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sabato 14 gennaio 2017

Scripofilia, collezionismo e sicuro investimento.

Mi riferisco ai titoli storici, a certificati azionari o obbligazioni fuoricorso e privi di valore borsistico. Il termine con il quale questa forma di collezionismo è noto è scripofilia, termine mutato dall'inglese scripophily. A battezzarlo fu un concorso realizzato nel 1977 dal quotidiano The Times e si tratta di una parola composta da scrip, termine che nel mondo anglosassone indica il "certificato provvisorio di titoli", e dal noto suffisso greco philos che indica l'amare qualcosa.
E devo dire che nel mio caso è stato proprio l'amore il motore della passione, una passione nata in famiglia grazie a mio padre Roberto e che ora condivido con Monica, mia compagna nella vita e nel lavoro, e con un gruppo di consulenti esperti. Lo scrivo perché credo che questa forma di collezionismo sia peculiare rispetto ad altre, poiché unisce l'interesse per la storia, l'arte e la finanza e sia perciò particolarmente affascinante e spero quindi che in molti possono innamorarsene. Ma anche per chi si limita alle sole cifre, non posso che rilevare che la scripofilia oggi è un buon affare. Ed ecco alcuni numeri che lo dimostrano.

Un mercato in espansione
Il mercato mondiale della scripofilia è passato da poco più di 10 milioni di euro nel 2006 a oltre 30 milioni nel 2014; quanti altri mercati hanno triplicato il proprio fatturato negli anni della grande crisi economica e della recessione?
Ed ecco qualche esempio di certificati che in anni di crisi, hanno saputo aumentare di diverse volte il proprio valore.
Un titolo storico della Fiat del 1956, veniva battuto nel 2002 a circa 400 euro, 10 anni dopo aveva raggiunto i 2600 euro.
Ancora più impressionante il dato dei bond Lung-Tsing-U-Hai della Repubblica cinese nel 1913 denominati "Superpetchilly" schizzati tra il 2012 e il 2014 da 500 a 2000 euro.
Si tratta di un mercato prevalentemente anglosassone, ma al quale si sono aggiunti europei, in particolare tedeschi e investitori dei cosiddetti paesi emergenti. Diversi titoli italiani sono perciò, in particolare per l'aspetto estetico di prim'ordine rispetto a quelli di altre nazioni, promettenti di crescita di valore nei prossimi anni. In Italia la scripofilia è infatti ancora poco conosciuta, pur essendo praticata da diversi decenni da alcuni collezionisti, anche a livello mondiale ha visto crescere l'interesse degli investitori a partire dagli anni 90.
Probabilmente una conseguenza di una presa di coscienza che la dematerializzazione dei titoli finanziari, la loro trattazione solo nelle borse telematiche, ha reso i certificati azionari documenti storici di un'epoca ormai passata.

Le regole dello scripofilo
Come avete potuto notare alcuni titoli storici hanno avuto negli anni notevoli incrementi di valore, difficilmente paragonabili a quelli di altri settori del collezionismo, dalla numismatica alla filatelia, ma in certi casi anche dell'arte.
Ma quali titoli scegliere? Quali certificati acquistare? Quali sono gli accorgimenti? Voglio ora indicarvi quelle che ritengo le regole per valutare il valore di un titolo.
1 - Lo stato di conservazione: occorre valutare lo stato generale del documento, cercando di evitare titoli non completamente integri, con buchi o strappi, a meno che siano presenti per la natura del tipo di titolo, come nel caso delle fedi di credito. Tecnicamente in base alla conservazione, i titoli fuoricorso vengono come segue:
Specimen: certificati non emessi o con caratteristiche di qualità come se fosse appena uscito dalla tipografia.
Uncirculated: certificato che sembra nuovo e non presenta segni o evidenti piegature né macchie.
Extremely fine: leggere tracce del tempo.
Very fine: minori segni di invecchiamento.
Fine: chiari segni di invecchiamento.
Fair: forti segni di uso e invecchiamento.
Poor: alcuni danni con evidenti segni di invecchiamento e macchie.
2 - L'anno di emissione: acquistare certificati con date di emissioni non recenti, preferibilmente precedenti agli anni 50. Particolare valore per esempio hanno le obbligazioni degli Stati italiani preunitari.
3 - La valenza artistica: preferire i documenti con immagini grafiche o decori di pregio. Alcuni certificati sono persino stati realizzati da celebri artisti come quelli dalla Paris France S.A., catena francese della grande distribuzione di inizio novecento. Fu il celebre artista di origini ceche emblema dell'art nouveau, Alfons Mucha, a realizzarli. Oppure vi sono quelli della Roulette di Montecarlo emessi nel 1924 con il volto di Marcel Duchamp immortalato da Man Ray.
4 - Significato storico: i certificati sono legati ad aziende che magari grazie a quell'emissione, si sono formate per prodotti particolarmente innovativi, hanno cambiato la storia della tecnologia o della società o del costume. Oppure sono emissioni legate a movimenti storici, come per quanto riguarda l'Imprestito nazionale che vedeva Giuseppe Mazzini tra i promotori.
5 - La rarità: informarsi sul numero di pezzi emessi e preferire quelli più rari. Va inoltre tenuto conto che la dematerializzazione dei titoli finanziari di fine millennio, ha portato molti istituti e altri soggetti che avevano titoli cartacei fuoricorso a eliminarli, ritenendo non avessero valore e ciò in alcuni casi ne ha accresciuto il valore collezionistico. Perciò la quantità di certificati emessi da un lato e il numero di emissioni, più è basso meglio è, possono aumentare il valore del titolo storico.
6 - Le firme di personaggi famosi: occorre prestare attenzione alle firme, per i titoli più antichi sono poste direttamente e non sono stampate, e in alcuni casi sono di celebri personaggi storici; basti pensare che un certificato della Standard Oil Co. del 1870 firmato da John D. Rockfeller, fu battuto all'asta nel 2001 a 120.000 dollari.
7 - Intestatario: va verificato se il certificato è intestato a persona o società famosa.
8 - Taglio di emissione: l'importo del valore nominale del titolo può essere, ma non sempre, un elemento di maggior interesse: più è alto, più è desiderabile.
9 - Stampatore: in certi casi i titoli sono stati stampati da celebri litografie.
10 - Carta: il tipo di carta utilizzata, di maggior o minore qualità, o con particolari sistemi di anticontraffazione come la filigrana, è un ultimo elemento da valutare.
Sono dunque molteplici gli elementi che comportano la formazione di una stima di valore di un titolo fuoricorso.

Perché puntare sui titoli italiani
Come accennato precedentemente, oggi i titoli storici italiani possono rivelarsi un investimento particolarmente interessante, poiché si tratta di certificati con maggiori potenzialità di crescita di mercato. Di seguito alcuni dei motivi che li rendono interessanti rispetto alle regole sopracitate:
1 - Antichità. La storia italiana della finanza e i relativi documenti, hanno una storicità maggiore rispetto a quella di altri Stati internazionali, (gli stati pre-unitari sono quelli che hanno visto nascere i primi documenti, che oggi vengono visti come gli antenati delle moderne azioni e obbligazioni).
2 - Arte. In Italia, come nel mercato delle banconote, abbiamo avuto grandi artisti che hanno saputo enfatizzare la parte grafica dei documenti.
3 - Fiscalità. I titoli storici sono identificati come beni non soggetti a prelievi forzosi, cioè a particolari forme di tassazione sul patrimonio.
4 - Originalità. Rispetto ad altre forme di collezionismo ormai inflazionato, soprattutto in Italia, la scripofilia a maggiori margini di crescita.
5 - Rarità. I documenti esteri che attualmente hanno maggior mercato, hanno in realtà più basse emissioni, (maggior numero di copie), e perciò potenzialmente i titoli italiani potranno essere più ricercati.
Infine al di là del valore speculativo esiste il valore emotivo dato dal collezionista che è disposto, al di là delle quotazioni, ad arrivare a pagare un determinato documento per valori affettivi di collezione, cifre superiori a quelle di mercato.

Un museo virtuale
Ma come iniziare ad avvicinarsi al mondo della scripofilia, dove potete consultare e scoprire questi documenti del passato?
La passione per i titoli fuoricorso mi ha portato, dall'inizio del nuovo millennio, a creare attorno al sito scripofilia.it una piccola galassia di siti satellite, che puntano a divulgare la cultura su questa peculiare forma di collezionismo e investimento.
Il punto di riferimento è scripofilia.it: un portale che racchiude centinaia di schede catalogate dei titoli storici da collezione, in continuo aggiornamento, dove è possibile sia consultarle che deciderne l'acquisto. Accanto a questo progetto web sono anche stati realizzati:
scripobond.com, sito specializzato per i titoli speculativi internazionali di alto valore;
scripopass.com, che fornisce invece un servizio di certificazione riconosciuto a livello internazionale per i titoli storici;
scripomuseum.com, che si pone l'obiettivo per gli appassionati di poter effettuare virtualmente un viaggio temporale, della storia della finanza attraverso gli antichi documenti;
scripopages.com, un motore di ricerca specializzato che permette di ricercare le aziende collegate al mondo del collezionismo e della finanza;
scripomarket.com, un portale, unico nel suo genere, che consente di restare informati sul tema del collezionismo come forma d'investimento.
Prossimamente potrete continuare a leggere di scripofilia su queste pagine, vi sveleremo i segreti dei titoli del passato, compiremo un viaggio indietro nel tempo che può trasformarsi in un investimento per il futuro. In quel bene mobile privo di tassazione, che in questi anni ha visto un mercato in continua crescita. E che unisce valore economico a valore storico e artistico.

Alberto Puppo


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