Per
prima ci aveva pensato la ministra della Difesa Roberta Pinotti, che
però si è limitata all’ipotesi di reintrodurre il Servizio Civile obbligatorio.
L’idea
di ricostituire la naja, invece, l’accarezzava Matteo Salvini, il
segretario della Lega Nord, da circa un anno. E, da fine maggio, il
desiderio del leader leghista è diventato un disegno di legge
depositato a Palazzo Madama dal litigioso senatore leghista Sergio
Divina (sì, è proprio quello della rissa in Aula sullo jus soli di
metà giugno) e assegnato alle Commissioni riunite affari
costituzionali e difesa.
Le
motivazioni del ddl, intitolato Ripristino del servizio militare ecivile obbligatorio in tempo di pace e delega al Governo per la sua attuazione, riprendono alla lettera gli slogan scanditi a più
riprese da Salvini sui vari palchi del Carroccio: «Ricostruire una
cultura della solidarietà e rispondere altresì ad alcuni bisogni
primari del territorio, soprattutto in situazioni in cui dovessero
manifestarsi necessità particolari, dando modo a tutti di rendersi
utili alla società nell’ambito per il quale ognuno si sente più
portato: la protezione civile o la difesa militare».
Prima
domanda: questa riforma, che verrà discussa alla ripresa settembrina
dei lavori, è fattibile a livello costituzionale e giuridico? E, se
sì, in che misura?
La
risposta è stata anticipata alcuni mesi fa dalla ministra Pinotti
mentre promuoveva la sua iniziativa: sì, è fattibile, perché la
sospensione del servizio militare obbligatorio, la vecchia naja per
capirci, non ha eliminato l’obbligo di leva, tant’è che
l’articolo 52 della Costituzione (che recita: «La difesa della
Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è
obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge») non è stato
mai toccato e i Comuni ogni anno redigono una lista dei 17enni
residenti.
Il
nuovo servizio militare obbligatorio delineato dal ddl Divina avrà
una durata ridotta: otto mesi anziché un anno, quasi come in
Svizzera (dove la durata è di sei mesi) e coinvolgerà anche le
donne (come in Israele, dove il concetto di difesa della Patria è
più stringente).
Il
bacino di reclutamento e l’addestramento saranno su base regionale,
e riguarderanno tutti i cittadini tra i 18 e i 28 anni di età,
«compatibilmente con gli obblighi scolastici e universitari». La
scelta tra servizio militare o civile sarà libera. Il periodo di
leva sarà retribuito con
circa 700 euro al mese e sarà computato ai
fini pensionistici.
Una
sorta di lavoro svolto a non troppa distanza da casa.
Altra
novità: l’obbligo della naja sarà esteso agli stranieri residenti
in Italia da almeno cinque anni, che verranno reclutati nella misura
del tre per cento del totale.
Al
netto dei proclami generici, quali possono essere le motivazioni
reali di quest’iniziativa?
Secondo
il testo del ddl si intende fornire alle Forze Armate «un bacino più
ampio di riserve mobilitabili, qualora la situazione internazionale
non accenni a migliorare e risulti invece indispensabile affiancare
ai professionisti attuali, di cui peraltro dovrebbe essere ridotto in
maniera consistente il numero, una più vasta platea di persone che
abbiano svolto un servizio militare addestrativo di base». Non è
difficile leggere in controluce innanzitutto l’esigenza di
risparmiare sul costo dei professionisti e l’esigenza di ricondurre
l’Esercito a dinamiche più democratiche, cioè il timore che un
esercito di soli professionisti possa diventare uno strumento politico.
Per
quel che riguarda il servizio civile, che sarà svolto all’interno
della Protezione Civile, le motivazioni reali sono addirittura più
intuibili: rendere meno problematici i meccanismi del volontariato,
magari sganciandoli da rapporti troppo stringenti con la politica, e
ridimensionare il ruolo dell’associazionismo all’interno del
settore.
Ovviamente
è presto per dire altro, visto che la discussione del ddl entrerà
nel vivo in autunno e si preannuncia non facile, se si considerano i
tanti interessi consolidati da circa 12 anni che sarebbero toccati
dalla naja 2.0 ideata da Salvini e disegnata da Divina.
Saverio
Paletta
Fonte Indygesto.it
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