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giovedì 30 giugno 2011

Enzo Tortora 4. Ultimo tango ad Assisi.


Questa volta Enzo Tortora si diverte, scherza, gioca, ironizza veramente a 360 gradi sui personaggi famosi della televisione del suo tempo. E prende come spunto quello che rimane un tabù secolare nella cultura italica : l'esposizione delle nudità ! Oggi si direbbe : fa alzare l'odience ! Vedete quindi come, passando gli anni, la televisione sia riuscita a riconvertire, perlomeno in parte, alcuni suoi ostacoli culturali e di costume, in occasioni di spettacolo. Tralasciando ovviamente il buon gusto e la buona educazione. Il racconta termina comunque con quello che sembra, a mio avviso, quasi un augurio : “ Tutte le televisioni del paese sono inservibili ! Sembrerebbe che una potenza oscura si sia attivata nell'intento di far passare agli italiani delle serate diverse “. Quale fantastico complotto . . .



Ultimo tango ad Assisi

Laudato sì, mi Signore,
per nostra Sora Antenna,
che è umile, et pretiosa, et casta . . . “
( da un cantico di telespettatore umbro )

Illustrissimo Signor Ministro delle Poste e Telecomunicazioni,
facendo seguito alla Sua richiesta, Le allego un esauriente e dettagliato rapporto sui fatti, prima sconcertanti, poi dolorosi, poi ancora sconvolgenti, che hanno colpito purtroppo il nostro paese. Inutile nascondersi la gravità della situazione : da Bolzano a Capo Passero la paralisi del mezzo è oggi totale, e i sistemi per rimediarvi scarsi, se non addirittura inesistenti. E' opinione dello scrivente, Signor ministro (sentiti anche i pareri, concordi, delle Questure, delle Prefetture, dei sindacati liberi, delle Pie Dame di San Vincenzo, dei tecnici, degli elettricisti, e soprattutto del detective Tom Ponzi col quale ho a lungo conferito questa notte) che ci si trovi ormai di fronte a una macchinazione oscura, ma di vastissima portata, con ramificazioni che possono oscillare dai servizi segreti di potenze straniere (Cuba o San Marino, è controverso) fino ai maneggi tenebrosi del “ Circolo Amici della Lettura “, sodalizio sulla cui natura è per il momento bene sorvolare. Veniamo ai fatti, Illustre Signor Ministro, affinchè le sia possibile rispondere con cifre, dati, statistiche, alle sempre più fitte interpellanze e interrogazioni che Le vengono rivolte dai banchi, ormai in perenne tumulto, del Parlamento. Tutto cominciò alle ore 21.34 di giovedì, 11 marzo 1975. Su ciò non esistono dubbi, in quanto fa fortunatamente fede l'esposto dell appuntato Percuoco Carmelo, della Tenenza Carabinieri di Gubbio, località umbra universalmente nota alla maggioranza (anche di base) del suo partito. “ Ormai abbrunava “, scrive il Percuoco con felice espressione, “ e il sottoscritto si trovava pattugliante in località affollata assai di civili abitazioni, di pubblici locali, e di spacci anche di generi liquorosi : ma tutti debitamente autorizzati. “ Seguiremo ancora il Percuoco, che forse eccessivamente dettaglia, per breve, ma essenziale tratto. “ L'urlo “, precisa infatti subito dopo il Percuoco, come tutti gli uomini della Benemerita, di infallibile e quasi magnetico senso dell'orientamento, “ risuonò proveniende (il finale in ende è tipico del graduato, Signor Ministro) dal bicamere monoservizio di tale Bragaloni Serafina, vedova, nullatenente. “ Fermiamoci per un attimo qui, Signor Ministro. Siamo al tramonto, in Gubbio, nobile città medioevale, nel dedalo quindi di quelle viuzze che di per se stesse danno al viaggiatore un brivido, anche se di carattere storico e culturale. Comprensibile quindi che il Percuoco, animo semplice, non nutrito certo di solide letture, faccia mostra invece di meravigliarsi per la natura del grido che la Bragaloni Serafina, vedova, probabilmente anche devota, in quel frangente emetteva. Dice infatti il Percuoco, nel suo provvidenziale quanto documentatissimo rapporto : “ la Bragaloni, nullatenente, ma discinda e in vestaglia di color albicocca, urlava al lupo ! al lupo ! “ Una piccola chiosa sarà qui ancora necessaria. Qualora di pattuglia quella sera, si fosse trovato un graduato di categoria appena superiore, non oso dire un Tenente, ma un Brigadiere, proveniente però dai previsti corsi di cultura generale istituiti dal Ministero degli Interni, costui non si sarebbe certo impressionato per il contenuto del grido della donna. Le apparizioni del lupo in Gubbio ( Agobbio, si trova anche detto in antiche pergamene ) hanno infatti illustri e frequenti precedenti. Tipico, mi pare ( cito a memoria ) il caso di un lupo calato in centro dalle sovrastanti montagne, avido di preda, ferocissimo, e provvidenzialmente ammansito da tale dottor Franceschi, ora defunto, e, se non vado errato, noto professionista di Assisi. Sia Lei che io, Signor Ministro, avremo dunque pensato ad un abbaglio, a un incubo di carattere mistico-storico ( la Bragaloni, vedova, risulta per di più essere nel pieno di quella tempesta ormonale definita “ climaterio “) e con un sorriso, magari con qualche parola di incoraggiamento, come “ su, su, buona donna, non facciamo i fioretti ( sono un tascabile di franco Zeffirelli, come certo Le è noto ) “ avremmo tranquillamente tirato via per la nostra strada. Non così l'appuntato Percuoco Carmelo, nativo di Castropietro in provincia di Agrigento, impermeabile, anzi del tutto immune da suggestioni culturali, e proprio alla cui sorgiva innocenza, al contrario, dobbiamo la descrizione unica della nascita del “ caso “. Dice infatti costui : “ Precipitatomi nella di lei abitazione, trovai la Bragaloni riversa, le poppille di fuori ( forse le pupille Signor Ministro : data l'età della Bragaloni non è ipotizzabile altrimenti ) e con la mano, e con la voce affannande, che indicava il televisore. Guardai direttamente, e, come mio stretto dovere, “ continua il verbalizzante, “ scrutai con franchezza il televisore stesso. Nulla di anormale in esso. Vi compariva in quello istante il noto attore Alberto Lupo, in frak, o simile legante indumento di gala, che recitava, con la sua inconfottibile voce ( forse il verbalizzante intendeva dire inconfondibile ) una poesia della quale ora non raccapezzolo il senso. In essa comunque si ripeteva trecentosei volte la parola “ ti amo “ ma con superchia musica nel mezzo “. Questa dunque, Signor Ministro, la situazione. Sia Lei che io, a questo punto, avremo capito tutto : un banale qiuz-pro-quo, come dicono i latini. Un penoso equivoco. E come avremo fatto, Lei ed io ? Avremmo sorriso. Per la verità, diamogliene atto, sorride anche il Percuoco che, povero giovane, così continua : “ Immantinendi sorrisi. Trattavasi, chiaramente, di un quivoco, di un lapis mendale ( lapsus mentale, probabilmente ) e pertanto spiegai, alla Bragaloni Serafina, che essa aveva confusionato, erroneamente, forse perchè agitata, il lupo animale zoologico con il Lupo signor Alberto, attore candante e gradito ospite d'onore umano. Ciò spiegato, tuttavia, la Bragaloni Serafina “, e qui, Signor Ministro, inizia il vero dramma, la genesi del tragico episodio che ci travaglia, “ continuava a dire che no, che no, che era overo, overo, che non aveva confusionato, e, indicando sempre lo schermo diceva il lupo ! Il lupo ! Poi la Bragaloni mi disse, testualmente, fesso e stronso sarai tu – data l'eccidazione evidente non verbalizzai nemmeno l'oltraggio - e la predetta Bragaloni svenne. Spensi il televisore “, continua il Percuoco, “ e approndai alla vedova le prime cure del caso “. Il resto, Signor Ministro, è ancora più interessante. Mentre il Percuoco, rianimata la signora, uscito quindi dalla di lei abitazione, pedalava perplesso in sella al nuovo cicloveicolo “ Sabratha “, con catarifrangente posteriore, e in dotazione recentissima all' Arma, udì distintamente altro grido di “ il lupo ! Il lupo ! “ proveniente dalla frazione detta Buon Ritiro, e, precisamente, dal remoto convento delle Monache Clarisse. Qui, dietro le grate, in ferro battuto, solidissime, insomma nelle intime stanze di quelle Sante Conventuali, muratesi in clausura, il Percuoco udì pure qualcosa. “ Origliai “, dice infatti il Percuoco, “ e capii meglio quello che forse prima, orinariamente ( forse il verbalizzante intende all'origine ) non avevo capito : le monache gridavano eccitate il lupo ! Il lupo ! Chiesi immantinenti se stavano bisognose di quaccosa “, continua il Percuoco, “ ma ne ebbi diniego e, addirittura, sospetta ripulsa “. Abbandoniamo, Signor Ministro, l'appuntato e il suo prezioso incartamento al loro destino. I fatti, in quella notte, presero purtroppo, e col ritmo prima dello stillicidio, poi della valanga, la piega che Lei ben sa. Addirittura sette telefonate, ed entrambe lontanissime da Gubbio ( una da Todi, una da Narni, due da Perugia, ma tre persino da Montevarchi ) rendevano nota l'atroce verità. Per un istante brevissimo, ma dall'evidenza fulminea e solare, all'attore Alberto Lupo, effettivamente in frak, effettivamente recitante ( come fu appurato ) una poesia di genere amoroso, erano calati misteriosamente i pantaloni, idem dicasi per le sottostanti mutande tipo “ Eminence “, e, per un fenomeno ancora tecnicamente incomprensibile ( Lei sa che ancor oggi la direzione tecnica della TV lavora senza tregua all'impossibile soluzione del caso ) al Lupo Alberto si era clamorosamente visto, con licenza parlando, tutto. Ci fu persino, per un decimo di secondo ( la segnalazione pervenne da un Direttore Didattico che osservava con le proprie figliole, dopo cena, ad Anghiari, la trasmissione ), una mostruosa “ zumata “ su ciò che i testi di educazione sessuale, Signor Ministro, definiscono “ gli attributi “. Poco dopo, nella notte, squillavano i telefoni delle Questure, dei giornali, delle sedi RAI di tutto il paese. Ciò che la Bragaloni per prima, a Gubbio, aveva denunciato confusamente, era purtroppo una triste realtà : settecento utenti avevano “ visto “. Con lo choc psicologico che si può intuire. Ci furono risse, voci che gridavano “ vedete anche voi ? “, e altre voci ( spesso di anziane signore ) che rispondevano : “ io no, peccato “. Perchè il fenomeno, all'inizio, parve sporadico, quasi un'infezione misteriosa ma controllabile, con adeguata cintura sanitaria. Furono esaminati infatti i trasmettitori e i ripetitori sulle alture : tutti in ordine. Ma il mistero permaneva. E che non di un caso si trattasse si vide dopo quando un giorno di quiete ( Mike Bongiorno apparve correttissimo, e, forse presago, con ampia cintura a borchia metallica alla vita ), quarantotto ore dopo, al telegiornale delle 20.30, il dottor Sergio Telmon, sempre così impeccabile, seduto al suo tavolo, ebbe il secondo incidente. Vestito di sobria flanella inglese, dovendosi momentaneamente alzare per sollecitare un collegamento con Praga, fece gridare d'orrore l'utenza intera. Questa volta si : in tutto il territorio nazionale. L'utenza infatti vide, atterrita , ciò che non nomino, Signor Ministro. E neppure, come nel caso di Alberto Lupo, con almeno precedente obsolescenza di mutanda : no. Col dottor Telmon si arrivò subito, brutalmente, al dunque. E mentre il poveretto, ignaro, stava dicendo “ il momento è dunque delicato : Citterich, sei d'accordo ? “, nei bar, nei tinelli, nei salotti, scoppiava il caos. Dopo pochi minuti compariva ( fu la prima volta ) il terribile cartello : “ la trasmissione sarà ripresa non appena passabile “. Si riprese, in effetti. Il dottor Telmon, un po' pallido, era di nuovo al telefono. Di nuovo coi pantaloni e tutto. Disse sobriamente “ ci scusiamo per l'interruzione “, e ogni cosa sembrava andare per il meglio quando Tito Stagno, l'esperto in capsule lunari, mentre, con la bacchetta, indicava il pianeta Giove, fu visto repentinamente nelle istesse condizioni. Ma il culmine si raggiunse ( e a Torino al bar Zatterin ci fu una rivolta, come Lei sa, dolorosamente repressa ) quando Mario Pastore apparve addirittura nudo, e con i solo occhiali ! La visione fu insostenibile. Da allora, come Le è noto, l'escalation è cominciata. Gli uomini, si vedono tutti nudi. Le donne, per un motivo parimenti incomprensibile, invece no. Normalissime, vestite come sempre. Nel telegiornale solo la signora Golda Meir faceva eccezione. Lei sa che ci furono, purtroppo, anche casi di suicidio. Elementi della TV, disposti a tutto, pur di affacciarsi sul video, e che per farlo avevano superato ostacoli inenarrabili, ecco che dovevano rinunciare per la prima volta a comparirvi, e a causa non già della fatica, ma del sedere. Lei sa quale deplorevole effetto si ottenne tentando di trasmettere “ Tribuna Politica “. Anche quelli. I collegamenti col Quirinale, aboliti. Abolito tutto. Nel periodo che precedette l'interruzione ( ora totale ) delle trasmissioni, Lei sa che “ l' Approdo “ sembrava un autentico balletto verde. Oggi il televisore è un oggetto inutile. Qualcuno già lo usa come contenitore per libri. Perchè, come già Le accennavo all'inizio, c'è il sospetto che qui ci sia qualcuno che ha realmente deciso di costringere gli italiani a trascorrere in modo un po' diverso la serata. Ma non è detta l'ultima parola. Indaghiamo, Eccellenza. Indaghiamo.

Felice Lo Presto

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