Le
vacanze stanno arrivando e chi volesse fare a meno di prenotare la
solita pensione al mare, oggi sul Web trova le alternative più
esotiche. Vi sono possibilità per tutte le tasche: dal materasso in
soggiorno alla barca in Grecia, dalla casa sull'albero al castello in
Scozia.
Se
prima si poteva pensare che il ragazzo che affittava la tenda di
fronte all'Apple Store su Airbnb fosse il più originale, oggi i
fatti lasciano intendere che la realtà supera l'immaginazione e che
ogni giorno nuove idee riaprono la sfida per la vacanza più
originale.
I
siti di "home sharing", (letteralmente " condivisione
della casa"), stanno spopolando sempre di più, anche se a volte
lasciano interdetti di fronte alle abitazioni più assurde e alle
offerte più costose. Prendiamo ad esempio proprio Airbnb: se da un
lato sta facendo di tutto per creare certezza sull'identità sia
dell'affittuario che dell'affittante, con tre livelli di sicurezza,
(numero di telefono, profilo Facebook e carta d'identità),
dall'altro nulla fa per ridurre la stranezza di certi alloggi, anzi,
questa è motivo di vanto, nonché di pubblicità.
Nel
2011 il sito ha affittato il principato del Liechtenstein per "soli"
70.000 dollari a notte, incluso il catering e un servizio di "basic
branding". Si proponeva cioè di vendere l'originalità e
l'autenticità del luogo e l'ospitalità degli abitanti. In questa
formula era contenuta la possibilità di assegnare un nome diverso
alle strade, così come quella di stampare la propria banconota
(temporanea), con tanto di faccia sopra. Si poteva scegliere di
ricevere il benvenuto con una festa medioevale, piuttosto che con la
consegna delle chiavi della città da parte del sindaco.
Airbnb
lavora però anche su scala più piccola; per esempio, nel 2010,
grazie alla partnership con Rent a Village, Airbnb vantava tra le sue
opzioni ben sei villaggi in Austria, tre in Germania e uno sky resort
in Svizzera. Per i più coraggiosi all'acquario di Parigi c'è una
simpatica stanzetta con gli squali come vicini di casa; 35 metri
quadri all'interno di una vasca con 35 squali. Tra le regole sul
soggiorno: "meglio tenere braccia e gambe ben all'interno del
letto, non si sa mai".
In
Kenya invece si può vivere insieme alle giraffe, vicine di casa
tanto socievoli quanto invadenti, visto che allungano volentieri il
collo attraverso la finestra per farvi compagnia durante la
colazione. Il prezzo? 500 dollari a notte.
In
Australia è possibile affittare una cava con circa 190 dollari a
notte e un certo Steve offre un angolo del suo giardino in Napa, la
famosa regione del vino: 80 dollari a notte, incluso il parcheggio e
la possibilità di dormire tra i suoi attrezzi e il suo tavolo da
picnic. Per 15 dollari in più prepara anche la colazione.
Chiaramente, la tenda non è inclusa nel prezzo.
E
per concludere in bellezza è possibile anche affittare un'isola:
meglio in Irlanda o nelle Filippine?
La
domanda vera però è: ma queste isole, queste location così
assurde, hanno successo? Se si decidesse di fare un investimento e di
costruire una casa a forma di cane, piuttosto che di delfino, saremmo
inondati da richieste di persone che vorrebbero passarci una notte?
Difficile
a dirsi: infatti per alcune di queste abitazioni ci sono liste di
attesa lunghissime, mentre altre difficilmente vengono scelte. La
stranezza delle abitazioni è d'altronde un po' un ossimoro, se si
pensa che l'idea originaria dell'home sharing era quella di far
sentire a casa anche dall'altra parte del mondo, di vivere
un'esperienza autentica, come se quella città, quella via,
quell'appartamento fossero davvero casa propria.
Tuttavia
funziona: la casa a forma di fungo ha una lista di attesa di quasi un
anno. D'altronde chi non sogna fin da bambino di vivere come i puffi
o quanto meno in una casa sull'albero? Forse è il caso di affittare
quella costruita per i propri figli in giardino.
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