Questo pezzo
merita attenzione se non altro per l'autorevole firma e l'originalità
della “lettera scritta ad un figlio che deve nascere”. Ma non ne
condivido il tenore, e cioè il fatto che una donna sbagli a
prescindere nella sua scelta di fare hard. E' uno strascico della
catto-cultura itagliota al quale tanti intellettuali nostrani
stentano a staccarsi. Fare hard non è un “mestiere” come gli
altri, ma è pur sempre un modo per tirare avanti, e può essere
estremamente più piacevole che non lavorare in fabbrica. Una donna
che decide di farlo, lo fa consapevolmente. Basta con la questione
dello sfruttamento, della necessità per denaro, della mancanza di
cultura. Sono motivi che non funzionavano quarant'anni fa e oggi,
2014, benchè meno. A parte questa parentesi, la lettura è
interessante.
Sdraiata
sul lettino dell'ecografo, la gelatina fredda spalmata sulla lieve
protuberanza della pancia, Aurora vide, e ascoltò, per la prima
volta, il battito del cuore del bambino che portava dentro.
Fu
in quel momento che Aurora vide scorrere su quel monitor, insieme con
il nebuloso profilo del figlio, il film del proprio passato. Un film
di porno hard. Perché lei, Aurora
Snow,
è stata una stella del cosiddetto "cinema per adulti" e le
foto, le clip, i lungometraggi del suo lavoro sono disponibili
ovunque, dalle stanze d'albergo ad ogni tablet o smartphone.
Nei
primi anni 2000 aveva vinto premi per il porno nella categoria
"Migliore sesso a tre" e "Migliore orgia", con
altre sottocategorie più dettagliate che vi lascio immaginare.
È
stato allora, uscendo dallo studio di radiologia in settembre, che si
rese conto che quel bambino, diventato ragazzo, si sarebbe
inevitabilmente imbattuto anche senza volerlo nel lavoro della sua
mamma, perché nella memoria totale di Internet, tutto esisterà per
sempre e nessun peccato potrà mai essere perdonato.
Decise
allora di giocare d'anticipo e di scrivere a quel futuro uomo : la
lettera al figlio di una pornostar. "Caro figlio, voglio che tu
sappia da me, e non da amici o per caso, che cosa e chi sia stata tua
madre".
"A
18 anni ero una brava studentessa all'Università della California a
Irvine, ma non avevo un centesimo. Mi ero indebitata per la retta e
per mantenermi, perché i tuoi nomi erano poveri. Quando vidi
l'annuncio su un giornale che offriva 2000 dollari al giorno per
posare nuda, corsi ai provini. Mi spaventava soltanto il timore di
non essere abbastanza sexy, in mezzo a tutte quelle stupende ragazze,
perché ero sempre insicura, ma piacqui".
I
2000 al giorno per foto di nudo diventarono 5000 al giorno quando
accettò di fare sesso davanti a una cinepresa. Aveva 19 anni nel
2000 e nessun altra occupazione avrebbe potuto pagare cifre del
genere senza saper fare nulla, se non quello che più o meno bene
tutti sappiamo fare. "Mi sentivo padrona del mondo, libera, e il
pensiero di avere figli e una famiglia mi faceva ridere".
Ma
qualche anno dopo il premio per "Migliore attrice protagonista
in un'orgia" del 2003, accadde un episodio apparentemente
lontano da lei. Uno zio ebbe un gravissimo incidente in moto che lo
mise fuori uso, fra ospedale e riabilitazione, per tre anni. Lo zio
era vedovo, aveva due figli piccoli e in famiglia non c'era nessun
altro che avesse i soldi per mantenere quei bambini. Così Aurora, la
regina delle ammucchiate, la stella del porno, si scoprì a zompare
dai materassi degli studios ai compiti a casa, ai gemiti artificiali
ai pianti per le coliche vere, agli incontri con gli insegnanti, alle
corse dal pediatra, per curarsi di due bambini.
"Scoprii
allora - scrive al figlio non ancora nato - che non soltanto non mi
pesava quella vita da madre di famiglia, ma che mi piaceva e mi
appassionava molto di più di quello che facevo nel mio lavoro.
Sentii che avrei voluto più di ogni altra cosa diventare io stessa
madre, avere una famiglia, un amore mio, non da film.
Ma
chi avrebbe mai voluto una donna di ormai quasi trent'anni, con più
di 10 anni di porno hard alle spalle e le sequenze di lei in ogni
posa e porcheria immaginabile, visibile a tutti in ogni stanza
d'albergo e in ogni computer ?".
Lo
trovò. Era un ragazzo di campagna, arrivato a Los Angeles per
studiare e che si era buttato nell'industria del porno non come
attore, ma come assistente e uomo di fatica.
Lui
le disse semplicemente: "Devi soltanto smettere. Pigia il
bottone di eject, come i piloti negli aerei e io ti raccoglierò
mentre cadi".
"Sarebbe
troppo facile e ipocrita per me dirti adesso che ho sbagliato, ma ti
dico una cosa diversa, figlio mio. Nella tua vita farai le tue
scelte, come io feci le mie, ma non perderai mai il mio amore come io
non persi quello di tua nonna, quando un conoscente le portò una
videocassetta con un mio film. Però devi sapere che ogni scelta ha
conseguenze, che le tue decisioni ti seguiranno per tutta la vita e
che la strada più facile che hai davanti e spesso la più sbagliata.
Ma che è possibile, se lo vuoi davvero, ricominciare. I love you".
Il
bambino nascerà il prossimo dicembre.
Vittorio
Zucconi
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