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sabato 8 marzo 2014

Orizzonte rosa. 8 domande per l'8 marzo.

Bisognerebbe chiedere al professor Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale dell'Università di Firenze, se l'8 marzo le mimose si sentono diverse. Mancuso sostiene che l'intelligenza è una proprietà di tutti gli esseri viventi, vegetali compresi. Personalmente qualche dubbio ce l'ho, (anche l'imbecillità è molto diffusa), ma che le piantine di mimosa pudica, e non soltanto quelle, imparino, ricordino, dormano e giochino mi mette addosso una grande allegria.
Chiederei a Giovanni, che è orgogliosissimo dei suoi baffi a manubrio all'insù ed è l'unico vero contadino che abbia mai conosciuto, come si fa ad essere eleganti facendo un innesto, furbi piantando un albero e gentili potando una siepe. Giovanni è uno che sbaglia, (o inventa), molte parole: ti racconta, per esempio, che un suo amico "ha avuto un infausto cardiaco" o che "in tv c'era Pippo Baldo", ma quando ti racconta dei suoi incontri nei boschi con strane creature capisce da dove è arrivato Pinocchio.
Alle feste in campagna di quando ero bambino, racconta "mio papà ballava il valzer tenendo un "cabarino" di bicchieri in testa". Una mattina l'ho visto che scuoiava un capriolo. La storia non passa mai del tutto. E mai per sempre.
Al dottor Silvestro Micera, dell'Istituto di Bio Robotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, che tra qualche mese trapianterà ad un ragazzo una mano artificiale in grado di rispondere ai comandi del cervello, e soprattutto di provare sensazioni tattili, chiederei quale sarà in futuro il confine tra uomo e macchina; e se, oltre ad arti bionici, avremmo sensazioni bioniche. Sarà più umano un cervello collegato ad un corpo artificiale o un corpo umano comandato da un cervello bionico?
Mi piacerebbe domandare a Giorgia Conversi e Paolo Gonzato della Elastico Srl che cos'è una storia. Hanno realizzato due stupendi libri-app per iPad e iPhon : Pinocchio ($ 2,99), che meraviglia allegra, e The voyage of Ulysses ($ 3,99, anche in italiano), che permette di fare tantissime cose: incendiare Troia, accecare Polifemo, "navigare sul mare color del vino verso genti straniere" e miscelare la pozione della maga Circe.
È bello vedere un bambino che legge l'Illiade su un telefonino. Le storie, e l'arte in generale, possono essere ascoltate all'infinito.
A Bianca Maria, che lavora in una clinica di chirurgia estetica, chiederei se secondo lei esiste un paradiso di nasi, tette e culi dismessi. Al più grande intagliatore di impugnature per bastoni da passeggio, un signore anziano che vive in un paese del piacentino e passa la vita a scolpire seduto sulla soglia di casa, domanderei che cos'è oggi il tempo.
A Theo Jansen, uno scultore olandese che realizza giganteschi animali immaginari semovibili di legno, domanderei che cos'è il movimento.
A uno che lavora in tv chiederei se avevano ragione Enrico Berlinguer e Ugo La Malfa a opporsi alla tv a colori. Mi risponderebbe che da quel
momento non si è più capita la differenza tra reale e immaginario, e la tv da luogo dell'eccellenza si trasformò nel contenitore della normalità.
Alle decine di persone potenti e famose che ho incontrato, domanderei se non abbiano mai avuto il dubbio che ritenersi al centro del creato sia una forma di stupidità.
Le persone interessanti sono tantissime. Quelle famose pochissime. La terra è popolata di uomini e donne che hanno risposte se soltanto glì si facessero domande. La vita è un posto grande e originale. Notorietà, ricchezza e potere non sono mai criteri sufficienti a decidere dove guardare e che cosa ascoltare.
Come scrisse Jules Les Jour, il regista francese: "La fama è una lampada che illumina, e intanto nasconde".


Giacomo Papi

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