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domenica 26 febbraio 2017

AAA affittasi paese. Il boom dell'home sharing.

Le vacanze stanno arrivando e chi volesse fare a meno di prenotare la solita pensione al mare, oggi sul Web trova le alternative più esotiche. Vi sono possibilità per tutte le tasche: dal materasso in soggiorno alla barca in Grecia, dalla casa sull'albero al castello in Scozia.
Se prima si poteva pensare che il ragazzo che affittava la tenda di fronte all'Apple Store su Airbnb fosse il più originale, oggi i fatti lasciano intendere che la realtà supera l'immaginazione e che ogni giorno nuove idee riaprono la sfida per la vacanza più originale.
I siti di "home sharing", (letteralmente " condivisione della casa"), stanno spopolando sempre di più, anche se a volte lasciano interdetti di fronte alle abitazioni più assurde e alle offerte più costose. Prendiamo ad esempio proprio Airbnb: se da un lato sta facendo di tutto per creare certezza sull'identità sia dell'affittuario che dell'affittante, con tre livelli di sicurezza, (numero di telefono, profilo Facebook e carta d'identità), dall'altro nulla fa per ridurre la stranezza di certi alloggi, anzi, questa è motivo di vanto, nonché di pubblicità.
Nel 2011 il sito ha affittato il principato del Liechtenstein per "soli" 70.000 dollari a notte, incluso il catering e un servizio di "basic branding". Si proponeva cioè di vendere l'originalità e l'autenticità del luogo e l'ospitalità degli abitanti. In questa formula era contenuta la possibilità di assegnare un nome diverso alle strade, così come quella di stampare la propria banconota (temporanea), con tanto di faccia sopra. Si poteva scegliere di ricevere il benvenuto con una festa medioevale, piuttosto che con la consegna delle chiavi della città da parte del sindaco.
Airbnb lavora però anche su scala più piccola; per esempio, nel 2010, grazie alla partnership con Rent a Village, Airbnb vantava tra le sue opzioni ben sei villaggi in Austria, tre in Germania e uno sky resort in Svizzera. Per i più coraggiosi all'acquario di Parigi c'è una simpatica stanzetta con gli squali come vicini di casa; 35 metri quadri all'interno di una vasca con 35 squali. Tra le regole sul soggiorno: "meglio tenere braccia e gambe ben all'interno del letto, non si sa mai".
In Kenya invece si può vivere insieme alle giraffe, vicine di casa tanto socievoli quanto invadenti, visto che allungano volentieri il collo attraverso la finestra per farvi compagnia durante la colazione. Il prezzo? 500 dollari a notte.
In Australia è possibile affittare una cava con circa 190 dollari a notte e un certo Steve offre un angolo del suo giardino in Napa, la famosa regione del vino: 80 dollari a notte, incluso il parcheggio e la possibilità di dormire tra i suoi attrezzi e il suo tavolo da picnic. Per 15 dollari in più prepara anche la colazione. Chiaramente, la tenda non è inclusa nel prezzo.
E per concludere in bellezza è possibile anche affittare un'isola: meglio in Irlanda o nelle Filippine?
La domanda vera però è: ma queste isole, queste location così assurde, hanno successo? Se si decidesse di fare un investimento e di costruire una casa a forma di cane, piuttosto che di delfino, saremmo inondati da richieste di persone che vorrebbero passarci una notte?
Difficile a dirsi: infatti per alcune di queste abitazioni ci sono liste di attesa lunghissime, mentre altre difficilmente vengono scelte. La stranezza delle abitazioni è d'altronde un po' un ossimoro, se si pensa che l'idea originaria dell'home sharing era quella di far sentire a casa anche dall'altra parte del mondo, di vivere un'esperienza autentica, come se quella città, quella via, quell'appartamento fossero davvero casa propria.
Tuttavia funziona: la casa a forma di fungo ha una lista di attesa di quasi un anno. D'altronde chi non sogna fin da bambino di vivere come i puffi o quanto meno in una casa sull'albero? Forse è il caso di affittare quella costruita per i propri figli in giardino.


domenica 12 febbraio 2017

Il valore della dottrina di Buddha.

Si sente fare sempre la domanda, se quell'antica concezione del mondo dia la possibilità di un'applicazione utile nel presente. A ciò si è dato anzitutto risposta con un vigoroso si, giacché è da tempo noto, che seri e gagliardi seguaci, già da una serie di anni si volgono all'oriente e là, nell'odierna patria attuale della disciplina e dell'osservanza ancora conservata, a Ceylon o nell'India posteriore, entrano nell'ordine, divengono regolari monaci e asceti: e più d'uno così, come io ho personalmente sperimentato, è morto là lietamente, dopo essere diventato anche “uno dei santi".
Sulla reale efficacia della parola del Maestro nel presente presso di noi, non può esservi dunque oggi alcuna questione, se anche naturalmente il suo valore, secondo il punto da cui si guarda, apparirà come vacuo e nullo o come alto e sublime, come dannoso e folle o come incomparabile. Tali concetti di valore sono però, a quanto mi pare, poco appropriati ad una disamina e discussione generale. Su tali questioni non si è mai raggiunto e non si raggiungerà mai, in nessun tempo e luogo, un unico giudizio, ancor meno che sopra una musica od una pittura.
La pietra di paragone in tali criteri di valore è sempre diversa secondo il diverso grado di durezza e deve perciò, per quanto corrisponde a uomini discreti od alla loro esperienza, essere lasciata alla scelta di ogni singolo. La circostanza però, della quale noi qui ci dobbiamo occupare e che si lascia quasi sempre da parte o si considera solo fuggevolmente, sta fuori di tali prove di esperienza personale.
Noi dobbiamo qui fare solo il tentativo, se ci può riuscire, di imparare a comprendere quella concezione del mondo come una intuizione o un'arte puramente indiana. Questa sarebbe la ricompensa della fatica nell'esame e nel travaglio, richiedenti tanto tempo e tanta cura, dei nostri antichi testi. Quelli, a cui essi non ricompensano un sì costoso dispendio, può anche, se proprio vuole avere ed esprimere un'opinione sulla nostra dottrina, appigliarsi ad opere più maneggevoli, di cui da un pezzo non c'è mancanza: sia l'eccellente Catechismo buddhistico di Subhadra Bhikshu, od il magnifico e raccomandabile più di ogni altro, Buddha di Oldenberg, che da tanti anni è il fondamento di ogni vera ricerca esatta e si rinnova sempre in successive edizioni.
Ma i testi originali stessi sono poco atti a farsi trasformare subito in un utile praticamente applicabile, per questo essi sono troppo duri. Due millenni ci separano da essi e dalla loro forma in maniera d'espressione. E ciò che rende l'intelligenza anche più difficile, ci sta di mezzo uno strato quasi impenetrabile di civiltà straniera. Come potrebbero percepirsi di nuovo presso di noi quei suoni e quelle voci lontane, svanite, così come realmente risuonano sulla propria terra? Siccome, così come stanno le cose, quasi manca un mezzo risonante, la possibilità di un'eco è esclusa quasi come la propagazione del suono dal sole alla terra, che pure si potrebbe raggiungere in poco più di 14 anni.
Pertanto non si può parlare di utilizzazione pratica di questi nostri pezzi sperduti dal mondo. Si deve accontentarsi, se tra i sordi pilastri si trova un Memnone e se con infaticabile lavoro ed esercizio si superano forse gli ostacoli e si scoprono ed acquistano i mezzi per incanalare quelle voci del passato sul nostro presente; in modo che l'uditore possa sentirne l'arte profonda ed i delicati prodotti del messaggio. Ma non perciò bisogna aspettarsi a guisa di apostoli una generale conversazione del mondo.
Lo stesso Gotamo ha parlato sempre e solo ai singoli, non si è mai rivolto al popolo od alla folla. Dopo che la parola vivente dell'asceta e pensatore Sakyo era ammutolita e spenta da più di 20 secoli, dopo che sul breve magnifico mezzodi è scesa la lunga pallida notte dell'oblio, oggi la parola irrigidita, se anche comincia di nuovo a risuonare, non può certo risvegliare interamente a nuova vita quella svanita civiltà, con le sue superiori cognizioni spirituali e come entusiasti immaginano, a trarci in ringiovanita forma moderna: i contemporanei delle automobili e degli aeroplani, anche con la più grande fretta e con la migliore volontà, non potrebbero avere perciò udito né trovare ozio bastevole; astraendo del resto dal fatto che le fantasticherie e le donchisciotterie di una conversione universale sono da piccoli borghesi, infantili, bamboleggianti e niente affatto conformi alla dottrina.
Il discepolo di Gotamo lasciava il mondo esser mondo, intatto da ciò che si dice. O similmente si può anche oggi ed in avvenire fare il tentativo, di imparare a comprendere quello spirito mediante le sue classiche testimonianze. Queste però si mostreranno accessibili a colui, che ha per esse disposizioni e le sa sviluppare: non altrimenti come uno cura il suo Shakespeare, un altro il suo Bach, un terzo disegna carte del pianeta Marte, ed un altro cuoce sostanze da iniezioni.
In parole nette: quella concezione del modo è divenuto una scienza per noi. Che certo ne possa insieme cascare ogni sorta di cose adoperabili per il caro povero popolo, è una favorevole manifestazione concomitante, la semplice ombra della cosa, ed invero un'ombra gigantesca, anzi propriamente un'ombra della terra, il riguardo dei milioni di sempre rinnovati concorrenti, concomitanti e seguaci nelle 10 regioni dell'universo.
Con la cosa stessa però, con la nostra "Cosa in sé" per dire così, anche nel caso migliore avrà da fare solo qualche raro uno od un altro, sia egli diretto verso la scienza, l'arte o la santità. Ciò basta. Io penso che vi sia una tale possibilità per chi voglia seriamente sforzarsi, ciò basta mostrare quel che anche noi abbiamo ereditato dai tesori. Chi però volesse fare numericamente il conto del possibile utile, potrebbe facilmente seguendo l'esempio di Giovanni l'eremita, nello Speculum pastorum, calcolare quale risultato si otterrebbe con l'ipotesi non certo esagerata, che un uomo per 20 anni ogni anno guidasse con l'esempio e la dottrina solo un altro uomo alla retta opinione, ed ognuno di questi annualmente solo un altro e questo di nuovo se ne portasse un altro sulla retta via.
Da cui si dedurrebbe, col lapis alla mano, che il numero dei promossi in questa guisa, partendo da un solo promovente e nella minima misura, dopo 20 anni supererebbe già il milione. Ma noi qui non ci esercitiamo in statistica né in allotria.


K. E. Neumann

domenica 5 febbraio 2017

Sulla rotta di Amundsen ecco la crociera al polo Nord.

Quest'estate la nave da crociera di lusso Crystal Serenity andrà alla conquista del Polo Nord percorrendo quel passaggio a Nord-Ovest, collegamento fra l'oceano Atlantico e il Pacifico, aperto all'alba del 1900 dall'esploratore norvegese Roald Amundsen, dopo tre anni di navigazione nelle acque gelide del Mare Artico, imprigionate tra i ghiacci.
Soltanto nel 1944 una nave lo ripercorse in un anno. Quest'estate la Crystal Serenity, lunga all'incirca 250 metri, 13 ponti, che ospita anche un casinò, un cinema-teatro, sei ristoranti è un campo per la pratica del Golfo, ha progettato di farcela in un mese.
Il viaggio organizzato dalla Crystal Cruises Llc, con base a Los Angeles, è andato esaurito in tre settimane, con un migliaio di aspiranti passeggeri disposti a pagare 22.000 dollari ciascuno, (all'incirca 19.600 euro), extra esclusi, fra i quali il giro in elicottero lungo la rotta (4000 dollari, 3500 euro) o l'escursione di tre giorni alla scoperta del ghiacciaio Eqip Sermia in Groenlandia (6mila dollari, 5,3mila euro).
Da quel viaggio di Amundsen, sono state circa 200 le navi che hanno percorso quelle 900 miglia, ma la maggior parte di loro l'hanno fatto soltanto nell'ultimo decennio, dal momento che il riscaldamento degli oceani ha ridotto la calotta di ghiaccio per un tempo più lungo durante i mesi estivi.
Lo scorso agosto, la superficie di ghiaccio intorno al circolo polare Artico è stata del 30% in meno rispetto a quella di 25 anni fa, secondo i dati forniti dalla stazione nazionale del Colorado.
Verso la metà degli anni 1990, una media di quattro navi effettuavano questa crociera ogni anno; 13 nel 2013 e l'estate scorsa sono state circa 20. La maggior parte del traffico è costituito da piccole navi cargo per servizi alle comunità lungo il percorso. Piccole imbarcazioni da diporto fanno piccole gite. Nell'agosto 2012, una nave con 481 passeggeri, tra i quali molti residenti di questi luoghi, è transitata nel mese di agosto.
Il transatlantico Crystal Serenity sarà la più grande nave a tentare il viaggio da New York City a Anchorage in Alaska. E sarà il primo per numero di turisti. La domanda è stata così alta, che la Crystal Cruises sta già progettando una seconda crociera per il 2017.
Jeff Hutchinson, vice commissario alla guardia costiera canadese è soddisfatto, perché la nave Serenity ha fatto una pianificazione adeguata per il viaggio. Altri sono preoccupati che possa arrivare un aumento del traffico prima che la regione sia pronta.
L'aumento del traffico nella regione si è già tradotto in più alti tassi di incidenti. Un rapporto di Allianz di marzo, ne ha censiti più di 70 nelle acque del circolo polare artico nel 2015, il 30% in più sull'anno prima.
La manciata di nazioni intorno all'Artico, sono tra le prime a voler capire come gestire le acque da poco navigabili. Solo il 10% del passaggio a Nord-Ovest è stato correttamente normato con accordi fra Usa e Canada. Porti che possono ospitare una nave delle dimensioni della Crystal Serenity in caso di emergenza, sono limitati sulla rotta, così come lo risorse per un'eventuale salvataggio.
Nell'agosto 2010, una nave da crociera molto più piccola, con 200 passeggeri e membri dell'equipaggio a bordo, si è arenata a 55 miglia marine dalla terra. Ci sono voluti due giorni alla guardia costiera canadese, per arrivare a recuperare le persone su scialuppe di salvataggio.
E gli ambientalisti sostengono che non ci sono risorse per far fronte a eventuali fuoriuscite di petrolio dalle navi e per il monitoraggio del rispetto delle normative ambientali. Crystal Cruises ha lavorato su questo progetto per più di 18 mesi e ha implementato le precauzioni per assicurare la sicurezza di ospiti e equipaggio e per tutelare l'ambiente: sarà scortata da una nave che potrà anche rompere il ghiaccio, se necessario, avrà due elicotteri ed è dotata di radar per il rilevamento del ghiaccio e altri pericoli di notte.

Simonetta Scarane