Per
creare zone protette dal sole in giardino, si può ricorrere a tende
e gazebo, ma anche mettere a dimora alberi che però richiedono tempo
per crescere. Proprio perché si tratta di un investimento a lungo
termine, che non si cambia con la stessa facilità di un arredo, la
scelta va ponderata, considerando quanti più fattori possibili.
A
ogni albero corrisponde una forma della chioma, che determina poi
l'ampiezza della zona d'ombra proiettata e una compattezza che
determinerà un'aria più o meno cupa.
Nessuno,
neppure il migliore progettista, può dare garanzie di attecchimento
e di lunga vita delle piante che acquistiamo, dal momento che le
specie vegetali non hanno scelto spontaneamente di fissare nel nostro
giardino la propria dimora.
Un
buon consiglio potrebbe quindi essere quello, di studiarne sia i
luoghi sia le aree climatiche d'origine, (tipo di terreno,
altitudine, temperature minime e massime, precipitazioni e
distribuzione di queste), e anche come esse si dispongono rispetto
alle altre piante. Non sono molte numerose le specie arbustive ed
erbacee, che gradiscono un irraggiamento quotidiano è senza sosta.
Le piante che non necessitano di tregua sono tipicamente quelle della
flora mediterranea, (che beneficiano però dell'umidità portata
dall'aria marina), quelle provenienti dalle regioni desertiche, (che
possiedono cicli vitali brevissimi), quelle succulente conosciute
come "piante grasse", (alle quali sono dedicati speciali
angoli di giardino arido e che hanno sviluppato nel corso
dell'evoluzione, una serie di strategie volte all'immagazzinamento di
acqua), e le sezioni di piante da fiore annuali che animano balconi e
aiuole, dalle petunie alle gazanie.
Di
solito le specie arbustive ed erbacee, pur cercando il sole,
gradiscono la mezza ombra, perlomeno quella che nelle ore più calde
allevia gli effetti dei raggi solari. Per contrastare le conseguenze
di un'eccessiva esposizione, come l'appassimento precoce di foglie e
fiori, siamo costretti a irrigare tutti i giorni, mentre la
piantagione di uno o più alberi - compatibile con le dimensioni del
nostro giardino - potrebbe aiutare le piante a vivere meglio e a
esigere meno acqua. L'ombreggiamento, inoltre, riduce gli sbalzi
termici diminuendo quindi le condizioni di stress.
La
scelta degli alberi deriva soprattutto dalla conoscenza dei numerosi
parametri climatici della zona, ma anche dall'intensità di ombra che
si vuole creare: profonda e persistente oppure densa e stagionale, o
ancora, leggera e luminosa? L'ampia gamma delle alberature a
disposizione, consente di adottare la specie più adatta.
Per
chi ama le piante sempreverdi, le conifere
sono la prima opzione.
Creano
zone d'ombra che mantengono le loro caratteristiche tutto l'anno e
impongono la scelta di coltivare al loro piede solo specie che si
avvantaggino di questa protezione e amano terreni acidi. La perdita
progressiva degli aghi, forma un tappeto a reazione acida che, unito
all'ombra persistente, consente la crescita solo di specie adatte,
(basta osservare come il prato si diradi e sparisca e come le
infestanti non riescano a crescere).
Le
specie adatte alla montagna, come abeti
e pini,
quali cembro,
nero e silvestre, si accompagnano agli arbusti resistenti al freddo
con belle fioriture come rododendri, dafne e forsizie, profumati come
le lavande, o dal fogliame vigoroso come conifere tappezzanti,
cotoneastri, evonimi, eleagni e ligustri.
Tra
le specie arboree con foglia caduca che più ombreggiano nei giardini
grazie al fogliame ampio, fitto e ben sovrapposto, sono da scegliere
i faggi
e i
tigli.
I
primi sono adatti alle zone fresche di collina e alla montagna in
generale, ma si adattano anche alla pianura purché siano collocati
in suoli profondi e freschi, ben drenati e organici e utilizzati come
esemplari singoli distanziati di almeno 30 mt da altre specie
arboree.
Tra
i grandi alberi capaci di donare fresca ombra, protettiva ma non
troppo intensa, vi propongo due specie così generose da regalare
anche i fiori, elemento ornamentale non frequente nelle grandi
alberature: robinia
e sofora.
Hanno una caratteristica in comune che determina la formazione di
un'ombra lieve: la foglia composta da numerose follicoline, le quali
pur essendo dense non formano nel loro insieme una chioma molto
compatta e permettono alla luce di filtrare verso il basso.
La
prima, non amata nella sua forma originaria di robinia
pseudoacacia
per l'invadenza è l'abilità di insediarsi nelle nicchie ecologiche
delle specie forestali nostrane, è stata tanto oggetto di selezione
da offrire oggi un'ampia gamma di varietà sterili, incapaci quindi
di danneggiare l'ambiente in cui sono inserite, in quanto non si
propagano per seme. Resiste a svariate condizioni estreme, compresi i
pendii, i suoli poco fertili e le lunghe estati siccitose, ma se
desideriamo esemplari ben formati è meglio fornire loro un suolo
profondo e ben drenato.
A
chi ama la leggerezza del fogliame mosso dal vento e la bella
fioritura primaverile, capace di attirare un gran numero di insetti
pronubi, non resta che scegliere le robinie a fiore colorato, fra il
rosa e il violetto, di dimensioni più contenute ma simili per
struttura, caratteristiche ed esigenze.
Faggio
Quelli
spontanei in Italia appartengono alla specie faggio sylvatica
e possono innalzarsi fino a 40 mt con un diametro di 15 mt; i più
vecchi, plurisecolari, superano anche i 9 mt di circonferenza del
fusto. Sono ben riconoscibili anche nel periodo invernale, grazie al
tronco liscio e la corteccia grigio perla, molto luminosa; in
primavera le giovani foglie sono verde brillante che si scurisce con
l'avanzare dell'estate. Nelle zone di pianura spesso troviamo
splendidi esemplari di faggio a foglie rosse che, conservando tutte
le caratteristiche sopra citate, unisce il pregio di una particolare
tonalità cromatica.
Tiglio
Negli
ambienti più caldi, l'ombra compatta è garantita dai profumatissimi
tigli. Amano i terreni freschi e profondi ma ben drenati, tollerando
meno dei faggi i ristagni idrici e sopportando invece meglio i calori
estivi. Nei vivai si trovano anche gli ibridi americani, da
sconsigliare perché producono al piede numerosi polloni, da
eliminare non solo per motivi estetici ma perché rappresentano per
la pianta una grande perdita di energia, spesa nel tentativo di
riformarli dopo ogni taglio. La specie tipica italiana, tilia
cordata,
produce anch'essa polloni al piede, ma solo in epoca giovanile. A
maturità diventa alta 25 mt e larga fino a 12. Necessita, quindi, di
ampi spazi.
Robinia
La
più diffusa e la più conosciuta è la robinia hispida,
ma non è la sola. I suoi grappoli fioriti sono intensamente colorati
ma brevi, raccolgono
un numero di fiori variabile da tre a sette. La
corolla ha forma papilionacea, simile a una farfalla, tipica di tutte
le leguminose. I petali, tra il rosa delicato il rosa intenso, hanno
lunghezza simile, il vessillo, (il petalo superiore), è
rotondeggiante, il calice è verde. Il profumo è spiccato e
gradevole. Durante la fioritura è possibile sedersi sotto un albero
di robinia ad ascoltare l'indaffarato andirivieni di api, bombi,
vespe, e molti altri insetti.
Sofora
E'
una specie molto amata dai giardinieri è poco nota al grande
pubblico. Tutti conoscono la sua cultivar,
(cioè una varietà),
sofora japonica
pendula
che con la sua forma elegantissima arricchisce molti giardini storici
di tutta Europa, pochi la forma originaria. Diventa un albero alto
fino a 12 mt e largo 10, resistente all'arsura ma meno tollerante ai
venti freddi rispetto alla robinia. Appartiene al genere sofora la
specie sofora
tetraptera,
originaria della Nuova Zelanda, che forma un piccolo albero di 6 mt;
possiede una sottospecie, sofora
tetraptera microphylla
alta solo 3 mt. Entrambe sono perfette per i giardini più piccoli ma
sono ancora poco reperibili in Italia.
Per
i giardini più piccoli vi consiglio clerodendro e albizia, alberelli
che oltre ad essere dispensatori di benefica ombra, tra i numerosi
pregi vantano anche quello della produzione di fiori profumati.
Queste piante offrono vantaggi diversi. Il clerodendro resiste meglio
al freddo, mentre l'albizia sopporta abbastanza bene la siccità e
preferisce un terreno con poco calcio. Entrambi consentono la
coltivazione di piante erbacee di ogni sorta. Per le dimensioni e la
forma a ombrello della chioma, tutte e due definiscono uno spazio
protetto e intimo.
Clerodendro
Ha
dimensioni contenute, essendo alto e largo solo 4 mt. Quando
raggiunge molto lentamente la maturità, crea un'ombra densa ma
efficace grazie alla forma di ombrello e alle foglie sovrapposte. È
ornamentale in quasi tutte le stagioni, in particolare per le
pannocchie di fiori, ampie 25 cm, prodotte in quantità a fine
estate, seguite da piccole bacche di colore blu piuttosto
persistenti.
Albizia
E'
un piccolo albero con la chioma a ombrello, alto circa 10 mt e largo
fino a 8, ma spesso alto la metà nei nostri climi. Ha foglie
composte, quindi la sua ombra è molto leggera. Durante l'estate si
formano i fiori che assomigliano a piumini rosati, lievemente odorosi
di albicocca che trasformano la chioma, vista dall'alto, in un
tappeto colorato. La fioritura dura circa un mese. Deve essere posto
in posizione riparata dai venti freddi.
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