Sarà
che ho sempre avuto poca barba. Sarà pure perché, nonostante
qualche problema non leggerissimo alla vista, non porto gli occhiali.
Infine, sarà perché non ho mai tollerato la gente che, da un
pulpito e in nome di qualche fede, dice al prossimo quel che deve
fare. Io, questi imam da quattro soldi, circonventori di sfigati di
ogni risma, capaci, mettendosi in bocca Dio, di trasformare gli
idioti in assassini, non li ho mai potuti nasare (e sì che naso ne
ho).
Si somigliano tutti. Occhialetti e barbe certi sessantottini
che, delirando in termini beceromarxisti, hanno rotto i suddetti per
oltre un decennio a chi avesse il torto di pensarla altrimenti.
Occhialetti e barbe certi rabbini integralisti che, mentre le
autorità laiche preparavano i piani per la pace, hanno contribuito a
ritrasformare il Medio Oriente in una polveriera peggio di prima.
Occhialetti e barbe, infine, certi popi ortodossi che, durante le
guerre nei Balcani, si sono dati da fare alla grande per sobillare
gli ultrà trasformati in paramilitari (barbuti anch’essi). Non ce
l’ho coi mussulmani. Ne conosco e stimo tantissimi: colti,
lavoratori e col viso ben rasato. Stesso discorso per i preti: più
sono civili e progrediti, più si rasano. La dico tutta: chi si fa
crescere troppo la barba ha qualcosa da nascondere, al minimo una
faccia brutta. Vi faccio l’esempio di un barbuto di successo: John
Lennon. Quando i Beatles facevano “solo” rock’n roll e beat,
lui era glabro come gli altri e non era un granché. Anzi, spariva al
cospetto di Paul McCartney, ottimo frontman e compositore più
prolifico di lui (e sempre o quasi coerentemente glabro). Lennon
decise di svoltare, tra un acido e l’altro, e si diede al
profetismo veterotestamentario: anche lui con occhialini e barba.
Il
problema vero restano questi pazzi di matrice biblica, talmudica,
coranica od evangelica che sia. Questi folli, soprattutto mussulmani
(perché l’Islam non ha autorità dottrinarie che li bollino come
eretici e gli diano un salutare stop), che predicano arcaismi dalla
rete, convertono i disgraziati - che, spesso, fino al giorno prima
evitavano di pregare per ignoranza e noia - e ne fanno dei kamikaze.
A danno non di gente più armata e cazzuta di loro, come nel caso dei
militari giapponesi (i quali, non a caso, si radevano
scrupolosamente) che assaltavano torpediniere e portaerei di tutto
rispetto, ma di inermi. Come i bambini morti ieri a Nizza.
Questi
imam da quattro soldi sono grossolani persino nella scelta dei
simboli: con una rozzezza fuori dal comune, hanno scelto una pacifica
provincia francese per “dissacrare” l’anniversario della presa
della Bastiglia, data cardine della civiltà liberale, a suon di
infanticidi. Questi idioti, tra l’altro, sono così ignoranti da
non capire che, se non ci fosse stata la Rivoluzione Francese e fosse
rimasto il “loro” mondo, a quest’ora farebbero i teologi di
quarta fila nel caravanserraglio di qualche califfo decadente e non
potrebbero atteggiarsi a intellettuali rivoluzionari. Ma tant’è:
la differenza tra un conservatore e un reazionario è
nell’intelligenza. Il primo è sempre più sveglio del secondo, che
invece vive chiuso in un sistema tutto suo, prossimo all’autismo. E
per l’autismo intellettuale, a differenza di quello psichico, non
ci sono terapie.
Ecco,
io rivolgerei, al riguardo, una richiesta ad Angelino Alfano, che non
è un’aquila e non ha neppure un rigore a prova di bomba, ma almeno
è più che glabro, visto che somma la calvizie alla rasatura:
imponga agli imam di radersi e di togliersi il turbante. I più
civili reagiranno subito come molti nostri preti, a cui non è parso
vero di scambiare la tonaca col clergyman (e qualcuno spera di poter
dir messa in jeans). Già: che bello sarebbe sbarbarsi e non
accumulare la forfora sotto quelle fasciature, inconcepibili al di
fuori del deserto.
In
fondo, tra i tanti liberticidi tentati da questo governo, la rasatura
coatta sarebbe il male minore. Poi non dico che ci si debba rasare a
forza ad alzo zero: andrebbe bene pure una barbetta ben curata alla
Kabir Bedi. Però otterremmo due cose utili: un alt all’orribile
estetica dell’integralismo e una nuova dignità ai barbieri, non
più costretti a camuffarsi da parrucchieri.
E
io mi prenderei la mia bella rivincita contro tutti i calvi che mi
danno del capellone e si fanno crescere la barba per colmare i vuoti
del cranio.
Già,
non ho quasi barba e la rado regolarmente: io, a differenza di certi
residui delle oasi, non sono un barbaro. E me ne vanto. E gli
occhialini? Suvvia, le lenti a contatto costano meno.
Saverio
Paletta
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