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venerdì 1 luglio 2011

Musica, vino, ladri e buoni affari !

musicoterapia foto
La musica fa bene anche all'economia. Riempie le tasche dei commercianti, tutela le casse dei grandi magazzini e spesso fa lievitare i conti delle multinazionali, e non solo discografiche. E quando i mercati fanno crac, un “bell'allegro ma non troppo” può esorcizzare la paura e far dimenticare per un istante i guai a chi ha perso in borsa. Provocazioni musicofile ? Niente affatto ! A dimostrare queste tesi, da qualche tempo spuntano qua e là casi di successi imprenditoriali, curiose invenzioni e scoperte legate al rapporto tra i suoni e i loro effetti sul mondo. Sinfonie usate nella lotta contro i ladri, compact disc studiati per fermare la calvizie, suoni dolci e rilassanti che fanno moltiplicare più velocemente le carpe da allevamento. E ancora, il classico dei classici : massicce dosi di andanti barocchi nelle stalle per favorire la produzione di latte. Insomma, l'elenco dei benefici portati dai suoni si sta allungando, anche in settori che fino a ieri sembravano lontani anni luce da strumenti e pentagrammi. In tutto questo, la fase del fai da te è diventata un lontano ricordo, lasciando il campo a teorie, ricerche e risultati su come certe vibrazioni possono influenzare uomini, animali e vegetali. La musica aumenta per esempio la clorofilla, l'efficienza nello scambio gassoso e la velocità di crescita delle piante. Gli esempi non mancano. Carlo Cignozzi, noto ex avvocato milanese ritiratosi in Toscana, produce Brunello e Montalcino a suon di arie mozartiane. Con il suo recente libro autobiografico L'uomo che sussurra alle vigne, ha riportato alla ribalta la musica, i suoi miracoli e le sue applicazioni extraculturali. “Per i miei studi sull'uva”, spiega, “ho coinvolto ricercatori universitari. Dopo il boom mediatico, ai miei sistemi di coltivazione si è interessato il guru dei diffusori acustici, mister Amar Bose, fondatore dell'omonima corporation, che ha deciso di finanziarmi. E, cosa ancora più importante, di fornirmi gli strumenti più adatti alla musica per le vigne”. Interessanti gli studi dell'ateneo fiorentino, che ha messo in campo i suoi esperti per “valutare l'effetto delle onde sonore a diversa frequenza ed intensità sulla crescita di piante di Vitis Vinifera”, (test pure su viti di Sangiovese sottoposte a stress musicale 24 ore al giorno per un anno). Risultati se non da guinness, poco ci manca. La relazione, detta in soldoni, racconta di una vendemmia in cui sono state separate le uva trattate con il suono e senza suono. Le prime, secondo il parere degli esperti, erano maturate prima, pronte per l'uso. “ La musica come antidoto al caos dei centri commerciali ?”, dice il musicista e musicologo Franco Fabbri. “Negli USA i brani da camera allontanano i ragazzi che stazionano nelle zone comuni dei grandi magazzini e che danno fastidio alla clientela”. Musichette che calmano, anche i giovinastri più eccitati. E si può dire anche per la gioia delle cassiere e del personale nei reparti a guardia delle merci : a quanto pare, i delinquenti e i ladruncoli sono pure loro messi alla porta da valzer di Chopin o da lieder di Schubert. Sorprendono anche le statistiche che arrivano dalla Nuova Zelanda. La polizia di Christchurch, terza città dello stato insulare, nel quartiere commerciale di City Hall dove vengono “sparate” note classiche, lo scorso ottobre ha registrato 2 crimini alla settimana, contro i 77 commessi nello stesso periodo dell'anno precedente, quando i diffusori non c'erano. A testare come arma di dissuasione le composizioni dei maestri di un tempo, nel Belpaese ci ha pensato l'autore Marco Tutino. Quando era direttore del teatro comunale di Bologna, Tutino ha fatto diffondere con gli altoparlanti esterni musica classica. Risultato : fuga in massa dei vagabondi che si erano accampati sotto i portici del teatro. Per finire, una trovata dall'altra parte del globo, in Giappone, dove brani di Mozart vengono usati per frenare la caduta dei capelli, (20 milioni di Cd venduti), oltre che per far fermentare e dare fragranza al sakè, il tradizionale vino di riso. Ma il gran finale dell'equazione musica-produzioni-ricadute sull'economia non è stato ancora scritto. O meglio, è in via di stesura. Riguarda il mondo dell'ispirazione, più che quello del business. Il Financial Time ha chiesto al compositore inglese Julian Anderson di musicare i momenti chiave degli ultimi 3 anni dei mercati finanziari. C'è da giurarlo : sarà una sinfonia movimentata, che a un certo punto potrebbe fare un bel “crac” !

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