In
foggia di villa mediterranea fortificata, con torri, spalti, muri
stuccati, tegole e cancelli di ferro battuto, dalla casa di Tristan
si vede il mare all'infinito e il sole sorgere dalle acque oltre le
dune.
È
uno fortunato, Tristan, anche perché la sua piccola rocca gli è
costata appena 50mila dollari, un affare per il mercato immobiliare
della Florida.
Anzi,
in realtà non gli è costato neppure quelli, perché Tristan, di
suo, non ha un centesimo. Situazione che sarebbe difficile per altri,
ma non per lui, che è un cane. Tristan, un barboncino bianco, è
soltanto uno di quegli animali che negli Stati Uniti, e non soltanto
negli Stati Uniti, entrano nella classifica delle creature più
fortunate del mondo, quei cani, gatti, cavalli, pesci, uccelli che
confermano una regola tanto scandalosa quanto ferrea della vita, che
"dove nasci" è molto più importante di chi sei e di che
cosa sai fare.
Lui
è soltanto un piccolissimo cittadino di un regno che costa ormai i
quasi 60 miliardi di dollari all'anno spesi negli USA per nutrire,
accudire, curare e viziare quelli animali domestici che sono adottati
da "genitori" - così vanno chiamati oggi i padroni - con
abbastanza soldi da rovesciare su di loro. E, in realtà, su se
stessi.
È
ovvio che a Tristan l'architettura della casa importi assolutamente
nulla, perché i barboncini, per quanto svegli, raramente sanno
distinguere fra lo stile mediterraneo, il neogotico, il coloniale o
un wigwam indiano di pelli e stecchi. Se dipendesse da lui,
scommetterei che preferirebbe dormire nel letto della padrona, voglio
dire mamma, impeluccandolo. Ma la slavina di soldi e di cura che i
"genitori" degli animali riversano su di loro, sono in
realtà tributi alla vanità di chi li spende.
Nella
"Casa di Pietra", una grande villa del New Jersey nella
città di Alpine, a ovest di New York, i proprietari, (della villa),
hanno fatto costruire accanto alle loro, una mini doccia
perfettamente piastrellata per il loro Griffone, che nonostante il
nome è un simpatico cagnetto dalle modeste dimensioni. In Florida,
funziona un "resort", un albergo di ultra lusso per
cavalli, dove gli animali possono svernare in ampie residenze che
chiamare stalle sarebbe un'offesa, per 16.000 dollari al mese, aria
condizionata compresa.
Cavalli
fortunati, ma proletari se paragonati a Tapit, lo stallone bianco,
bellissimo, il cui solo compito nella vita è mangiare, riposarsi,
trotterellare su soffici radure verdi e occasionalmente "uscire"
con le più belle signore della sua specie, senza neppure dover
pagare il conto della cena. Tapit, che ha un pedigree rispetto al
quale i Windsor sembrerebbero immigrati rotolati da un barcone, si fa
pagare 150.000 dollari alla volta, record. Non che a lui, a parte il
breve sollazzo, entra in tasca un solo dollaro.
In
California, sopra Los Angeles, un supermiliardario si è fatto
scavare un lago artificiale alimentato di acqua salata, nel quale fa
nuotare non banali carpe, pur tanto care all'imperatore giapponese,
ma i Cypselurus Poecilopterus, i pesci volanti del Pacifico
occidentale. Per popolare il suo lago artificiale se li è fatti
mandare dall'Australia in una grande tanica a temperatura regolata,
con un assistente di volo specialissima, una biologa marina, su un
jet privato ristrutturato all'interno, per far spazio ai pesci
davvero volanti.
Le
stravaganze degli ultra ricchi sono, appunto, stravaganze. Ma le
fortune spese dal resto degli umani per prendersi cura dei loro
parenti con diverso numero di zampe o pinne, testimoniano di una
passione che è il polo opposto della ferocia e della indifferenza
con la quale altri trattano gli animali domestici.
Per
un Tristan o per quei pesci volanti, (che sarebbero rimasti benissimo
a svolazzare nel Pacifico), ci sono 4 milioni di cani messi a
"dormire" ogni anno nei canili, dove non c'è più posto
per loro e dai quali nessuno li salva, perché devono fare posto ad
altrettanti, se non più numerosi, abbandonati, circa 5 milionil'anno.
Soltanto
un cane o un gatto su dieci nati, trova una casa che gli ospiti.
Perfettamente felici di vivere non in mini ville o stalle con l'aria
condizionata, ma con una vaschetta di sabbia come toilette e una
scodella di acqua e pappa.
Vittorio
Zucconi
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