Mai
avrei pensato che proprio ad Adria, il paese dove sono nato, dove ho
trascorso la maggior parte della mia giovinezza e della mia vita
adulta, proprio ad Adria accadessero cose simili. E commesse da
persone con le quali, bene o male, ho persino una conoscenza diretta.
Con questo scritto cerco di fare chiarezza su una brutta storia che
vede 3 ragazzi morti, ed inconcepibili abusi da parte di numerose
amministrazioni comunali adriesi. “La
vita ha spesso una trama pessima. Preferisco di gran lunga i miei
romanzi”,
diceva Agatha Christie. Buona lettura.
Viste
dal di fuori le istituzioni sembrano praticamente inattaccabili.
Baluardi di onestà e di giustizia. Però se al loro interno si
genera un batterio, un virus, che le attacca inesorabilmente, ecco
che iniziano ad indebolirsi mostrandoci la loro vera faccia, che non
corrisponde per nulla a quell'ideale di onestà di cui vi scrivevo.
Ora
nel nostro caso quel batterio, quel virus, risponde al nome di
Francesco Pantano.
Chi
è Francesco Pantano
Francesco
Pantano era un uomo dello stato, un uomo delle istituzioni,
Francesco Pantano |
Francesco
Pantano, classe 40', originario della bassa padovana, arriva ad Adria
nel marzo del 1983 per ricoprire il ruolo di comandante della polizia
locale, dopo aver ovviamente vinto regolare concorso. Trova il suo
vice, tale Giuseppe Cascone proveniente dalla polizia stradale di
Ferrara. Come mai Giuseppe Cascone abbia abbandonato la polizia
stradale di Ferrara per venire a fare il vigile urbano ad Adria non
ci è dato a sapere, per il momento, però potrebbe dircelo lui
stesso o potrebbe essere l'argomento di un prossimo post.
I
segnali inventati da Giuseppe Cascone
Immediatamente
dopo aver preso servizio, Francesco Pantano comincia a notare
numerose irregolarità sui segnali stradali presenti in città.
Addirittura tantissimi erano inventati, completamente fuorilegge.
Anche la segnaletica orizzontale risultava carente o irregolare.
Individua il fautore di tutto ciò in Giuseppe Cascone, che
arrivando ad Adria prima del 1979, sostituisce fino all'arrivo di
Pantano, il vecchio comandante Ugo Cacciatori, quindi avendo carta
bianca per oltre 4 anni.
Ovviamente fa notare questo in maniera
soft, sia al suo vice Cascone che all'amministrazione comunale e mi
racconta che l'allora sindaco Franco Grotto (PSI) gli rispose : “Ma
sior comandante, co tuti i problemi caghemo
in
Adria el va drio i segnali...” Questa risposta mi sembra
sintomatica di come ragionano certi amministratori soprattutto perché
il Pantano, con lettera regolarmente protocollata, fa gentilmente
notare al sindaco e alla giunta tutta che (cit.) “ … Tali segnali
non consentono la riscossione di somme di denaro per violazioni
amministrative per evitare contestazioni che sarebbero fondate. Tutto
ciò con grave danno economico per l'amministrazione comunale...”
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Un segnale inventato da Cascone |
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Giuseppe Cascone |
Ma
il sindaco Franco Grotto, la giunta tutta e il vice Giuseppe Cascone
rimangono sordi e tutto ciò contribuisce a costruire attorno al
Pantano una strana aureola, quella del rompicoglioni per capirci, sia
nei rapporti con l'amministrazione comunale che con il vice Cascone,
proprio dentro il comando della polizia locale.
I
segnali stradali inventati da Giuseppe Cascone saranno oggetto di un
prossimo post, dove ne pubblicherò una selezione fotografica.
Rimasti
ad Adria fino al 1990 circa, ma presenti ancora oggi in gran numero a
Taglio di Po, Porto Viro e Rosolina, (comune convenzionato con la
P.L. di Adria), vi daranno la possibilità, se siete stati
contravvenzionati e riuscirete ad esibire idonea documentazione, di
presentare regolare ricorso contro il comune, con vittoria di spese e
quant'altro. Io e Pantano ci rendiamo disponibili a fornirVi
assistenza.
Muoiono
3 giovani carabinieri
Succede
purtroppo la tragedia. Il 3 febbraio 1987 muoiono 3 giovani
carabinieri in servizio di leva, travolti dal treno sul passaggio a
livello in via Don Sturzo a Valliera di Adria, clicca QUI.
La
tragedia – considerata disastro ferroviario ex art. 449 c.p. - crea
molta commozione in città e non solo. Quali sono le cause della
morte di quei 3 ragazzi? Semplice e fatale disattenzione oppure
qualcos'altro? E qui c'è il colpo di scena: il dicembre del 1986,
quindi 2 mesi prima della tragedia, la direzione compartimentale
delle FS di Bologna, le Ferrovie dello Stato ora RFI, invia una
lettera raccomandata al comune di Adria, denunciando la mancanza e
l'incompletezza della necessaria ed obbligatoria segnaletica
verticale ed orizzontale in prossimità dei passaggi a livello di via
Don Sturzo, quello della tragedia, e del vicinissimo di via Scolo
Branca, proprio a Valliera. Le FS chiedono inoltre che il comune di
Adria provveda a regolarizzare la segnaletica (cit.) “... favorendo
un cenno di conferma a lavoro ultimato.”
Questa
è la fotocopia della raccomandata con il timbro di arrivo in comune
di Adria il 31 dicembre 1986 :
per
vederla meglio clicca QUI
Ora
vi risparmio il rimpallo di lettere raccomandate, post
tragedia,
tra comune di Adria e provincia di Rovigo per stabilire la competenza
su chi doveva piazzare la segnaletica, competenza che spettava
inequivocabilmente al comune di Adria, datosi che via Don Sturzo a
Valliera è classificata come strada comunale; l'intero carteggio è
in mio possesso.
Ma
quello che mi sembra più importante è che il comandante Pantano
dichiari di essere stato all'oscuro di quella raccomandata, cioè non
ne sapeva l'esistenza fino a tragedia avvenuta.
Chi
ha nascosto la raccomandata delle FS al comandante Pantano? Anche in
questo caso Francesco Pantano non ha dubbi: è stato il suo vice
Giuseppe Cascone, se non altro per nascondere ai suoi occhi
un'ennesima gravissima mancanza. E questa volta anche tragica,
aggiungo io.
La
fine della carriera di Francesco Pantano
Dopo
la morte di quei 3 poveri ragazzi, la corda già tesa tra Pantano,
Cascone e l'amministrazione comunale, si spezza definitivamente. Se
non altro perché Pantano comincia a fare la voce grossa, in merito a
tutte le irregolarità che aveva denunciato negli anni e
all'occultamento di documenti ufficiali di cui è stato vittima. E
questo non piace per nulla al comune che con la delibera 844, del 12
giugno 1987, allontana definitivamente il dott. Francesco Pantano dal
comando della polizia locale, affidandoli l'incarico fittizio di
“Capo sezione scuola cultura tempo libero e sport”, che tradotto
significa “addetto alle fotocopie in scantinato”, mentre destina
in maniera definitiva il signor Giuseppe Cascone alle funzioni di
comandante dei Vigili Urbani, di fatto non avendone i requisiti
previsti per legge.
Ora
è interessante farVi notare che tale delibera, considerata
antisindacale dalla segreteria CGIL-CISL-UIL, come denunciato da una
lettera inviata al sindaco in data 17 giugno 1987, viene addirittura,
la delibera 844, annullata dal CORECO, Comitato Regionale di
Controllo di Rovigo, con un'ordinanza del 7 luglio 1987 perché
(cit.) “... il provvedimento è illegittimo per carenza di
presupposti soprattutto nella parte in cui provvede a sollevare il
dipendente dalle proprie funzioni e per errata applicazione
dell'istituto della mobilità ...”
Ora
pensate che il comune di Adria accetti l'ordine del CORECO e
ripristini Pantano alle sue funzioni? Niente affatto! Il comune di
Adria se ne frega altamente dell'ordinanza e anzi fa scrivere, per
mano dell'allora assessore al personale Sandro Gino Spinello (PCI),
che di li a poco diventerà sindaco, che il signor Giuseppe Cascone
(cit.) “... è autorizzato a proseguire nell'espletamento delle
funzioni di comandante dei vigili urbani.” Il carteggio è in mio
possesso.
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Altri segnali inventati |
Francesco
Pantano è stato messo fuori gioco, ma non si arrende. Inizia una
battaglia legale a suon di denunce e di carte protocollate. Tutto
finisce archiviato dal tribunale di Rovigo. Non solo: Sandro Gino
Spinello, soprannominato ad Adria “Gino busia”, (Gino bugia in
italiano, forse perché ha promesso posti di lavoro a tutti senza mai
rispettare tali promesse), diventato sindaco, lo denuncia anche per
peculato perché utilizzava, come sta scritto sul capo di
imputazione, “il fotocopiatore del comune per scopi personali” e
(cit.) “... l'atteggiamento di Pantano costituisce un continuo
elemento di turbativa e di cattivo funzionamento all'interno degli
uffici comunali.”
Pantano
viene condannato in primo grado a 2 mesi di reclusione e assolto in
appello perché il fatto non sussiste.
L'idea
che mi sono fatto
Semplicemente:
E TUTTA UNA PORCHERIA!
Un
funzionario solerte e competente denuncia delle irregolarità da
parte di un comune, di una istituzione, che deve rappresentare il
massimo esempio di legalità. Per questo viene buttato fuori,
cacciato. Ma non gli viene abbassato lo stipendio. Parliamoci chiaro:
Francesco Pantano ha percepito per 15 anni, dall'87 fin quando è
andato in pensione nel 2002, lo stipendio pieno di comandante della
polizia locale senza aver mai lavorato, facendo solamente atto di
presenza in comune. Della serie stai buonino, stai a cuccia, che i
tuoi soldini li prendi sempre. Ma lui buonino, a cuccia, non c'è mai
stato, forse perché è troppo onesto e quello che ha subito
semplicemente non gli va giù.
E'
vero che sia il TAR che il Consiglio di Stato si sono espressi alcune
volte sfavorevolmente nei confronti di Pantano, approvando
parzialmente l'operato del comune di Adria, ma non dimentichiamoci
che queste strutture hanno come unico scopo quello di difendere
sempre gli interessi dello stato, anche quando questi sono basati su
palesi violazioni di norme e abusi. Voi avete letto l'esatta
evoluzione degli eventi, fate quindi voi le Vs. valutazioni e a
riprova di tutto vi pubblico la prima denuncia presentata da Pantano
nel 1988, clicca QUI, e l'ultima presentata nel 2012, clicca QUI.
E
di quei 3 ragazzi morti al passaggio a livello? Se ne sono
dimenticati tutti, tranne Pantano e io.
E'
vero, c'è stata un'inchiesta, come succede sempre dopo un disastro
ferroviario, ma guarda caso è finita archiviata anche questa. E
d'altronde non poteva che finire così. Vi immaginate se
dall'inchiesta fosse scaturita, come è oggettivamente, anche la
parziale responsabilità del comune di Adria e quindi fosse stato
condannato a pagare i danni alle famiglie? Vi immaginate lo stato che
condanna se stesso a pagare? Ricordatevi che “cane non mangia
cane”!
E
comunque anche su queste 3 terribili morti, Francesco Pantano non ha
dubbi, e come ha sempre scritto su tutte le denunce che ha presentato
in tribunale “Giuseppe Cascone è stato, è e sarà sempre, il
diretto responsabile della morte di quei 3 ragazzi”.