Nelle
scorse settimane ha fatto grande scandalo e generato una valanga di
articoli, post, twittate, instagrammate e chi più ne ha più ne
metta, l'apparizione degli immarcescibile Madonna Louise Ciccone, in
un abito più che succinto sul red carpet, peraltro kitsch alquanto,
dell'ormai inevitabile gala del Met, a New York.
La
signora che ormai da tempo esplora senza pudori e senza tabù gli
anta, rimanendo sempre sostanzialmente fedele al proprio personaggio
di provocatrice, che con i clichè del sesso ci gioca e si diverte,
s'è presentata al pubblico, su per giù conciata come un incrocio
tra Cicciolina e Morticia Addams: tiara diamantata sulle ventitrè,
nero da capo a piedi - di pizzo degno di una vedova sicula, o di una
ballerina di flamenco - e poi seni e glutei generosamente in mostra,
per quanto velati.
La
levata di scudi è stata unanime e ha stigmatizzato la scelta poco
felice di esibire in maniera così plateale e sfrontata un corpo che,
per quanto curato e scolpito, mostra ormai inevitabilmente i segni
del tempo che passa.
A
sorpresa, la signora Ciccone, ha reagito da par suo e messo in
evidenza come il suo look fosse una dichiarazione di intenti estetica
e politica, sottolineando come i commenti negativi e gli sfottò,
dimostrino quanto ancora sessista sia una società per la quale una
donna, dopo una certa età, non si può più esprimere attraverso
abiti provocanti o stravaganti.
Madonna
agita lo spettro dell'ageismo - la discriminazione sulla base
dell'età - e ancora una volta fa centro. Dubbio gusto a parte -
l'abito in effetti era una carnevalata, come un po' tutte le mise
degli intervenuti alla serata - ha davvero senso oggi che si celebra
il culto della più sfrenata individualità e che si accetta che
tutto va bene, imporre cosa indossare e come a una donna, in base
agli anni che ha sul groppone?
Noi
donne non più teenager, dobbiamo per forza soccombere alle mise
penitenziali? E perché mai poi? La moda ormai da tempo ha allargato
i confini del lecito, celebrando bellezze particolari e tutte le
fasce di età. Il pluralismo è benvenuto. Ricordando che divertirsi
con l'immagine è lecito, perché alla fine sono solo vestiti.
Alberta
Marzotto
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