Quando
e cominciata la crisi del maschio italiano ? Per me è iniziata da
quando sono stati vietati i duelli ! Ve l'immaginate l'atmosfera
del duello ? Due uomini che si sfidano per ripulire un'onta,
un'offesa, un'infamia subita. L'irrefrenabile necessità di far
trionfare il rispetto, la buona regola di comportamento, la
correttezza. E da un certo punto di vista, dal punto di vista degli
uomini del secolo scorso, la necessità di far rispettare anche la
legalità. Poi sappiamo benissimo che di legalità proprio non
possiamo parlare, perchè i duelli sono sempre stati vietati.
Tollerati spesso, ma vietati sempre, (leggi nota a piè di pagina).
Poi
la regola di demandare ad un'autorità superiore tutte queste
funzioni sacrosante, ha inevitabilmente sminuito il maschio di quella
che potrebbe sembrare un'inutile prerogativa, ma che poi tanto
inutile non è ! E cioè la naturale predisposizione del maschio
alla costruzione e al mantenimento di un equilibrio sociale, di una
micro-cella di società composita, dove svariati individui vivono,
lavorano, si riproducono.
L'uomo
è un'animale sociale, quindi riconosce l'autorità, il leader, la
scala gerarchica e il branco. Perdonatemi il paragone magari poco
elegante, ma l'uomo è come il cane : un animale sociale appunto.
Perchè il cane rimane al guinzaglio ? Proprio perchè riconosce
l'autorità. Provate a mettere un guinzaglio ad un gatto, che
invece è un animale solitario ; fareste un grosso buco nell'acqua,
proprio perchè il gatto non vuole stare al guinzaglio, non vuole
rimanere assoggettato alla volontà altrui.
Al
giorno d'oggi, dove la società è sempre più multicolorata e
multietnica, e dove l'autorità assume sempre di più la mera
funzione di esattore delle tasse, chissà perchè viviamo il
cosiddetto “periodo di degrado sociale”, quel periodo di
decadimento dei valori e di scadimento della morale.
Che
c'azzecca col maschio italiano, che si è debosciato, mi direte Voi ?
C'entra c'entra, per il semplicissimo fatto che mancando valori,
riferimenti, punti fermi nella vita di ognuno, il più complesso e
intelligente degli animali sociali, perde la bussola, fatica a capire
che cosa è giusto e che cosa no, e soprattutto, quello che
interesserà forse alle lettrici femmine, perde anche il gusto del
piacere.
Il
maschio quindi deve essere “ribelle”, deve in qualche maniera
rivoltarsi ad un'ordine precostituito, perchè egli stesso sente di
poter essere contributore attivo di un ordine, mentre ne è
attualmente una semplice pedina, un elemento passivo in balia' delle
decisioni e degli ordini altrui, che spesso e volentieri scaturiscono
da soli interessi particolaristici e non generali.
Il
duello era proprio quell'elemento di unione tra il maschio e la
società, e noi in Italia abbiamo spesso disquisito su questo
argomento.
O
meglio abbiamo cercato di darli un ordinamento, tanto per cambiare, e
tra i primi ci pensò proprio un italiano, tale Jacopo Gelli, con il
suo Codice Cavalleresco, sul quale se qualcuno vuole saperne di più,
vi è un link alla fine del post.
Chissà
perchè ma è proprio una mania italiana quella di regolare e
codicizzare tutto.
Ora
parlare di duello fa solamente sorridere, ma non era certo così ai
tempi del buon Jacopo Gelli !
Rimane
solamente il mondo militare, che per tanti aspetti dell'onore e della
fedeltà alla nazione, si rifà al codice cavalleresco. Ed è
proprio lo stato, quell'entità più o meno astratta, (la cosa è
soggettiva), che esige la vita, non solo del militare, ma, badate
bene, di tutti noi cittadini.
Per
difenderlo o per riparare ad un'onta subita, lo stato ci chiede anche
la nostra vita.
Buon
pro vi facciano le righe che seguono.
In Italia tale particolarissimo obbligo giuridico -non solo morale- discende da una precisa norma di legge: infatti l'art. 9 "Doveri attinenti al Giuramento" del Regolamento di Disciplina Militare (DPR 18 luglio 1986, n. 545, regolamento di esecuzione della legge 11 luglio 1978, n. 382) recita
- "Con il giuramento il militare di ogni grado s'impegna solennemente ad operare per l'assolvimento dei compiti istituzionali delle Forze armate con assoluta fedeltà alle istituzioni repubblicane, con disciplina ed onore, con senso di responsabilità e consapevole partecipazione, senza risparmio di energie fisiche, morali ed intellettuali, affrontando, se necessario, anche il rischio di sacrificare la vita.
- L'assoluta fedeltà alle istituzioni repubblicane è il
fondamento dei doveri del militare". Si rifletta che questa
previsione normativa è l'unica dell'ordinamento dello Stato che si
arroga il potere di chiedere, se necessario, il sacrificio della
vita. È l'altissima missione cui è preposto il militare che
giustifica una norma così eccezionale, che trae la sua legittimità
da un altro principio etico, quello formulato dal 1^ comma dell'art.
52 della Costituzione: "La difesa della Patria è sacro dovere
del cittadino". È l'unica occasione in cui è stato usato
l'aggettivo "sacro" nella stesura della Carta
fondamentale.
Link Codice Gelli :
http://www.documentacatholicaomnia.eu/03d/1926-1926,_Banti._AG,_Codice_Cavallersco_Italiano,_IT.pdf
Link Jacopo Gelli : http://it.wikipedia.org/wiki/Jacopo_Gelli