Le
famose uova Fabergè portano in viaggio nella storia. Grazie a queste
opere d'arte infatti è possibile ripercorrere i principali eventi
tra la fine del 19º e l'inizio del 20º secolo. I materiali
pregiati, le pietre preziose, l'oro e l'avorio usati dal gioielliere
Peter Carl Fabergè (1846-1920), per produrre le uova regalo della famiglia imperiale
russa, restano quasi in secondo piano rispetto ai particolari che le
caratterizzano.
Era
tradizione che l'imperatore regalasse le uova di Fabergè a Pasqua.
Questo avvenimento era un vero e proprio spettacolo : nel palazzo di
San Pietroburgo, circa 1600 funzionari e dipendenti, potevano
partecipare ogni anno all'evento. Durante questa festa l'imperatore,
solitamente inavvicinabile, veniva baciato da ognuno dei suoi sudditi
sulla guancia e consegnava loro, come da tradizione ortodossa, un
uovo di Pasqua.
I
dipendenti regolari ne ricevevano uno in porcellana, mentre gli alti
funzionari ne raccoglievano uno realizzato con pietre preziose e
smalti. Infine l'imperatore donava la versione più elaborata e
preziosa alla sua famiglia.
Nato
a San Pietroburgo, l'orafo lavorò successivamente a Dresda e Parigi,
dove assorbì gli sviluppi storici e gli eventi sociali del suo
tempo. Tornato in patria realizzò il suo primo uovo nel 1885 per
l'imperatrice Marjia
Fedorovna
: dall'esterno sembrava un semplice uovo di gallina, ma al suo
interno era contenuta una preziosa sorpresa. Dietro uno strato di
oro, che rappresenta il tuorlo, era nascosta infatti una gallina
d'oro, al cui interno vi era una corona imperiale di diamanti e un
pendente di rubino. Il valore era di circa 4000 rubli, (circa 30.000
euro odierni).
L'imperatrice
fu talmente contenta della sorpresa, che Fabergè diventò l'orafo e
il gioielliere ufficiale della dinastia imperiale.
Uno
dei pezzi più pregiati della sua collezione fu l'uovo Reale Danese,
commissionato nel 1903 dallo zar Nicola II per la madre di origine
danese : questo conteneva 10 dipinti in miniatura di palazzi danesi e
russi. Non da meno è l'uovo Memoria di Azov, un dono di Alessandro
III alla moglie, la cui sorpresa era una fedele replica in miniatura
della nave corazzata della marina imperiale russa Pamjat' Azova.
Fabergè
usò come oblò dei diamanti e ricreò il mare con l'acquamarina,
senza trascurare dettagli come ancora, catena e pistole.
Nel
1900 Fabergè progettò per la moglie di Nicola II un uovo con la
ferrovia transiberiana. Questo capolavoro racconta ancora oggi la
storia del gigantesco progetto della Russia di diventare il punto di
unione tra l'Europa e l'Asia. L'uovo è caratterizzato da una fascia
centrale in argento, sulla quale era incisa una mappa della Russia
con il tracciato della ferrovia transiberiana ; ogni stazione era
contrassegnata da una pietra preziosa.
In
quel periodo la maison Fabergè diventò così famosa da espandere i
propri laboratori : circa cinquecento lavoranti producevano migliaia
di articoli.
All'inizio
della prima guerra mondiale l'imperatore ridusse
significativamente
la sua spesa per le costose uova di Pasqua, che in media avevano un
valore tra i 3,5 mila rubli (circa 25.000 euro) e i 59.000 rubli
(circa 425.000 euro). Lo zar era ormai crollato e nel tumulto della
rivolta comunista fuggì con la famiglia in Siberia, dove incontrò
poi la morte nel luglio del 1894.
In
un primo momento le uova di Fabergè sopravvissero a San Pietroburgo.
Quaranta di loro furono poi confiscate dai bolscevichi e portate al
Cremlino. Tuttavia, nell'inventario del 1927, ben 16 copie mancavano
all'appello, essendo state trasformate in denaro del quale la
rivoluzione aveva un forte bisogno.
Oggi
è noto come uomini d'affari come l'inglese Emanuel Snowman
acquistarono dai sovietici oggetti preziosi in cambio di danaro.
Snowman comprò 80 pezzi di gioielleria per 100.000 sterline, (oggi
circa 4,1 milioni di euro) e nel 1930 vantava ben nove uova. Nei
primi anni della Repubblica Sovietica il governo rilasciò il
permesso di fare uscire altre dodici uova dal paese e tre anni dopo
altre cinque. Attraverso alcuni mercanti d'arte, queste giunsero
all'estero nelle mani di nuovi proprietari di spicco tra cui, ad
esempio, Lillian Thomas Pratt, la moglie di un alto dirigente della
General Motors. Un altro cliente dello stesso rivenditore fu il re
egiziano Farouk. Quando morì, la sua collezione andò all'asta e le
sue tre uova Fabergè passarono a Maurice Sandoz, un erede del
settore chimico.
Anche
il miliardario Malcolm Forbes spicca nell'illustre cerchia dei
collezionisti di uova. Nel 1985, quando riuscì a segnare un colpo
con l'acquisto all'asta dell'uovo con Galletto, il banditore commentò
il prezzo di vendita pari a 1,7 milioni di dollari (1,2 milioni di
euro) così: "Il risultato è ora: Cremlino 10-Forbes 11".
I
prezzi sono poi velocemente esplosi, come dimostra anche la cifra
sborsata da un membro della famiglia reale del Quatar pari a 9,6
milioni di dollari (circa 7 milioni di euro) per una di queste uova.
L'uovo dell'Incoronazione (1897), di Forbes,
da
solo vanta un prezzo stimato tra i 13 e i 17 milioni di euro e
l'intera collezione intorno ai 90-120 milioni di dollari.
Tuttavia,
ancora prima che tutta la collezione Forbes potesse finire sotto il
martello di Sotheby's, il miliardario russo Viktor Vekselberg, nel
2004 l'acquistò per circa 90 milioni di dollari affermando: "Questa
è un'occasione unica per ripagare il mio paese e ridargli una parte
dei suoi tesori". Tre mesi più tardi l'intera collezione
Fabergè venne esposta a Mosca, poi a Londra e infine è passata
all'esposizione permanente di San Pietroburgo, presso il
Palazzo Shuvalovsky.
Anche
il collezionista d'arte russo Alexander Ivanov è impegnato a
riacquistare altre uova del maestro. Ivanov ha segnato il suo colpo
più spettacolare nel 2007, con l'acquisto all'asta di Christie's per
17,7 milioni di dollari (circa 12,8 milioni di euro) dell'uovo che
Carl Fabergè progettò per il Barone Edouard
de Rothschild come
regalo di fidanzamento.
L'
uovo d'Inverno è il più costoso tra quelli di Fabergè. Venne
creato nel 1913 per la madre dello zar Nicola II, in occasione dei
300 anni della dinastia Romanov, per 24.600 rubli. La parte esterna,
che ricorda un inverno particolarmente difficile, è ottenuta da un
cristallo siberiano decorato con 3000 diamanti. All'interno, in un
cestino di platino, si trova un bouquet di anemoni, ognuno dei quali
è ricavato da un quarzo bianco e decorato con altri diamanti.
Dopo
un periodo di silenzio, le celebri uova tornano a far parlare di sé.
Questa volta si tratta di una versione più moderna, presentata a
Londra nel 2011 con il nome di "Les Fameaux de Fabergè".
Si tratta di una collezione di 12 pendenti di nuovo design, tra cui
spicca un uovo in diamanti costruito su una struttura in titanio, per
un totale di oltre 66 carati e di 600.000 dollari (circa 435.000
euro).
La
caccia è ancora aperta: otto uova Fabergè scomparse nel tumulto
della rivoluzione comunista non sono infatti ancora riemerse. Buona
fortuna.
Il
museo
Nella
città tedesca di Baden-Baden, è possibile visitare un museo
interamente dedicato alle opere di Fabergè e inaugurato nel 2009 da
Alexander Ivanov. Oltre all'uovo Rothschild Fabergè, fanno parte
della collezione anche una caraffa in argento a forma di coniglio e
l'ultimo uovo pasquale imperiale.
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