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sabato 2 gennaio 2016

Nando l'uomo più "dolce" di Adria.

Voglio raccontarvi una storia dolce dolce, che sa di zucchero filato, di marzapane e mandorle caramellate.
E' la storia di Nando, “l'uomo più dolce di Adria”, “el ciuciaro”, quello che ha la bancarella dei dolciumi tradotto in italiano.
Classe 56', Arcangelo Boccato all'anagrafe, ma per tutti ad Adria è Nando, lavora da oltre 40 anni. Non tutti a vendere dolciumi per la verità. In gioventù ha provato a lavorare in agricoltura, ha fatto l'elettrauto per 4 anni ed è stato pure bagnino in piscina.
Ma alla fine il richiamo a proseguire l'attività di famiglia è stato troppo forte per lui e ormai fa questo mestiere da 35 anni. Si perché Nando è “ciuciaro” da due generazioni. Prima di lui suo padre che gli ha trasmesso la passione del commercio ambulante e soprattutto delle dolcezze.
Certo perché fare il commerciante ambulante non è per tutti: ore ed ore all'aperto, per la strada, con tutti i climi e con tutti i personaggi che ti capitano davanti alla bancarella.
Ma lui non si è mai perso d'animo, anzi, e tutti gli anni gira per le fiere della provincia e non solo con il suo grandissimo banco, una sorta di paese dei balocchi ambulante che fa innamorare tutti i bambini.
E sono proprio i visi, gli occhi affascinati di questi bambini davanti al banco, davanti alle caramelle, davanti ai dolciumi di ogni fatta, davanti ai palloncini, la più grande ricompensa per Nando, che sa di fare un mestiere si faticoso, ma unico e meraviglioso, come lo sono i bambini.
Nando ci tiene a dirmi di non essere legato al denaro, di non pensare ad accumularne senza goderselo. Anzi, tutt'altro. Accantonata la giusta quota da investire per la sua attività, lo spende tutto per far star bene la sua famiglia e concedersi più di qualche divertimento. E come darli torto.
Mi spiega la differenza tra fiera, festa paesana e sagra, perché non sono la stessa cosa e, assoluto auto-didatta del marketing e delle analisi di mercato - a lui i consulenti di Wall Street gli fanno un baffo - mi racconta di non amare le feste politiche, prime fra tutte in Polesine le feste dell'Unità, perché su un transito di 1500 persone, “prende 150Mila lire”, mentre alla fiera di Mazzorno, per esempio, su un transito di 30 persone “prende 500Mila lire”.
La differenza consiste nel fatto che alla fiera paesana come quella di Mazzorno, si va per divertirsi e spendere, mentre alla fiera dell'Unità, che è politica, no.
Mi racconta poi di come si sia evoluto il suo mestiere: “30 anni fa il rapporto con le istituzioni era peggiore”, dice Nando, “Le amministrazioni e la gente non vedevano di buon occhio tutta quell'orda di bancarellari e giostrai che arrivavano con le roulotte. Poi, la fine di certi pregiudizi e leggi più tolleranti, hanno facilitato le cose.”
Ora invece siamo tornati indietro, ma questo lo aggiungo io, non tanto per il ritorno di quei pregiudizi, bensì per l'inasprirsi di leggi, regolamenti, tasse e balzelli che scoraggiano l'attività di commercio ambulante. E Nando ovviamente approva.
Nando mi racconta altresì di non avere mai cambiato l'impostazione della sua bancarella in tutti questi anni di attività. D'altronde bottega che rende non si cambia, e anche questo Nando potrebbe spiegarlo ai guru della finanza.
Mi racconta poi di come sia cambiata l'atmosfera della sagra in tutti questi anni, e questa volta in peggio. “La gente si diverte sempre meno, vengono alla sagra tutti incazzati, si guardano in cagnesco, ridono poco”. E Nando con queste poche parole colpisce nel segno: l'Italia è il Belpaese ma per pochi. Stanno facendo di tutto per toglierci il sorriso, ultimamente è diventato difficile tutto.
E poi l'invasione di comunitari e extra-comunitari che non ha certo migliorato, anzi peggiorato, le condizioni lavorative e la percezione di sicurezza.
Nando ha fatto anche un cartello con scritto: “Bancarella di italiani (de Adria) in via di estinzione”, per denunciare, a suo modo, quello che sta succedendo negli ultimi anni al commercio ambulante italiano, che è poi lo stesso che partecipa a sagre e fiere. Oramai oltre la metà delle bancarelle, tra abbigliamento e casalinghi, sono di proprietà di cittadini cinesi e in minor parte indiani. Ma non pensiamo - io, Nando e tanti altri operatori – che questo corrisponda ad un vero e proprio investimento. Le attività estremamente tassate, non rendono così tanto per giustificare elevati prezzi d'acquisto, che spesso e volentieri venivano liquidati in contanti, per lo meno prima dell'istituzione del tetto. Pensiamo che ci sia qualcos'altro sotto. Ma mi fermo qua.
Nando invece è sempre là, ad Adria, nel periodo delle feste – soprattutto Natale, Epifania e Pasqua - con la sua bancarella di dolciumi, in fianco ai “Cordari” e con la “succursale” gestita dai parenti, in piazza del Duomo. Sono proprio questi, infatti, i periodi dove Nando racimola qualche soldo in più. A Natale e Pasqua perché diventiamo tutti più buoni e regalando dolciumi palesiamo questo status; all'Epifania perché è bella tradizione riempire la calza della Befana con ogni sorta di dolciumi, mentre per i bambini cattivi si mette il “carbone”, che è talmente buono e dolce che ti fa venire la tentazione di fare il cattivo sul serio.
Io penso che fino a che ci saranno bambini, ci sarà sempre un Nando. Non posso pensare a Nando senza pensare ai bambini che fissano i suoi dolciumi e i suoi palloncini che si alzano verso il cielo, anticamera dell'infinito e del sogno immaginifico, sia per noi adulti smaliziati, che per loro bimbi innocenti e incantati.
Mi soffermo un attimo sui palloncini, che sembra non abbiano nulla a che fare con la nostra dolce storia, ma non è così.
Negli anni 70' andavano molto in voga in Italia i cosiddetti “film strappalacrime”. Il più significativo di questi si intitolava proprio “Il venditore di palloncini”, la cui trama, in estrema sintesi, narrava che ad un bambino che doveva morire, apparve Dio sotto le sembianze di un “venditore di palloncini” perché i palloncini donati ai bambini, prima o dopo vanno in cielo come gli angeli e amano e proteggono i bambini.
Ora, la prossima volta che vedete Nando e la sua bancarella, regalate ai vostri figli le caramelle e un palloncino.
Ricordatevi che di battesimo fa Arcangelo e non si sa mai che dietro quella storia, ci sia un barlume di verità.


1 commento:

  1. Una brava persona dal cuore d'oro cosi'come il figlio Mauro e la paziente Michela

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