Bisognerebbe
chiedere al professor Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale
dell'Università di Firenze, se l'8 marzo le mimose si sentono
diverse. Mancuso sostiene che l'intelligenza è una proprietà di
tutti gli esseri viventi, vegetali compresi. Personalmente qualche
dubbio ce l'ho, (anche l'imbecillità è molto diffusa), ma che le
piantine di mimosa pudica, e non soltanto quelle, imparino,
ricordino, dormano e giochino mi mette addosso una grande allegria.
Chiederei
a Giovanni, che è orgogliosissimo dei suoi baffi a manubrio all'insù
ed è l'unico vero contadino che abbia mai conosciuto, come si fa ad
essere eleganti facendo un innesto, furbi piantando un albero e
gentili potando una siepe. Giovanni è uno che sbaglia, (o inventa),
molte parole: ti racconta, per esempio, che un suo amico "ha
avuto un infausto cardiaco"
o che "in
tv c'era
Pippo
Baldo",
ma quando ti racconta dei suoi incontri nei boschi con strane
creature capisce da dove è arrivato Pinocchio.
Alle
feste in campagna di quando ero bambino, racconta "mio papà
ballava il valzer tenendo un "cabarino" di bicchieri in
testa". Una mattina l'ho visto che scuoiava un capriolo. La
storia non passa mai del tutto. E mai per sempre.
Al
dottor Silvestro Micera, dell'Istituto di Bio Robotica della Scuola
Superiore Sant'Anna di Pisa, che tra qualche mese trapianterà ad un
ragazzo una mano artificiale in grado di rispondere ai comandi del
cervello, e soprattutto di provare sensazioni tattili, chiederei
quale sarà in futuro il confine tra uomo e macchina; e se, oltre ad
arti bionici, avremmo sensazioni bioniche. Sarà più umano un
cervello collegato ad un corpo artificiale o un corpo umano comandato
da un cervello bionico?
Mi
piacerebbe domandare a Giorgia Conversi e Paolo Gonzato della
Elastico
Srl
che cos'è una storia. Hanno realizzato due stupendi libri-app per
iPad e iPhon : Pinocchio
($ 2,99), che meraviglia allegra, e The
voyage of Ulysses
($ 3,99, anche in italiano), che permette di fare tantissime cose:
incendiare Troia, accecare Polifemo, "navigare sul mare color
del vino verso genti straniere" e miscelare la pozione della
maga Circe.
È
bello vedere un bambino che legge l'Illiade
su un telefonino. Le storie, e l'arte in generale, possono essere
ascoltate all'infinito.
A
Bianca Maria, che lavora in una clinica di chirurgia estetica,
chiederei se secondo lei esiste un paradiso di nasi, tette e culi
dismessi. Al più grande intagliatore di impugnature per bastoni da
passeggio, un signore anziano che vive in un paese del piacentino e
passa la vita a scolpire seduto sulla soglia di casa, domanderei che
cos'è oggi il tempo.
A
Theo Jansen, uno scultore olandese che realizza giganteschi animali
immaginari semovibili di legno, domanderei che cos'è il movimento.
A
uno che lavora in tv chiederei se avevano ragione Enrico Berlinguer e
Ugo La Malfa a opporsi alla tv a colori. Mi risponderebbe che da quel
momento non si è più capita la differenza tra reale e immaginario,
e la tv da luogo dell'eccellenza si trasformò nel contenitore della
normalità.
Alle
decine di persone potenti e famose che ho incontrato, domanderei se
non abbiano mai avuto il dubbio che ritenersi al centro del creato
sia una forma di stupidità.
Le
persone interessanti sono tantissime. Quelle famose pochissime. La
terra è popolata di uomini e donne che hanno risposte se soltanto
glì si facessero domande. La vita è un posto grande e originale.
Notorietà, ricchezza e potere non sono mai criteri sufficienti a
decidere dove guardare e che cosa ascoltare.
Come
scrisse Jules
Les Jour,
il regista francese: "La fama è una lampada che illumina, e
intanto nasconde".
Giacomo
Papi
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