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domenica 30 agosto 2015

Condannato Matteo Veronese il falso broker disonesto cap. II°


La notizia è di mercoledì 13 Novembre 2013. Matteo Veronese, adriese ma con la residenza a Canaro, (RO), è stato condannato dal Tribunale di Rovigo a 4 anni di reclusione, 10mila Euro di multa e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.
Il motivo ? I fatti risalgono ancora al 2005 quando venne pure arrestato. Il Veronese, spacciandosi per broker finanziario, per trader di borsa, aveva maldestramente gestito, di fatto facendoli scomparire, decine e decine di migliaia di Euro, (i giornali parlano di 15milioni di Euro), di ignare e fiduciose persone, amici e compaesani, che avevano creduto in lui e nelle operazioni finanziarie che reclamizzava.
Esercizio abusivo della professione è proprio il reato per cui il Veronese è stato punito anche se altri e ben più gravi reati figuravano tra gli atti processuali, quali l'appropriazione indebita, che è stata comunque dichiarata prescritta stante l'efficienza della pseudo-giustizia “itagliana”.
Ora questa sporca faccenda mi porta a fare alcune considerazioni. Premetto che conosco il Matteo Veronese, anche lui di Adria come me ; rampante e iper-attivo fin da giovane, presuntuoso, arrogante, dai modi un po' stronzetti, consapevole a suo pensare di appartenere ad una famiglia in vista e quindi nella lecità di poter comportarsi in maniera estrema, spesso non curante delle regole della buona educazione. Il cosiddetto rampollo di buona famiglia, quella figura a metà strada tra il serio e il faceto pennellata dai fratelli Vanzina nei vari antesignani dei cinepanettoni, che tanto erano in voga negli anni 80'. Ve li ricordate ? I vari “vacanze sulla neve, a Cortina “ ecc ecc.
Oppure rimanendo in ambito classico e con i dovuti adattamenti, una specie di Don Rodrigo di manzoniana memoria.
Ecco questo è, o almeno era, il Matteo Veronese che conosco. Forte di tutto ciò ha promesso mari e monti ad amici e compaesani, che ovviamente rassicurati da tutta questa aureola, hanno affidato i loro risparmi al giovanotto per ritrovarsi poi in braghe di tela.
Attenzione qui non c'entra nulla la discussione su furbi e ignoranti, che qualcuno ha tirato in ballo su Facebook, perchè se dovessimo applicare questo metro di ragionamento, non sarebbe stato nemmeno necessario condannare il Veronese, né tanto meno denunciarlo.
Qui la considerazione che bisogna fare, è che un individuo ha carpito la buona fede e l'amicizia di persone che si fidavano di lui, e gli ha portato via del denaro ; già questo è sufficiente a mio modesto vedere, a farlo sprofondare in un girone dantesco, il più bollente e profondo che esista.
Un altra considerazione che faccio e che anche in questo caso, fortunatamente in maniera secondaria, è subentrato l'elemento “ingordigia umana”. Tante persone si sono avvicinate al Veronese ingolosite da rendimenti e dividendi altissimi, accecate dalla bramosia di denaro e guadagni facili. Ma questo fortunatamente resta un aspetto secondario della vicenda ; l'aspetto principale rimane sempre il tradimento dell'amicizia.
E poi concludo con l'amara riflessione di come possa essere facile guadagnare soldi disonestamente e di come diventa sempre più difficile guadagnarli onestamente. Chi scrive si fa in quattro per restare dentro nel budget stabilito dal cliente, all'interno delle sue prescrizioni, delle sue direttive e cercando ovviamente di costruire il servizio migliore assolutamente “tailor made”, e dopo ti senti pure criticare perchè c'è sempre qualcosa che non gli garba o che non funziona, a suo dire.
Mala tempora currunt”, e il mercato italiano si è fortemente deteriorato, oppure, non lo so, ditemi Voi, si è spostato il baricentro, dall'onestà e la correttezza, alla non correttezza e alla poca onestà.
Queste notizie mi fanno assolutamente arrabbiare, pensando poi che dal punto di vista giudiziario, i poveri risparmiatori hanno dovuto aspettare 7 anni per avere questa prima sentenza, che altrettanti ne dovranno aspettare per avere una quantificazione del danno in sede civilistica, e che sicuramente il Veronese farà appello, dilatando ulteriormente i tempi di giustizia, con la prescrizione sempre in agguato. W l' ITAGLIA !
Se Veronese ha fregato dei soldi pure a me ? No assolutamente, io soldi non ne ho, come faccio a investirli. Però gli ha portati via a dei miei amici e questo mi fa arrabbiare. E poi, e questa è la mia ultima considerazione, chi al giorno d'oggi investe soldi in Borsa, è come minimo un cretino.

. . . e fin qui tutto in regola, o quasi. Dopodichè, care lettrici e cari lettori, dovete considerare che noi siamo in Italia, o Itaglia che dir si voglia, o meglio ancora in quello che ne è rimasto. E l'Italia è quella specie di paese dove se gridi “Ladro” al ladro che ti ha appena rubato il portafoglio, questo potrebbe denunciarti per diffamazione e trovare anche un magistrato che li da regione.
Nel nostro caso, Matteo Veronese, sentendosi diffamato dai commenti al precedente post, ha presentato denuncia al Tribunale di Rovigo, il quale “molto diligentemente” ha provveduto al sequestro dello stesso. Pubblico integralmente il provvedimento.

Ora in virtù dell'enunciato evidenziato in rosso nel predetto provvedimento, che potete leggere qui sotto, sono a riproporVi il post, con un aggiornamento e un sistema nuovo di commentare. Se non altro per rispetto della verità e soprattutto per rispetto nei Vs. confronti, care lettrici e cari lettori, che tanto interesse e partecipazione avete dimostrato su questo argomento.

Per quanto riguarda la vicenda processuale, la Corte d'Appello ha confermato la condanna per Matteo Veronese, stralciando invece la posizione degli altri coimputati. Questo potrebbe complicare e allungare il piano di rientro del maltolto. Piano che dovete seguire voi, care lettrici e cari lettori, perché ricordatevi che Matteo Veronese i soldi li ha ! Ora si aspetta la sentenza di Cassazione, che dovrebbe confermare quella d'Appello. Questo per quanto riguarda il fatto giudiziario.
Ora dovete sapere che Matteo Veronese, abbandonata definitivamente e fortunatamente, aggiungo io, l'attività di broker, si è specializzato in quella di “accompagnatore”. Il Veronese infatti concupisce fragili donne, illudendole di amarle, per poi farsi “prestare” del denaro a “cottura” ultimata, denaro che mai più restituirà. E questa cosa disgustosa e ignobile è trapelata dalle centinaia di commenti che avete inserito nel precedente post e dalle decine di messaggi Facebook e mail che mi sono giunti, di donne addolorate, arrabbiate, derubate e ferite, che mi hanno profondamente commosso ed esortato a continuare.
Questo non fa altro che confermare quello che già pensavo di Matteo Veronese e cioè che è un ragazzotto viziato, capriccioso, capace delle peggiori infamie. Ma non dimenticate una cosa importantissima : è malato di gioco. E' frequentatore assiduo delle sale da gioco, delle sale di Texas Holden, partecipa a tutte le gare di poker in giro per l'Italia e l'Europa ; era a Praga quest'inverno, me lo ha scritto lui su Twitter prima che lo bannassi. L'iscrizione a queste gare costa migliaia di euro, giocare costa migliaia di euro, soldi che il Veronese “caccia” senza battere ciglio, per il semplice motivo che li ha. E sono i Vs. soldi.

Ora se volete commentare, ricordatevi di usare un lessico garbato, educato e mai offensivo. Lasciate perdere la famiglia e i suoi genitori. So che siete incazzatissimi ma cercate di trattenervi, altrimenti non posso pubblicare i commenti.
Pensate al grande potere catalizzante che può avere questa pagina per ottenere la restituzione dei Vs. soldi.
Auguri a tutti e buon lavoro, perché noi, ed è giusto che si sappia, lavoriamo.


Aggiornamento

Vi comunico che il 29 gennaio 2016 la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Matteo Veronese. Viene confermata, quindi, la sentenza d'appello che vede il Veronese condannato a 4 anni di reclusione, i Vecchiati assolti e anche la bizzarra assoluzione di Pasquale Casale, ex ad di IWBank, in quanto nella motivazione si legge che il Casale poteva anche non sapere.
Della serie “occhio non vede cuore non duole” o “giustizia creativa” all'italiana? A voi l'ardua sentenza.
Quello che mi sembra più importante comunicarVi è che a breve partirà il processo civile, dove verrà attuato il piano di recupero dei soldi. Quindi fatevi avanti perché la prima battaglia l'avete vinta Voi e il coltello lo tenete dalla parte del manico, ma la guerra è ancora lunga. Il mio blog è sempre a Vs. disposizione per qualsiasi scambio di informazioni e se avete 2 minuti leggeteVi anche questo articolo sul Sole 24Ore : http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-12-03/iwbank-gdf-perquisisce-diverse-sedi-ipotesi-riciclaggio--151309.shtml?uuid=ACAAALmB&fromSearch

giovedì 27 agosto 2015

L'italiano impara a pedalare.

Bolzano, Pesaro e Ferrara sono tra le 20 città europee con alta percentuale di spostamenti in bici.

"Hai voluto la bicicletta? E ora pedala". Così recita una famosa espressione che spesso usiamo in varie situazioni quotidiane.
Noi italiani siamo pronti a pedalare appena si creano le condizioni per farlo. Sembra stiano cambiando, (e anche in fretta), gli stili di vita dei cittadini per spostarsi in città.
A differenza di soli cinque anni fa, si inizia preferire la bicicletta - elettrica o normale - per andare al lavoro o a fare la spesa, o andare a prendere il bimbo scuola.
Nel Bel Paese 20 comuni capoluogo, vantano performance di ciclabilità di livello europeo. Una percentuale corposa della popolazione si sposta a pedali a Pesaro e Bolzano, (30% degli abitanti), Ferrara (27%), e Treviso (25%).
In altre cinque città, il 20% degli spostamenti è soddisfatto dalle bici e in 11 la percentuale di ciclisti è superiore alla soglia del 10%.
È quanto emerge da l'A Bi Ci della Ciclabilità, clicca QUI,  ricerca sull'uso della bici nelle città italiane capoluogo di provincia, realizzata da Legambiente in collaborazione con rete mobilità nuova.
Le percentuali sono destinate a cambiare giorno dopo giorno, perché il fenomeno dei bikers è in costante crescita. Questo grazie anche alla crisi economica : per mantenere un'auto spendiamo circa 3100 euro l'anno, fonte Unione Nazionale Consumatori.
L'Italia, se messa a confronto con il resto d'Europa, ancora arranca in questo settore, ma è assai significativo che Bolzano, Pesaro e Ferrara compaiono nella classifica delle 20 città europee, che hanno la maggior percentuale di spostamenti in bici sul totale degli spostamenti.
"Dai dati della ricerca A Bi Ci della Ciclabilità, emerge chiaramente un aumento dell'uso della bicicletta come vero e proprio mezzo di trasporto nelle città italiane - ha dichiarato Silvia Velo, sottosegretario all'Ambiente.
È del tutto evidente, quindi, l'esigenza delle amministrazioni locali e dello stesso Ministero dell'Ambiente, di promuovere a livello locale e nazionale la diffusione della mobilità ciclistica, sia per ridurre le emissioni di gas inquinanti nell'atmosfera, sia per sostenere un vero e proprio cambiamento delle abitudini di spostamento dei cittadini".
E allora è proprio il caso di dirlo: hai voluto la bicicletta? Ora pedala!


Lorenzo Russo

lunedì 24 agosto 2015

Donare gli organi. Quello che c'è da sapere.

Nell'ambito della medicina della donazione, sono forse ancora poche le persone completamente informate sull'estesa rete di tutele, che la normativa nazionale utilizza per garantire la piena trasparenza, nel rispetto della libertà di scelta e delle condizioni di ciascun cittadino.
In Italia, per la manifestazione della volontà di donare, vige il principio del consenso o del dissenso esplicito. Manifestarlo è un diritto offerto a tutti i cittadini maggiorenni. Il modo più semplice per farlo, è depositare la propria volontà presso la propria Asl o il proprio medico di famiglia, utilizzando un semplice modulo.
In alternativa, il Ministero della Salute, mette a disposizione un modello di "tesserino blu", da compilare con i propri dati e conservare fra i propri documenti personali ; identica funzione e validità, hanno anche i tesserini di associazioni riconosciute del settore.
Infine, anche presso gli uffici anagrafe del Comune, è possibile depositare la propria volontà : la scelta viene comunicata tempestivamente al Ministero della Salute. Al momento della morte di un cittadino, i sanitari responsabili ricercano la registrazione della sua volontà presso il database Sistema Informativo Trapianti (SIT) ; viene inoltre verificato se fra i documenti personali, sono presenti tesserini o altre tipologie di dichiarazioni scritte, contenenti le proprie volontà.
In questi casi, nessuno può opporsi o di imporsi per eseguire una scelta diversa da quella dichiarata. Solo nel caso che il cittadino non abbia espresso inequivocabilmente la propria volontà in vita, la legge prevede la possibilità che un familiare, sia esso il coniuge non separato, il convivente, un figlio maggiorenne o uno dei genitori, esprima l'intenzione di compiere o meno il gesto della donazione.
Oltre all'opportunità di condividere la propria volontà con i familiari, il Sistema Nazionale Trapianti ricorda, nel proprio sito, che è anche possibile modificare la propria indicazione in qualunque momento, comunicando una nuova dichiarazione o chiedendo che la stessa possa essere revocata.


Spartaco Mencaroni

giovedì 20 agosto 2015

Cellulari insanguinati.

E' possibile stroncare la filiera “criminale” che governa estrazione e commercio di minerali per l'alta tecnologia ?



C'è un "terrorismo" sistematico di cui poco si parla. È quello subito da intere popolazioni coinvolte nel ciclo dell'estrazione di minerali destinati all'industria dell'alta tecnologia, come ad esempio la produzione di cellulari.
Il coinvolgimento delle grandi società commerciali con regimi criminali e mafie internazionali, produce una "via crucis" fatta di abusi, schiavitù, disastri ambientali e corruzione. Il 60% dei conflitti, con milioni di morti in Africa, sono nati e nascono tuttora per il controllo delle risorse naturali come stagno, tantalio, tungsteno, oro, coltan, rame, giada eccetera.
Nella sola Repubblica Democratica del Congo, le vittime di questa guerra sono state 3 milioni e mezzo ; nella Repubblica Centrafricana un quarto degli abitanti è stato espulso dalle abitazioni.
Dati inoppugnabili riportati dagli appelli di centinaia di vescovi africani e da oltre 150 organizzazioni umanitarie, (Cipsi, Focsiv, ecc.), collegate in rete come Jesuit european social center, Alboane ed Eurac.
Difficile trovare traccia di queste notizie sui giornali più diffusi. La denuncia si accompagna alla proposta di rendere obbligatoria, la trasparenza per tutta la filiera delle imprese che importano minerali e metalli da zone di guerra.
È ciò che hanno fatto gli Usa con il "Dodd Frank Act" del 2010, per i minerali provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo.
Finora la Commissione Europea si era limitata a promuovere un sistema di autocertificazione "volontaria", solo per alcuni minerali e determinate tipologie di aziende. Una soluzione ambigua, che si è scontrata col voto della maggioranza del Parlamento Europeo, che il 20 maggio ha votato per la trasparenza assoluta e vincolante in materia di "minerali insanguinati". La partita non è finita.
La procedura per adottare queste direttive, andrà a buon fine solo con l'adesione dei ministri di tutti i paesi che, in sede di consiglio dell'Unione Europea, adottano le normative e coordinano le politiche comuni.
È indubbiamente un'occasione per dimostrare la capacità di incidere concretamente sulla grave situazione in cui versano milioni di persone, in Africa soprattutto.

Carlo Cefaloni

Link utile :





martedì 18 agosto 2015

W lo streaming ! E il free download.

Che si tratti di YouTube, di Spotify o di qualunque altra piattaforma dedicata alla musica, un dato è certo : il consumo di musica in streaming appare inarrestabile.
Tuttavia non tutto il mondo è paese : ci sono nazioni come la Germania dove è ancora alto il numero di consumatori affezionati ai CD o al vecchio vinile, e altri, come la Svezia e gli Stati Uniti, dove la crescita del consumo on-line, (vale a dire non più scaricando i brani, ma ascoltandoli gratuitamente sul Web quando se ne ha voglia), è ormai così diffuso da rischiare un arresto della crescita.
Ci sono artisti come Taylor Swift o Ligabue che si sono opposti alla diffusione gratuita dei loro nuovi album, altri che lamentano l'irrisorietà dei loro ricavi. I discografici in genere possono dirsi soddisfatti, non foss'altro perché lo streaming ha rimesso in moto il volano dei consumi, riportando in attivo i loro bilanci dopo anni di vacche magrissime.
Detto questo, l'impressione è che artisti e produttori debbano rassegnarsi al fatto che tale gratuità imporrà al music-business di trovare altri modi per sopravvivere. Allo stesso modo i fruitori dovranno abituarsi al fatto che, il concetto di libero accesso alla musica soppianterà quello di possesso fin qui predominante.
Rivoluzioni epocali ancora in divenire, e come tali ancora lastricate di insidie, ma anche di opportunità ancora inesplorate.
Un esempio clamoroso l'ha dato la recente scomparsa di B.B. King, uno dei principali ispiratori della cultura rock, nonché caposcuola assoluto del blues moderno ; un gigante, tuttavia quasi ignorato da gran parte dei giovani del terzo millennio. Ebbene, l'enorme eco mediatica suscitata dalla sua morte ha immediatamente scatenato l'effetto - indubbiamente benefico, in questo caso - dello streaming : secondo quanto dichiarato da Spotify, l'ascolto del catalogo del leggendario chitarrista, sarebbe cresciuto in poche ore addirittura del 9800% ! Il che vuol dire che le magistrali performance dell'indimenticabile blues boy del Mississipi, hanno oggi più possibilità di farsi conoscere e apprezzare di quante ne avessero fino a ieri.
Anche in questo sta la potenza dello streaming, ed è proprio qui, tra entusiasmi enfatici e ingrugniti ostruzionismi, che si giocherà il futuro stesso della musica e di chi la ama.


Franz Coriasco

mercoledì 12 agosto 2015

La favola del maggiolino e del bruco. Per demolire la cattiveria.

"Papà - dice il maggiolino Callistrato -, noi passiamo tutta la vita a distruggere : distruggiamo le radici, le gemme, le foglie, i fiori. Ma noi non costruiamo mai niente ?".
Papà Attila, sorpreso, risponde : "Noi facciamo quello che hanno sempre fatto tutti maggiolini da che mondo è mondo e quello che tutti maggiolini faranno, sino alla fine del mondo, è semplice".
"No, non è semplice ! Qualche giorno fa, il grillo Savio, che è molto istruito, mi ha detto che il mio nome significa : colui che ha davanti un bel cammino. Capirai ! Quello che ho davanti è un cammino di distruzione !".
"Se il tuo nome non ti piace, puoi fartelo cambiare, basta andare all'ufficio anagrafe del prato, ma la sostanza non cambia : tu sei nato per distruggere, altrimenti non saresti un maggiolino".
Qualche anno è passato. Callistrato è cresciuto. Oggi sul tronco di un albero ha affisso un grande cartello che dice : "CALLISTRATO – IMPRESA DI DEMOLIZIONI". A quanto pare, il maggiolino ha deciso di seguire le orme dei suoi antenati.
Il suo primo cliente è il bruco Paoletto, che si informa : "Quando puoi venire a buttar giù il mio fienile ?".
"Mai". "Come sarebbe a dire mai ? Non hai un'impresa di demolizioni ?". "Sì, ma non mi occupo di fienili". "Capisco, la tua è un'impresa specializzata. Cosa demolisci : fabbriche, ponti ?".
Alla domanda del bruco, il maggiolino risponde con un'altra domanda : "Tu perché vuoi demolire il tuo fienile, Paoletto ?" "Per far posto a un fienile più grande". "Benissimo, ci siamo. Io demolisco la parte cattiva di me stesso per far posto a un me più grande : un me buono, generoso, paziente. Se vuoi, posso aiutare te a demolire te stesso". "Magari ! Sapessi quante volte sogno di essere diverso ! Perché sento, dentro di me, un desiderio di tutto ciò che è buono, bello e vero".
Oggi il bruco Martiniano non può fare a meno di chiedere : "Che t'è successo, Paoletto ?" Non sei più lo stesso ! Non perdi mai la calma, hai sempre tempo per tutti, hai sempre una parola buona per tutti. Ma quello che m'impressiona di più è che, da quando sei cambiato, sei sempre felice. Dimmi : come hai fatto ?". "Mi sono affidato all'impresa di demolizioni di Callistrato".
Martiniano ha seguito l'indicazione di Paoletto ; dopo di lui, molti si sono recati da Callistrato per imparare a demolire il loro vecchio "io".
Un piccolo mondo nuovo è stato costruito nel prato. Vogliamo provare, tutti insieme, a costruirne uno grande?


Lauretta Perassi

lunedì 10 agosto 2015

Orizzonte rosa. La paura, compagna di vita.

Gianni non è solo un dentista. È un esperto di relazioni umane che in poche sedute riesce a convincere la mia atterrita bambina che ferri e ferraglie, luci e getti d'acqua, aghi e trapani non sono strumenti di tortura. Ho osservato in lei il passaggio dal terrore alla fiducia, dall'ignoto a qualcosa che si può controllare perché diventa familiare e amico.
Il tono rassicurante della voce, la precisione e la serietà con cui si è rivolto alla piccola hanno addomesticato la paura. Meno una, penso. E stralcio dall'elenco anche questa.
Da bambina avevo un elenco lunghissimo di paure. Mio padre mi aveva insegnato a ricordarle tutte prima di dormire. Così - mi assicurava - non le avrei sognate. Prima di dormire nominavo giudiziosamente notti buie e fantasmi, cimiteri e zombie, scheletri e terribili cadute a precipizio.
Nell'infanzia le paure sono concrete e bene a fuoco, si nutrono di rituali e di piccoli gesti di esorcizzazione. Chi non ha mai guardato sotto il letto per vedere se non ci fosse nascosto un losco figuro?
Le paure dell'infanzia di solito ci abbandonano all'improvviso, svaporano nel nulla e quelle che fino a poco prima parevano montagne invalicabili, diventano colline. È un sollievo temporaneo : nuove paure già si affacciano, legate all'età, alla salute, alle persone che amiamo. Una sequenza di paure stupide e persino ridicole, accompagna i nostri giorni e si mescola ai grandi tormenti e alle ragionevoli preoccupazioni della vita.
Sono stata una bambina paurosa, forse per questo ho grande curiosità per queste compagne di vita.
Adoro l'attimo magico in cui l'impossibile diventa possibile, il mai sperimentato diventa esperienza. Lì sento che la vita mi sta attaccata alla pelle e morde : penso alla prima volta che i miei figli hanno vinto la paura dell'acqua, la prima volta in bicicletta senza rotelle, il primo tragitto in tram senza adulti, il primo esame ...
Superare le paure ci rende più forti, è banale dirlo, ci rende soprattutto capaci di accudire le paure degli altri.
Serena aspetta il suo primo figlio, m'interroga sul lieto evento come fossi l'oracolo di Delfi. So che esserci già passata non mi autorizza a impartire lezioni, né ricette, né rassicurazioni.
Scaccio la tentazione delle buone parole, sempre inutili. Provo a ricordarmi di me allora. "Ma sai, io temevo soprattutto di essere scortese con l'ostetrica e di perdere il mio consueto aplomb ..." Strabuzza gli occhi. Ognuno ha le paure che si merita. "Però, se hai bisogno, io ci sono", mi arrampico sui muri.
E mi guardo bene dal cadere giù.


Elena Granata

sabato 8 agosto 2015

Papa Francesco e la terza guerra mondiale.

Mi sembra di vedere il cavallo rosso fuoco dell'Apocalisse : "A colui che lo cavalcava fu dato il potere di togliere la pace dalla terra e di far sì che si sgozzassero a vicenda, e gli fu consegnata una grande spada". (Ap. 6,4). E la "grande spada" che è ritornata governare la terra. Siamo ritornati alla guerra fredda tra la Russia e la Nato che vuole espandersi a est, dall'Ucraina alla Georgia.
Nel suo ultimo vertice, tenutosi a Newport nel Galles, la Nato ha deciso di costruire cinque basi militari nei paesi dell'est, nonché pesanti sanzioni alla Russia. Il nostro presidente del consiglio Renzi, ha approvato queste decisioni e ha anche aderito alla coalizione dei 10 paesi, pronti a battersi contro l'ISIS, offrendo per di più armi ai Curdi. Inoltre si è impegnato a mantenere forze militari in Afghanistan e a far parte dei "donatori" che forniranno a Kabul 4 miliardi di dollari.
Durante il vertice Nato, Obama ha invitato gli alleati europei a investire di più in difesa, destinandovi come minimo il 2% del PIL. Attualmente l'Italia destina l'1,2% del proprio bilancio.
Accettando le decisioni del vertice, Renzi è ora obbligato ad investire in armi. Questo significa 100 milioni di euro al giorno ! E' pura follia per un paese come l'Italia in piena crisi economica. E la follia di un mondo lanciato ad armarsi fino ai denti.
Lo scorso anno, secondo i dati SIPRI, i governi del mondo hanno speso in armi 1742 miliardi di dollari, che equivale a quasi 5 miliardi di euro al giorno, (1032 miliardi di dollari solo dagli Usa e Nato).
Siamo prigionieri del "complesso militare-industriale" Usa e internazionale, che ci sospinge a sempre nuove guerre, una più spaventosa dell'altra, per la difesa degli “interessi vitali”, in particolare della “sicurezza economica”, come afferma la Pinotti nel Libro Bianco.
Come quella contro l'Iraq, dove hanno perso la vita 4000 soldati americani e mezzo milione di iracheni, con un costo solo per gli Usa di 4000 miliardi di dollari. Ed è stata questa guerra - alla base dell'attuale disastro in Medio Oriente - che fa ripiombare il mondo in una paurosa spirale di odio e conflitti.
Papa Francesco ha parlato di Terza Guerra Mondiale. Davanti ad una tale situazione di orrore e di morte, non riesco a spiegarmi il silenzio del popolo italiano. Questo popolo non può aver dimenticato l'articolo 11 della Costituzione : "L'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali."
E ora che insieme, credenti e non, ci mobilitiamo, utilizzando tutti i metodi non violenti, per affrontare la "Bestia" (Ap. 13,1). Ritorniamo in piazza e per strada, con volantinaggi e con digiuni e, per i credenti, con momenti di preghiera.
Noi siamo prigionieri di un sogno così ben espresso dal profeta Michea : "Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci, una nazione non alzerà più la spada contro un'altra nazione, non impareranno più l'arte della guerra." (Michea 4,3).

Alex Zanotelli

martedì 4 agosto 2015

Acqua a colazione. Arriva l'idrosommelier.

"L'Italia è il paese europeo con il più alto consumo pro capite di acqua in bottiglia. Il primato mondiale spetta al Messico, mentre l'Austria si posiziona in fondo alla classifica."


È tutto italiano il record europeo del consumo di acqua in bottiglia. Le statistiche parlano chiaro : nel 2013 ogni cittadino ha bevuto in media 196,46 litri di acqua minerale, che corrispondono a più di mezzo litro al giorno. Con questi numeri l'Italia si posiziona al terzo posto nella classifica mondiale, dietro a Messico e Thailandia.
Nei due paesi, infatti, nello stesso, anno sono stati bevuti rispettivamente 254,76 e 225,23 litri di acqua minerale. Non solo. Secondo il Censis (il Centro Studi Investimenti Sociali), il 61,8% delle famiglie italiane acquista abitualmente acqua imbottigliata, spendendo in media 234 euro all'anno.
Le ragioni che spingono gli italiani a prediligere le bottigliette trasparenti sono da ricercare principalmente nello scetticismo dei cittadini, (rilevato nel 31,2% della popolazione), nei confronti dell'acqua che esce dai rubinetti delle case. Inoltre, la provenienza geografica sembra giocare un ruolo determinante. Vivere al sud o in aree interessate da allarmi relativi alla potabilità delle falde acquifere, aumenta infatti la probabilità di consumare acqua minerale : è emblematico il caso della Sicilia, dove il tasso di sfiducia per l'acqua del rubinetto quasi raddoppia (60,4%).
Infine pesano senza dubbio le abitudini alimentari : in Italia è più facile trovare a tavola una bottiglia d'acqua piuttosto che quella di una bibita analcolica.
Il consumo di acqua in bottiglia è talmente radicato nella cultura italiana che un certo numero di ristoranti d'elite, ha cominciato ad affiancare alla carta dei vini quella delle acque minerali. A Bologna, invece, è nata la prima associazione degustatori di acque minerali (ADAM), che offre un corso di formazione alla professione di "idrosommelier", ovvero l'esperto in grado di riconoscere le peculiarità delle varie acque minerali, così da abbinarle alle diverse pietanze.
Non va dimenticata, però, l'altra faccia della medaglia. Per soddisfare il fabbisogno pro capite di acqua minerale, in un anno le aziende italiane del settore emettono nell'ambiente circa 25 kg di anidride carbonica a persona. Questo valore, moltiplicato per il numero di bottiglie prodotte e sommato alle emissioni generate dai mezzi di trasporto, raggiunge un totale di 5,36 milioni di tonnellate di CO2.
Per di più, una bottigliette impiega in media sette secoli per decomporsi completamente e nell'80% dei casi non viene riciclata.


sabato 1 agosto 2015

Italiani, volete aumentare il PIL ? Infilatevi sotto le coperte !

Ultimamente, mentre trascorrevo tutto il mio tempo libero scrivendo un libro su meditazione, consapevolezza, sonno, stress e necessità di ridefinire la natura del successo, questi temi sono letteralmente esplosi in ogni ambito della nostra cultura. O forse sono solo io che in questo senso ho antenne particolarmente ricettive. Il consulente gestionale Lee J. Colan lo definisce "il fenomeno dell'automobile gialla": compriamo un'auto gialla, oppure la notiamo soltanto, e di punto in bianco cominciamo a vedere macchine gialle dappertutto. O impariamo una parola nuova, e da quel momento la sentiamo usare in continuazione.
Io però non credo che si tratti solo di suggestione: è un dato di fatto che ogni giorno si discute sempre di più dei benefici della consapevolezza, del sonno e della riduzione dello stress. Non solo sulle riviste che di questi argomenti scrivono con regolarità, ma in tutto il panorama dei media.
Cominciamo dal New York Times, che qualche settimana fa ha messo in pagina nella sezione "Sunday Styles" un bellissimo articolo in cui Teddy Wayne descriveva i suoi "sette giorni di dieta digitale".
Nel corso degli ultimi due mesi sono poi usciti diversi articoli interessanti sul sonno e i suoi effetti: non solo sulla salute della persona, ma su quella dell'intera società. Alcuni ricercatori della Monash University di Melbourne, per esempio, hanno scoperto che la mancanza di buon sonno può avere effetti letali, soprattutto per gli uomini.
Che cosa succeda esattamente mentre dormiamo e come mai sia così importante, sono questioni oggetto di studi e in continua evoluzione. E anche se non sappiamo tutto ciò che il cervello fa durante il sonno, sappiamo che è comunque molto indaffarato. Come scriveva il mese scorso Maria Konnikova sul New York Times, da tempo sappiamo che dormire è fondamentale nella formazione e nel consolidamento dei ricordi.
Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Science, aggiunge che il nostro cervello non si limita ad archiviare le cose, ma provvede anche a eliminarle.
Come il sistema linfatico smaltisce le tossine dei nostri corpi, il sonno potrebbe svolgere la stessa funzione per la mente. "Pensiamo al cervello come a un acquario", propone la dottoressa Maiken Nedergaard, biologa presso la facoltà di medicina della University of Rochester. "Se nell'acquario non c'è un filtro, prima o poi i pesci muoiono". Nel nostro caso, hanno scoperto la dottoressa Nedergaard e altri studiosi, il mancato smaltimento delle neuro tossine, potrebbe accelerare i processi degenerativi dell'Alzheimer e del Parkinson. Un nesso particolarmente inquietante, se consideriamo che, rispetto 50 o 1oo anni fa, gli esseri umani dormono in media una-due ore in meno per notte, e che ben 70 milioni di americani accusano qualche problema di sonno.
Sempre sul New York Times, Sendhil Mullainathan ha recentemente esaminato il sonno da un punto di vista diverso, ma altrettanto preoccupante: se quasi il 30% dei lavoratori dichiara di essersi appisolato o di essersi sentito molto assonnato sul posto di lavoro, e in un momento in cui la cultura del sovraffaticamento lavorativo non fa che peggiorare, pare logico che la perdita del sonno abbia ricadute serie sull'economia collettiva.
E infatti è così: secondo uno studio australiano la mancanza di sonno sarebbe responsabile di un calo del PIL dello 0,8%. Se lo stesso dovesse valere per gli Stati Uniti, considerato che nel 2013 il prodotto interno lordo reale è aumentato solo dell'1,9%, si potrebbe parlare di un effetto significativo.
Quando si tratta di trovare soluzioni per la crescita economica, i nostri leader sembrano spesso addormentarsi al volante, ma a dare una bella scossa all'economia potremmo essere tutti noi, semplicemente infilandoci sotto le coperte.
Vi consiglio anzi un modo per cominciare: accendete la televisione, scegliete un qualsiasi talk show di attualità, e ascoltate quel che al giorno d'oggi viene spacciato per dibattito politico. Sarete sulla buona strada per fare la vostra parte in un programma nazionale di promozione del sonno.


Arianna Huffington