Anche
i sentimenti si ereditano, se è vero che la gelosia è, almeno in
parte, scritta nei nostri geni. Secondo uno studio pubblicato su Twin
Research and Human Genetics,
rivista scientifica dell'Università di Cambridge e realizzato da un
team di ricercatori svedesi, la Sindrome
di Otello
è per circa un terzo questione di ereditarietà, e ha due facce, una
maschile e una femminile.
Lo
studio è stato condotto su 3197 coppie di gemelli, di cui un gruppo
era di monozigoti, nati cioè con un identico patrimonio genetico, e
per questo spesso osservati dalla scienza per tentare di stabilire,
quanto l'ambiente influisca sullo sviluppo del comportamento di una
persona e quanto si è invece determinato per via genetica.
I
ricercatori hanno chiesto ai gemelli quanto si sentissero disturbati,
in una scala da 1 a 10, dall'idea che il proprio partner avesse avuto
una scappatella di una sola notte, oppure si fosse invaghito di
un'altra persona.
Risultato
: gli uomini più delle donne erano infastiditi dall'idea che il
proprio partner avesse fatto sesso con un'altra persona, anche solo
per una volta. "Lo studio evidenzia che gli uomini provano un
maggior grado di gelosia sessuale rispetto alle donne",
sottolinea Hasse Walum, ricercatore dell'Università medica
Karolinska Institutet e primo firmatario dello studio, in cui sono
state fornite anche le stime del grado di ereditàbilità dei due
tipi di gelosia : "Si deve ai geni il 32% dei fattori relativi
alla gelosia di tipo sessuale, mentre per quella sentimentale i geni
influiscono per un 26%", spiega Walum.
Supponendo
che i condizionamenti familiari abbiano agito in modo simile in tutti
i gruppi di gemelli, una maggiore concordanza di risposte nel gruppo
degli omozigoti, è stata considerata come un effetto dei geni.
Il
risultato dello studio sembra confermare l'interpretazione
evoluzionista, secondo cui la gelosia ha aspetti "sessuati",
perché negli uomini agirebbe la volontà di assicurarsi la
trasmissione dei propri geni, mentre sulle donne, non tormentate
dalla stessa incertezza riproduttiva, (Mater
semper certa,
dicevano i latini), peserebbe di più l'intenzione di garantire per
il futuro cure e risorse per la prole.
Certo
l'ambiente, inteso come contesto socio-culturale, è comunque il
principale "veicolo di diffusione" della gelosia, che però
sembra avere anche solide basi biologiche, se si pensa che in alcune
patologie come morbo di Parkinson e schizofrenia, sono comuni forti
manifestazioni di gelosia. Che si origina in una specifica area del
cervello, secondo una ricerca dell'Università di Pisa : "Principale
indiziato per la generazione delle forme più acute di gelosia, è
uno squilibrio dei circuiti di serotonina e dopamina nella corteccia
pre-frontale", spiega Liliana Dell'Osso, direttore della clinica
psichiatrica dell'Università di Pisa e coautrice dello studio.
"Ma
i geni non sono il destino", specifica la docente, "avere
nel proprio DNA determinati geni, non significa che automaticamente
si svilupperà una patologia, tanto meno un determinato
comportamento. La componente genetica viene innescata da fattori
scatenanti, che possono essere dei più vari, tant'è che per
analogia al concetto di genoma, (l'intero patrimonio genetico), si
parla di "esposoma", per indicare l'insieme dei
condizionamenti ambientali a cui si è esposti nel corso della vita,
dallo stress lavorativo familiare alla risposta immunitaria, dall'uso
di alcol e droghe alle sostanze chimiche con cui si entra in contatto
attraverso aria, acqua, alimentazione, fumo, droghe, farmaci
eccetera".
Ma
è anche un fatto di misure : "Una dose minima di gelosia è
considerata fisiologica e un po' afrodisiaca", sostiene Roberto
Bernorio, sessuologo dell'associazione Aispa. "Ma attenzione a
non cadere nella sindrome di Sherlok Holmes", avverte lo
specialista, "oggi la tecnologia da un'inedita capacità di
controllo : possiamo vedere la cronologia dei siti visitati,
sbirciare la posta del partner o i suoi SMS, gli scambi di battute su
una chat. Tutto ciò può indurre o amplificare un circuito di
pensiero ossessivo", osserva Bernorio.
Quando
però si supera il limite di una condizione considerata normale "si
riscontra una caratteristica : l'incoercibilità, cioè
l'impossibilità di convincere, nonostante le evidenze, che la
percezione di essere traditi è infondata".
Gina Pavone
Nessun commento:
Posta un commento