Per
crumiro si intende oggi con accento sprezzante un lavoratore che
seguita a prestare la sua opera anche se è in corso uno sciopero.
La parola deriva dal nome della tribù tunisina dei Khumir, in
italiano inizialmente krumiri, ispirandosi anche a un tipo di
biscotti. I Khumir divennero famosi a fine 800' per le loro
scorrerie tra Tunisia e Algeria, che indussero i francesi a occupare
la Tunisia e a dipingerli come selvaggi. L'accezione attuale di
crumiro viene da un lungo sciopero attuato nel porto di Marsiglia nel
1901 in cui si voleva sostituire gli scioperanti con lavoratori arabi
che vennero definiti
krumiri
dalla stampa.
Si
dice . . . “ avere il bernoccolo per . . . “
Avere
il bernoccolo per la matematica, per gli affari ecc. è un modo di
dire che indica una persona che ha una spiccata predisposizione per
una materia, una scienza, un'arte o, comunque, qualcosa che riguarda
l'intelletto. La sua origine deriva da una teoria elaborata tra
700' e 800', (Frenologia), in base alla quale si potevano individuare
le attitudini di una persona dalla conformazione più o meno
sviluppata di parti della sua testa. Dunque in una protuberanza,
(nel linguaggio popolare, in un bernoccolo), risiedeva una
particolare dote.
Si
dice . . . “ ridere verde “
Si
utilizza quando si vuole mettere in evidenza il fatto che una persona
ride a denti stretti, forzatamente, senza averne voglia, perchè in
cuor proprio è pieno di rabbia, di astio e impotenza e deve fare in
un certo senso buon viso a cattivo gioco. Il verde di questa
immagine è riferito al colore della bile, che un tempo si riteneva
fosse secreta in maggior quantità sotto l'effetto della rabbia e
dell'invidia.
Si
dice . . . “ indorare la pillola “
L'espressione
vuole presentare una cosa o dare una notizia che può dispiacere o
essere di danno cercando di renderla indolore o comunque meno
negativa possibile, sforzandosi di mostrarne, magari in modo
esagerato, tutti i risvolti favorevoli. Questo modo di dire deriva
dalle antiche abitudini dei farmacisti. Un tempo infatti, essi
usavano coprire le loro pillole più amare o nauseanti con una
sottilissima foglia d'oro o d'argento, il che permetteva al paziente
di inghiottirle senza sentirne il sapore.
Si
dice . . . “ andare per la maggiore “
Vuol
dire essere molto ben considerato nel proprio ambiente o nella
propria arte, in generale godere di buona stima e prestigio.
L'origine del motto va ricercata nella Firenze medioevale, in cui si
erano costituite le corporazioni delle arti e dei mestieri. Le arti
erano suddivise in 7 “maggiori”, (tra cui Notai, Lana, Seta,
Medici e Speziali), e 14 “minori”, (Cuoiai, Vinai, Calzolai
ecc.). Riuscire a iscriversi a un'arte maggiore, che aveva uno
statuto con valore di legge e notevoli tutele contro la concorrenza
esterna, voleva dire essere molto privilegiati e godere di rispetto.
Si
dice . . . “ gettare il guanto “
L'espressione
“gettare il guanto”, implicitamente di sfida, vuol dire appunto
provocare, lanciare un atto di sfida verso qualcuno. A questo modo
di dire si associa : “raccogliere il guanto”, ossia accettare la
sfida medesima. L'origine di questa espressione si rifà a
un'antica usanza cavalleresca, di origine germanica, secondo la quale
si lanciava sprezzantemente un guanto in faccia all'avversario per
sfidarlo a duello. La stessa usanza sopravvisse fino al XIX secolo,
fin quando i duelli furono consentiti dalle leggi. Al tempo si
usava anche inviare il “guanto della battaglia” alle istituzioni
nemiche come dichiarazione di guerra.
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