Mi
riferisco ai titoli storici, a certificati azionari o obbligazioni
fuoricorso e privi di valore borsistico. Il termine con il quale
questa forma di collezionismo è noto è scripofilia,
termine mutato dall'inglese scripophily. A battezzarlo fu un concorso
realizzato nel 1977 dal quotidiano The
Times
e si tratta di una parola composta da scrip, termine che nel mondo
anglosassone indica il "certificato provvisorio di titoli",
e dal noto suffisso greco philos che indica l'amare qualcosa.
E
devo dire che nel mio caso è stato proprio l'amore il motore della
passione, una passione nata in famiglia grazie a mio padre Roberto e
che ora condivido con Monica, mia compagna nella vita e nel lavoro, e
con un gruppo di consulenti esperti. Lo scrivo perché credo che
questa forma di collezionismo sia peculiare rispetto ad altre, poiché
unisce l'interesse per la storia, l'arte e la finanza e sia perciò
particolarmente affascinante e spero quindi che in molti possono
innamorarsene. Ma anche per chi si limita alle sole cifre, non posso
che rilevare che la scripofilia oggi è un buon affare. Ed ecco
alcuni numeri che lo dimostrano.
Un
mercato in espansione
Il
mercato mondiale della scripofilia è passato da poco più di 10
milioni di euro nel 2006 a oltre 30 milioni nel 2014; quanti altri
mercati hanno triplicato il proprio fatturato negli anni della grande
crisi economica e della recessione?
Ed
ecco qualche esempio di certificati che in anni di crisi, hanno
saputo aumentare di diverse volte il proprio valore.
Un
titolo storico della Fiat del 1956, veniva battuto nel 2002 a circa
400 euro, 10 anni dopo aveva raggiunto i 2600 euro.
Ancora
più impressionante il dato dei bond Lung-Tsing-U-Hai della
Repubblica cinese nel 1913 denominati "Superpetchilly"
schizzati tra il 2012 e il 2014 da 500 a 2000 euro.
Si
tratta di un mercato prevalentemente anglosassone, ma al quale si
sono aggiunti europei, in particolare tedeschi e investitori dei
cosiddetti paesi emergenti. Diversi titoli italiani sono perciò, in
particolare per l'aspetto estetico di prim'ordine rispetto a quelli
di altre nazioni, promettenti di crescita di valore nei prossimi
anni. In Italia la scripofilia è infatti ancora poco conosciuta, pur
essendo praticata da diversi decenni da alcuni collezionisti, anche a
livello mondiale ha visto crescere l'interesse degli investitori a
partire dagli anni 90.
Probabilmente
una conseguenza di una presa di coscienza che la dematerializzazione
dei titoli finanziari, la loro trattazione solo nelle borse
telematiche, ha reso i certificati azionari documenti storici di
un'epoca ormai passata.
Le
regole dello scripofilo
Come
avete potuto notare alcuni titoli storici hanno avuto negli anni
notevoli incrementi di valore, difficilmente paragonabili a quelli di
altri settori del collezionismo, dalla numismatica alla filatelia, ma
in certi casi anche dell'arte.
Ma
quali titoli scegliere? Quali certificati acquistare? Quali sono gli
accorgimenti? Voglio ora indicarvi quelle che ritengo le regole per
valutare il valore di un titolo.
1
- Lo stato di conservazione: occorre valutare lo stato generale del
documento, cercando di evitare titoli non completamente integri, con
buchi o strappi, a meno che siano presenti per la natura del tipo di
titolo, come nel caso delle fedi di credito. Tecnicamente in base
alla conservazione, i titoli fuoricorso vengono come segue:
Specimen:
certificati non emessi o con caratteristiche di qualità come se
fosse appena uscito dalla tipografia.
Uncirculated:
certificato che sembra nuovo e non presenta segni o evidenti
piegature né macchie.
Extremely
fine:
leggere tracce del tempo.
Very
fine:
minori segni di invecchiamento.
Fine:
chiari segni di invecchiamento.
Fair:
forti segni di uso e invecchiamento.
Poor:
alcuni danni con evidenti segni di invecchiamento e macchie.
2
- L'anno di emissione: acquistare certificati con date di emissioni
non recenti, preferibilmente precedenti agli anni 50. Particolare
valore per esempio hanno le obbligazioni degli Stati italiani
preunitari.
3
- La valenza artistica: preferire i documenti con immagini grafiche o
decori di pregio. Alcuni certificati sono persino stati realizzati da
celebri artisti come quelli dalla Paris France S.A., catena francese
della grande distribuzione di inizio novecento. Fu il celebre artista
di origini ceche emblema dell'art nouveau, Alfons Mucha, a
realizzarli. Oppure vi sono quelli della Roulette di Montecarlo
emessi nel 1924 con il volto di Marcel Duchamp immortalato da Man Ray.
4
- Significato storico: i certificati sono legati ad aziende che
magari grazie a quell'emissione, si sono formate per prodotti
particolarmente innovativi, hanno cambiato la storia della tecnologia
o della società o del costume. Oppure sono emissioni legate a
movimenti storici, come per quanto riguarda l'Imprestito nazionale
che vedeva Giuseppe Mazzini tra i promotori.
5
- La rarità: informarsi sul numero di pezzi emessi e preferire
quelli più rari. Va inoltre tenuto conto che la dematerializzazione
dei titoli finanziari di fine millennio, ha portato molti istituti e
altri soggetti che avevano titoli cartacei fuoricorso a eliminarli,
ritenendo non avessero valore e ciò in alcuni casi ne ha accresciuto
il valore collezionistico. Perciò la quantità di certificati emessi
da un lato e il numero di emissioni, più è basso meglio è, possono
aumentare il valore del titolo storico.
6
- Le firme di personaggi famosi: occorre prestare attenzione alle
firme, per i titoli più antichi sono poste direttamente e non sono
stampate, e in alcuni casi sono di celebri personaggi storici; basti
pensare che un certificato della Standard Oil Co. del 1870 firmato da
John D. Rockfeller, fu battuto all'asta nel 2001 a 120.000 dollari.
7
- Intestatario: va verificato se il certificato è intestato a
persona o società famosa.
8
- Taglio di emissione: l'importo del valore nominale del titolo può
essere, ma non sempre, un elemento di maggior interesse: più è
alto, più è desiderabile.
9
- Stampatore: in certi casi i titoli sono stati stampati da celebri
litografie.
10
- Carta: il tipo di carta utilizzata, di maggior o minore qualità, o
con particolari sistemi di anticontraffazione come la filigrana, è
un ultimo elemento da valutare.
Sono
dunque molteplici gli elementi che comportano la formazione di una
stima di valore di un titolo fuoricorso.
Perché
puntare sui titoli italiani
Come
accennato precedentemente, oggi i titoli storici italiani possono
rivelarsi un investimento particolarmente interessante, poiché si
tratta di certificati con maggiori potenzialità di crescita di
mercato. Di seguito alcuni dei motivi che li rendono interessanti
rispetto alle regole sopracitate:
1
- Antichità. La storia italiana della finanza e i relativi
documenti, hanno una storicità maggiore rispetto a quella di altri
Stati internazionali, (gli stati pre-unitari sono quelli che hanno
visto nascere i primi documenti, che oggi vengono visti come gli
antenati delle moderne azioni e obbligazioni).
2
- Arte. In Italia, come nel mercato delle banconote, abbiamo avuto
grandi artisti che hanno saputo enfatizzare la parte grafica dei
documenti.
3
- Fiscalità. I titoli storici sono identificati come beni non
soggetti a prelievi forzosi, cioè a particolari forme di tassazione
sul patrimonio.
4
- Originalità. Rispetto ad altre forme di collezionismo ormai
inflazionato, soprattutto in Italia, la scripofilia a maggiori
margini di crescita.
5
- Rarità. I documenti esteri che attualmente hanno maggior mercato,
hanno in realtà più basse emissioni, (maggior numero di copie), e
perciò potenzialmente i titoli italiani potranno essere più
ricercati.
Infine
al di là del valore speculativo esiste il valore emotivo dato dal
collezionista che è disposto, al di là delle quotazioni, ad
arrivare a pagare un determinato documento per valori affettivi di
collezione, cifre superiori a quelle di mercato.
Un
museo virtuale
Ma
come iniziare ad avvicinarsi al mondo della scripofilia, dove potete
consultare e scoprire questi documenti del passato?
La
passione per i titoli fuoricorso mi ha portato, dall'inizio del nuovo
millennio, a creare attorno al sito scripofilia.it una piccola
galassia di siti satellite, che puntano a divulgare la cultura su
questa peculiare forma di collezionismo e investimento.
Il
punto di riferimento è scripofilia.it: un portale che racchiude
centinaia di schede catalogate dei titoli storici da collezione, in
continuo aggiornamento, dove è possibile sia consultarle che
deciderne l'acquisto. Accanto a questo progetto web sono anche stati
realizzati:
scripobond.com,
sito specializzato per i titoli speculativi internazionali di alto
valore;
scripopass.com,
che fornisce invece un servizio di certificazione riconosciuto a
livello internazionale per i titoli storici;
scripomuseum.com,
che si pone l'obiettivo per gli appassionati di poter effettuare
virtualmente un viaggio temporale, della storia della finanza
attraverso gli antichi documenti;
scripopages.com,
un motore di ricerca specializzato che permette di ricercare le
aziende collegate al mondo del collezionismo e della finanza;
scripomarket.com,
un portale, unico nel suo genere, che consente di restare informati
sul tema del collezionismo come forma d'investimento.
Prossimamente
potrete continuare a leggere di scripofilia su queste pagine, vi
sveleremo i segreti dei titoli del passato, compiremo un viaggio
indietro nel tempo che può trasformarsi in un investimento per il
futuro. In quel bene mobile privo di tassazione, che in questi anni
ha visto un mercato in continua crescita. E che unisce valore
economico a valore storico e artistico.
Alberto
Puppo
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