confusione, una baraonda, o comunque una situazione molto complessa.   L' origine di questo strano vocabolo è storico-geografico.   E' infatti una storpiatura di Amba Aradam, un massiccio montuoso dell' Etiopia, nelle vicinanze del quale, le truppe italiane, sconfissero nel 1936 l' esercito abissino dopo una dura battaglia.   Fu uno scontro molto confuso : gli italiani erano alleati con alcune tribù locali, ma le trattative nel corso della battaglia cambiarono più di una volta il quadro delle alleanze, sicché truppe abissine passarono da una parte all' altra.   Per questo i reduci negli anni successivi, cominciarono a paragonare una situazione disordinata e caotica “ ad Amba Aradam “.

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