Secondo
la cronobiologia i medicinali, assunti nel momento più adatto della
giornata, sono più efficaci.
La
pastiglia prescritta dal medico non fa effetto? Lo sciroppo fa venire
dolori di pancia e nausea? Forse non era il momento giusto per
prenderli. Secondo i principi della cronobiologia, la scienza che
studia i ritmi naturali dell'organismo, c'è un orario giusto per
tutto: mangiare, dormire, curarsi.
Assunti
nel momento più adatto della giornata, i medicinali funzionano
meglio e hanno meno effetti collaterali. Una notizia che potrebbe
rivelarsi utile anche nel campo della lotta ai tumori, come hanno
scoperto alcuni scienziati dell'Università di Perugia nelle ricerche
sui medicinali chemioterapici.
La
cronobiologia parte dal presupposto che, per funzionare bene,
l'organismo deve seguire i suoi ritmi naturali. Il corpo umano
infatti è come un grande orologio: le sue funzioni seguono un ciclo circadiano, della durata di 24 ore, scandito dall'alternanza di luce
e buio. "L'orologio biologico influenza l'umore, il rendimento
psicofisico, il metabolismo dei cibi, ma anche la suscettibilità ad
alcune malattie e l'azione di molti farmaci", afferma il dottor
Ascanio Polimeni, neuroendocrinologo, esperto in medicina
antinvecchiamento e cronobiologia a Milano e Roma.
Mattina
o sera?
Tutto
parte dalla ghiandola pineale, situata alla base del cranio: sotto
l'effetto del sole, produce gli ormoni, (cortisolo e serotonina), che
attivano le funzioni necessarie per affrontare la giornata, (energia,
lucidità, agilità fisica), mentre al tramonto secerne melatonina,
che "spegne" gli ormoni della veglia e predispone al
riposo.
Da
questo bioritmo, dipendono tutti parametri e le funzioni necessarie
per la salute: la pressione arteriosa, la temperatura, la produzione
ormonale. Anche il sistema immunitario segue un andamento circadiano:
di giorno attiva le cellule deputate al controllo del dolore e
dell'infiammazione, che al calar del sole cedono il passo ad altre
cellule con funzioni diverse. Questo spiega perché crisi d'asma,
dolori infiammatori, mal di testa o di denti colpiscono soprattutto
nelle ore di riposo.
"Il
momento ideale per assumere gli antistaminici, gli antinfiammatori e
gli antidolorifici a breve durata dovrebbe quindi essere alla sera,
prima di coricarsi", spiega il dottor Polimeni. "Anche
alcuni tipi di statine per abbassare il colesterolo vanno assunte a
fine giornata, perché bloccano un enzima che lavora di notte".
Per
chi soffre di malattie reumatiche, invece, il momento peggiore è il
risveglio. "Per ridurre l'infiammazione, occorre assumere
farmaci cortisonici a rilascio modificato alla sera, per sopperire al
calo di cortisolo che avviene a notte fonda", dice l'esperto.
"Al contrario, per la cura di malattie della pelle, come
psoriasi e dermatiti, il cortisone esercita un effetto migliore se
assunto nelle prime ore del mattino".
Il
cuore rischia di più al risveglio: statisticamente, alle otto del
mattino, si verifica il più alto numero di infarti della giornata.
"Gli antipertensivi si prendono prima di andare a letto, perché
assicurano una copertura di 12 ore, mentre l'aspirina al mattino, se
usata per prevenire le ricadute di infarto o ictus. Infine, per
febbre e raffreddore, che si fanno sentire di più verso sera, i
medicinali vanno presi a metà pomeriggio".
"Gli
antisecretivi più recenti, come l'omeoprazolo, usati per la cura
della pirosi, (bruciore di stomaco), e le ulcere gastriche, sono
consigliati al mattino perché hanno un tempo d'azione lungo, andando
a bloccare la risalita notturna dei succhi gastrici dallo stomaco,
favorita dalla posizione sdraiata", prosegue lo specialista. "I
farmaci antiacidi, invece, agiscono rapidamente: si assumono circa
un'ora dopo i pasti e prima di coricarsi".
Chi
ha la sindrome del colon irritabile, con dolori addominali, stipsi o
diarrea, dovrebbe assumere i medicinali antispastici dopo mangiato,
mentre i lassativi si prendono con abbondante acqua prima di
coricarsi, (fanno effetto al mattino).
A
stomaco pieno o vuoto?
Anche i cibi possono influenzare i farmaci. Latte e yogurt riducono l'assorbimento di alcuni antibiotici, tra cui l'amoxicillina. La
liquirizia, (ad alte dosi), non va d'accordo con i farmaci per cuore
e pressione, mentre il succo di pompelmo è bandito se si assumono
alcuni antipertensivi, antiepilettici, benzodiazepine o farmaci per
il colesterolo.
Gli
antinfiammatori non steroidei vanno sempre presi dopo i pasti, se non
si vuole andare incontro a dolori di pancia e ulcere gastriche. Il
paracetamolo invece funziona meglio a stomaco vuoto. In caso di
dubbi, è preferibile assumere le medicine lontano dai pasti, almeno
30 minuti prima o due ore dopo.
Vale
anche per i cosmetici.
Anche
la pelle ha un suo bioritmo. L'hanno studiato i ricercatori di
un'azienda cosmetica tedesca, insieme a scienziati della Charitè
Università di medicina di Berlino. Durante le ore di luce le cellule
cutanee sono a riposo, mentre di notte si attivano. I cosmetici
devono assecondare questo ciclo naturale: al mattino è fondamentale
detergere la pelle, per eliminare le cellule morte derivate dal
turn-over notturno, quindi applicare delle creme protettive e
idratanti, contenenti filtro solare SPF 15/25.
Nelle
ore di buio, invece, per favorire il rinnovamento cellulare e i
naturali processi riparativi, meglio applicare creme ad azione
rigenerante, nutriente e drenante, o, volendo, regalare alla pelle
trattamenti o cure d'urto come maschere, impacchi e cosmetici
snellenti. La posizione orizzontale del corpo facilita il ritorno
venoso e l'eliminazione dei liquidi in eccesso.
Il
parere del farmacologo.
Luca Pasina, dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, ci ha
espresso le sue riflessioni e perplessità sull'assunzione dei
farmaci in base all'orario più adeguato.
"A
mio parere la cronoterapia, benché utile, ha dei limiti. Sono
necessari studi scientifici per convalidarne le tesi. È opportuno
poi tenere conto delle differenze individuali, soprattutto nella
tollerabilità dei farmaci. Inoltre non si può generalizzare:
all'interno di una categoria di medicinali, non tutti principi attivi
si comportano allo stesso modo.
Ogni
molecola presenta caratteristiche specifiche e ha un'emivita diversa,
cioè un tempo e una durata d'azione specifici. Come le statine: per
alcune di esse, l'orario di assunzione non influenza l'effetto.
Bisogna sempre fare riferimento al foglietto illustrativo. Quando non
è indicato, si può scegliere l'orario più comodo, in base alle
abitudini e alle reazioni suscitate dal medicinale. Per esempio gli
antidepressivi, usati anche per la cura degli stati d'ansia, possono
essere presi alla mattina o alla sera, perché il meccanismo d'azione
è svincolato dall'orario. Però bisogna considerare gli effetti
collaterali: ad alcune persone questi farmaci danno sonnolenza, ad
altre insonnia.
Bisogna
tenere conto infine delle altre terapie assunte, per evitare il
rischio di interazioni: chi soffre di osteoporosi, per esempio, non
deve prendere i bifosfonati insieme agli integratori di calcio,
perché questo ultimo ne riduce l'assorbimento".
Roberta
Camisasca
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