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domenica 11 settembre 2016

Cronoterapia cioè assumere i farmaci all'ora giusta. Ma è giusto?

Secondo la cronobiologia i medicinali, assunti nel momento più adatto della giornata, sono più efficaci.

La pastiglia prescritta dal medico non fa effetto? Lo sciroppo fa venire dolori di pancia e nausea? Forse non era il momento giusto per prenderli. Secondo i principi della cronobiologia, la scienza che studia i ritmi naturali dell'organismo, c'è un orario giusto per tutto: mangiare, dormire, curarsi.
Assunti nel momento più adatto della giornata, i medicinali funzionano meglio e hanno meno effetti collaterali. Una notizia che potrebbe rivelarsi utile anche nel campo della lotta ai tumori, come hanno scoperto alcuni scienziati dell'Università di Perugia nelle ricerche sui medicinali chemioterapici.
La cronobiologia parte dal presupposto che, per funzionare bene, l'organismo deve seguire i suoi ritmi naturali. Il corpo umano infatti è come un grande orologio: le sue funzioni seguono un ciclo circadiano, della durata di 24 ore, scandito dall'alternanza di luce e buio. "L'orologio biologico influenza l'umore, il rendimento psicofisico, il metabolismo dei cibi, ma anche la suscettibilità ad alcune malattie e l'azione di molti farmaci", afferma il dottor Ascanio Polimeni, neuroendocrinologo, esperto in medicina antinvecchiamento e cronobiologia a Milano e Roma.

Mattina o sera?

Tutto parte dalla ghiandola pineale, situata alla base del cranio: sotto l'effetto del sole, produce gli ormoni, (cortisolo e serotonina), che attivano le funzioni necessarie per affrontare la giornata, (energia, lucidità, agilità fisica), mentre al tramonto secerne melatonina, che "spegne" gli ormoni della veglia e predispone al riposo.
Da questo bioritmo, dipendono tutti parametri e le funzioni necessarie per la salute: la pressione arteriosa, la temperatura, la produzione ormonale. Anche il sistema immunitario segue un andamento circadiano: di giorno attiva le cellule deputate al controllo del dolore e dell'infiammazione, che al calar del sole cedono il passo ad altre cellule con funzioni diverse. Questo spiega perché crisi d'asma, dolori infiammatori, mal di testa o di denti colpiscono soprattutto nelle ore di riposo.
"Il momento ideale per assumere gli antistaminici, gli antinfiammatori e gli antidolorifici a breve durata dovrebbe quindi essere alla sera, prima di coricarsi", spiega il dottor Polimeni. "Anche alcuni tipi di statine per abbassare il colesterolo vanno assunte a fine giornata, perché bloccano un enzima che lavora di notte".
Per chi soffre di malattie reumatiche, invece, il momento peggiore è il risveglio. "Per ridurre l'infiammazione, occorre assumere farmaci cortisonici a rilascio modificato alla sera, per sopperire al calo di cortisolo che avviene a notte fonda", dice l'esperto. "Al contrario, per la cura di malattie della pelle, come psoriasi e dermatiti, il cortisone esercita un effetto migliore se assunto nelle prime ore del mattino".
Il cuore rischia di più al risveglio: statisticamente, alle otto del mattino, si verifica il più alto numero di infarti della giornata. "Gli antipertensivi si prendono prima di andare a letto, perché assicurano una copertura di 12 ore, mentre l'aspirina al mattino, se usata per prevenire le ricadute di infarto o ictus. Infine, per febbre e raffreddore, che si fanno sentire di più verso sera, i medicinali vanno presi a metà pomeriggio".
"Gli antisecretivi più recenti, come l'omeoprazolo, usati per la cura della pirosi, (bruciore di stomaco), e le ulcere gastriche, sono consigliati al mattino perché hanno un tempo d'azione lungo, andando a bloccare la risalita notturna dei succhi gastrici dallo stomaco, favorita dalla posizione sdraiata", prosegue lo specialista. "I farmaci antiacidi, invece, agiscono rapidamente: si assumono circa un'ora dopo i pasti e prima di coricarsi".
Chi ha la sindrome del colon irritabile, con dolori addominali, stipsi o diarrea, dovrebbe assumere i medicinali antispastici dopo mangiato, mentre i lassativi si prendono con abbondante acqua prima di coricarsi, (fanno effetto al mattino).

A stomaco pieno o vuoto?

Anche i cibi possono influenzare i farmaci. Latte e yogurt riducono l'assorbimento di alcuni antibiotici, tra cui l'amoxicillina. La liquirizia, (ad alte dosi), non va d'accordo con i farmaci per cuore e pressione, mentre il succo di pompelmo è bandito se si assumono alcuni antipertensivi, antiepilettici, benzodiazepine o farmaci per il colesterolo.
Gli antinfiammatori non steroidei vanno sempre presi dopo i pasti, se non si vuole andare incontro a dolori di pancia e ulcere gastriche. Il paracetamolo invece funziona meglio a stomaco vuoto. In caso di dubbi, è preferibile assumere le medicine lontano dai pasti, almeno 30 minuti prima o due ore dopo.

Vale anche per i cosmetici.

Anche la pelle ha un suo bioritmo. L'hanno studiato i ricercatori di un'azienda cosmetica tedesca, insieme a scienziati della Charitè Università di medicina di Berlino. Durante le ore di luce le cellule cutanee sono a riposo, mentre di notte si attivano. I cosmetici devono assecondare questo ciclo naturale: al mattino è fondamentale detergere la pelle, per eliminare le cellule morte derivate dal turn-over notturno, quindi applicare delle creme protettive e idratanti, contenenti filtro solare SPF 15/25.
Nelle ore di buio, invece, per favorire il rinnovamento cellulare e i naturali processi riparativi, meglio applicare creme ad azione rigenerante, nutriente e drenante, o, volendo, regalare alla pelle trattamenti o cure d'urto come maschere, impacchi e cosmetici snellenti. La posizione orizzontale del corpo facilita il ritorno venoso e l'eliminazione dei liquidi in eccesso.

Il parere del farmacologo.

Luca Pasina, dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, ci ha espresso le sue riflessioni e perplessità sull'assunzione dei farmaci in base all'orario più adeguato.
"A mio parere la cronoterapia, benché utile, ha dei limiti. Sono necessari studi scientifici per convalidarne le tesi. È opportuno poi tenere conto delle differenze individuali, soprattutto nella tollerabilità dei farmaci. Inoltre non si può generalizzare: all'interno di una categoria di medicinali, non tutti principi attivi si comportano allo stesso modo.
Ogni molecola presenta caratteristiche specifiche e ha un'emivita diversa, cioè un tempo e una durata d'azione specifici. Come le statine: per alcune di esse, l'orario di assunzione non influenza l'effetto. Bisogna sempre fare riferimento al foglietto illustrativo. Quando non è indicato, si può scegliere l'orario più comodo, in base alle abitudini e alle reazioni suscitate dal medicinale. Per esempio gli antidepressivi, usati anche per la cura degli stati d'ansia, possono essere presi alla mattina o alla sera, perché il meccanismo d'azione è svincolato dall'orario. Però bisogna considerare gli effetti collaterali: ad alcune persone questi farmaci danno sonnolenza, ad altre insonnia.
Bisogna tenere conto infine delle altre terapie assunte, per evitare il rischio di interazioni: chi soffre di osteoporosi, per esempio, non deve prendere i bifosfonati insieme agli integratori di calcio, perché questo ultimo ne riduce l'assorbimento".


Roberta Camisasca

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